La guerra interna nella Democrazia Cristiana, La Tribuna Sammarinese

La guerra interna nella Democrazia Cristiana, La Tribuna Sammarinese

La Tribuna Sammarinese

Anche Noi Sammarinesi scende in campo con accuse pesanti verso chi ha
gestito il Paese negli ultimi 20 anni

I politici compromessi se ne
vadano, hanno fatto ingenti guadagni e rovinato il Paese

 Escalation
di dichiarazioni: dopo l’annuncio del ritiro di Germano De Biagi e l’accusa di
Sinistra Unita, si apre una vera e propria guerra nel Pdcs

E’ in atto una vera rivoluzione in politica. Non la classica (e ormai poco credibile) lotta fra maggioranza e opposizione, ma una guerra, neppure tanto fredda, interna al partito di maggioranza relativa capace però di estendersi anche ad altri partiti. Si tratta della rivolta delle nuove generazioni o comunque di chi non è compromesso con le politiche del passato, contro chi, avendo contribuito a portare il Paese nelle condizioni attuali, intende comunque riproporsi e non vuole fare un passo indietro. Una guerra senza esclusione di colpi, ormai uscita allo scoperto, fino ad identificare esattamente nomi e cognomi. Stranamente ad accendere la miccia è una decisione di uno dei consiglieri più longevi in termini di presenza politica. Il 31 marzo, Germano De Biagi annuncia sul nostro giornale il proprio ritiro dalla politica. Di certo un segno dei tempi e in tanti si sono congratulati per l’intelligenza dimostrata. Ma il gesto ha innescato una reazione a catena e ora tutta la ‘vecchia’ politica è sotto pressione. Il 2 aprile Sinistra Unita fa nomi e cognomi (Gatti, Podeschi, Mazza, Galassi, Casali, Morri, Stolfi e Andreoli) di tutti coloro che hanno avuto le massime responsabilità nelle scelte politiche degli ultimi 20 anni. Poi, il 3 aprile il presidente del Pdcs, Teodoro Lonferni, con un articolo firmato dal nostro giornalista Zani, taglia la testa al toro e dichara che in politica ci sono: “Personaggi nostrani che … hanno costruito condotte di certo meno nobili rispetto alla necessità di mettere al riparo il Paese da situazioni di pericolo che purtroppo si sono puntualmente verificate”. Il dado è tratto, l’attacco è sferrato. Così il 4 aprile, sempre sul nostro giornale, i giovani democristiani affondano ancora di più la lama del coltello nella ferita mettendo a nudo un’analisi impietosa, quanto reale e dicono: “(La politica) si divide tra coloro che intendono effettivamente portare fuori la Repubblica da una situazione di estremo disagio e coloro che invece per motivi personali stanno ancora giocando al massacro”, sottolineando poi come questi stessi personaggi abbiano: “Portato il paese nella condizione attuale dove illegalità e criminalità organizzata sono all’ordine del giorno”. Ieri a scendere in campo sono quattro consiglieri del Pdcs, Batistini, Tamagnini, Marchetti e Ceccoli che alzano ulteriormente i toni: “(Il paese è in crisi non a causa di Valentini, ma) di coloro che da vent’anni a questa parte, coperti dall’ombrello della nostra statualità e sovranità, con la quale hanno costruito condotte di certo non sempre nobili, hanno raggiunto posizioni personali impensabili e hanno portato il paese nella condizione attuale”. L’accusa è precisa e puntuale e non lascia spazio a interpretazioni, nonostante il Segretario del Pdcs, Marco Gatti cerchi di buttare acqua sul fuoco dicendo che non esistono democristiani di serie A e di serie B mentre quello che hanno detto Lonfernini, i quattro consiglieri e i giovani Dc, pare andare proprio nella direzione opposta. Sulla questione interviene oggi il movimento Noi Sammarinesi, uno stretto alleato del Pdcs, che però non fa sconti e rincara la dose riconoscendo che è in atto uno scontro da cui dovranno uscire dei vincitori e dei vinti: “Siamo alla resa dei conti – scrive il movimento di Marco Arzilli – fra un modo di fare politica ispirato e condotto da interessi personali, affaristici e clientelari, da personaggi che nella politica hanno trovato il mezzo per fare ingenti guadagni lasciando il Paese nelle difficili condizioni economiche in cui attualmente si trova ed un modo di fare politica che crede nella nobile concezione di puro servizio al Paese e nella necessità di una rinascita culturale ispirata alla legalità, al lavoro vero, al rispetto delle Istituzioni, ed al sostegno di tutti coloro che, nei diversi ruoli, dai Corpi Militari alla Magistratura, quotidianamente svolgono le proprie funzioni con alto senso dello Stato e responsabilità”. Noi Sammarinesi non ha remore ritenendo che: “Sia ora che coloro che hanno compromesso con le loro azioni la credibilità del nostro Paese si facciano finalmente da parte”. Insomma lo scontro dentro a tutta la politica si è formalmente aperto e non pare che questa volta sia un semplice fuoco di paglia.  

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