“Dov’è lo scandalo nell’iniziativa adottata dal Governo per potenziare e rendere più efficace la comunicazione dello Stato e valorizzare l’immagine della Repubblica?
Le scelte del Congresso di Stato possono non essere condivise e criticate, ma è mai possibile che ogni volta si debbano avanzare sospetti, diffondere veleni, sollevare dubbi su presunti aspetti oscuri e trasformare tutto in uno scandalo da sbattere in prima pagina, magari con le foto di quei “farabutti” dei membri di Governo?
Anche nel caso specifico dell’accordo stipulato dal Congresso di Stato con la Società Della Torre 1, la realtà è ben diversa da quella che è stata dipinta da alcuni giornali e dai soliti politici strilloni, maestri di demagogia e strumentalizzazione, e può essere riassunta in dieci punti.
1) Non siamo di fronte ad una invenzione dell’ultima ora, con motivazioni non approfondite e finalità poco chiare L’iniziativa era infatti gia prevista dal programma di Governo ed il Congresso di Stato non ha fatto altro che realizzarla.
2) L’esigenza da cui è nata è più che reale ed ampiamente condivisa. L’obiettivo principale è quello di evitare che l’immagine della Repubblica risulti negativa e distorta e venga prevalentemente associata all’attività illecita di singoli operatori spesso estranei al nostro Paese, e non ad un sistema economico costituito in grandissima parte da aziende serie, competitive che operano con correttezza e sono presenti sui mercati internazionali. Crediamo che sia doveroso mettere in atto tutti gli strumenti per tutelare il prestigio della Repubblica, anche sul piano della comunicazione.
3) Contrariamente a quanto è stato scritto, la Della Torre i non è una società italiana ma una società a responsabilità limitata di diritto sammarinese i cui soci sono cittadini sammarinesi.
4) Tale società non è stata costituita in questi giorni, appositamente per questa iniziativa, ma nel mese di luglio del 2004.
5) Il Governo, anche in questo caso, ha scelto la strada della trasparenza e, in sede di presentazione dell’iniziativa, ha reso noti i nomi non solo dell’Amministratore ma anche dei soci.
6) Crediamo che nessuno – e infatti non è stato fatto, almeno fino ad ora – possa mettere in dubbio la competenza, la professionalità e l’esperienza delle persone con le quali è stato stipulato l’accordo e dei loro collaboratori.
7) Contrariamente a quanto alcuni hanno scritto e così come è stato chiaramente affermato in conferenza stampa, l’accordo non è stato stipulato con DIRE, una delle prime e più qualificate agenzie di stampa italiane, anche se il principale socio di Della Torre 1 è lo stesso editore di DIRE. Sono quindi evidenti i benefici che la Repubblica potrà trarre dalle relazioni con DIRE, le quali, più che un aspetto negativo e censurabile, ci sembra che rappresentino un valore aggiunto ed una garanzia. Non spetta al Governo preoccuparsi delle presunte lesioni derivanti dall’accordo sottoscritto con Della Torre 1 all’imparzialità dell’agenzia di stampa italiana.
8) In considerazione di quanto sopra, degli impegni assunti dalla società Della Torre 1, dello staff di giornalisti impegnati nel progetto e dei contenuti del piano di lavoro concordato, ci sembra che il compenso sia proporzionato ai servizi che verranno prestati.
9) Nessuna scelta irreversibile è stata compiuta. Il Governo ha infatti ritenuto, prudentemente, di attribuire all’accordo un carattere sperimentale, tanto è vero che esplicherà i suoi effetti dal 10 maggio al 31 dicembre 2008, senza alcun rinnovo automatico. Entro il 30 novembre verranno valutati i risultati della collaborazione e assunte le più opportune decisioni sulla eventuale prosecuzione del rapporto.
10) La società ed i giornalisti impegnati in questo progetto non opereranno al servizio esclusivo del Governo, ma si porrano al servizio di tutte le istituzioni pubbliche, a partire dal Consiglio Grande e Generale, ed il progetto di comunicazione, in un rapporto di collaborazione e servizio alla stampa locale, italiana e internazionale, vedrà il coinvolgimento dei partiti politici, delle organizzazioni sindacali, delle categorie economiche, delle associazioni di volontariato, degli ordini professionali, i quali non a caso sono stati invitati alla conferenza di presentazione dell’iniziativa.
Per quanto riguarda le accuse di scarsa trasparenza e quelle preventive di mancanza di autonomia e di imparzialità sollevate da alcuni giornali — e non vogliamo assolutamente generalizzare – non possiamo che rinviarle al mittente. Se nel campo dell’informazione vi sono aspetti da chiarire — e ci auguriamo di riuscire a farlo, a tutela dei diritti dei cittadini — questi riguardano proprio la compagine azionaria di alcune società ed i rapporti fra le redazioni e gli editori, che, in alcuni casi, tentano, in tutta evidenza, di influenzare la politica e perseguono, anche attraverso i giornali di cui sono proprietari, i propri personali interessi”. (Testo distribuito da Tito Masi, Segretario di Stato all’Industria, in conferenza stampa tenuta assieme a Ivan Foschi, Segretario di Stato alla Giustizia, , a nome del Congresso di Stato)