Il Titano riparte da un Draghi boy
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Di Stefano Sansonetti
Verso la conclusione la vicenda della banca di San Marino, dopo i rifiuti di Savona e Masera
Bossone, ex Bankitalia, è in pole per diventare governatore
Sul monte Titano questa volta stanno veramente incrociando le dita. Perché dopo il rifiuto di Paolo Savona e Rainer Masera, che hanno preferito non sedersi sulla poltrona di governatore della Banca centrale di San Marino, la situazione non ammette altri tentennamenti. Il lavoro di individuazione di un altro profilo spendibile, nei giorni scorsi, è andato avanti senza sosta. E sembra proprio che questa volta ci siamo. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi la scelta delle autorità sammarinesi è caduta su Biagio Bossone, una lunga esperienza come direttore esecutivo della Banca mondiale al cui interno, oltre all’Italia, ha rappresentato stati come Portogallo, Grecia e proprio San Marino. Ma l’elemento più importante per il Titano, che sta cercando di rifarsi un immagine nei rapporti con l’Italia e l’Europa, è rappresentato dagli ottimi rapporti che Bossone può vantare con Mario Draghi, governatore di Bankitalia.
Fonti vicine al dossier raccontano che spesso, alla vigilia dei vertici internazionali, il numero uno di palazzo Koch si consulta con Bossone, con cui condividerebbe alcune priorità nella riscrittura della governance finanziaria mondiale. Senza contare che il probabile, nuovo governatore della banca centrale del Titano vanta direttamente un’esperienza in Bankitalia maturata sul finire degli anni ’90, quando ha rivestito l’incarico di capo della divisione pagamenti. Insomma, esattamente come era avvenuto per Savona e Masera, il legame con via Nazionale è un requisito a cui la autorità sammarinese non hanno voluto rinunciare nemmeno in occasione di questa terza scelta. Certo, adesso la nomina dovrà essere ufficializzata all’interno del Consiglio grande e generale, che si riunirà a questo scopo il 18 marzo prossimo. Nei giorni scorsi, a dir la verità, i sondaggi di disponibilità avevano riguardato anche altre due persone. Da una parta Matilde Carla Panzeri, fino al maggio del 2008 direttore centrale dell’area circolazione monetaria di Bankitalia. Dall’altra Renzo Costi, ordinario di diritto commerciale a Bologna e uno degli ispiratori della legge bancaria italiana del 1993, in passato consigliere di amministrazione dell’Eni (e oggi consigliere Enel). Alla fine, però, l’indicazione che ha prevalso è stata appunto quella di Bossone. Non v’è dubbio che dopo il no di Savona e Masera (vedi ItaliaOggi del 14 e del 18 febbraio 2009 e da ultimo del 3 marzo scorso) un altro rifiuto non sarebbe tollerato. Anche perché il vertice della Banca del Titano è scoperto da quasi un anno e il piccolo stato ha tanti obiettivi su cui lavorare per recuperare il look di fronte alla comunità finanziaria internazionale.
Tra i principali dossier in ballo, tanto per fare esempi concreti, ci sono l’aggiornamento e la ratifica dell’accordo contro le doppie imposizioni fiscali, l’aggiornamento della convenzione valutaria del 1991 e il definitivo decollo dell’accordo di cooperazione economica tra i due stati. Troppa carne al fuoco per continuare ad avere una Banca centrale senza governatore.