La sentenza della Cassazione sui gay, Toscananews24. Mons. Negri

La sentenza della Cassazione sui gay, Toscananews24. Mons. Negri

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Firenze. Le coppie gay, se con l’attuale legislazione “non possono far valere il diritto a contrarre matrimonio e né il diritto alla trascrizione del matrimonio celebrato all’estero”, tuttavia hanno il “diritto alla vita familiare e a vivere liberamente una condizione di coppia” con la possibilità, in presenza di “specifiche situazioni”, di un “trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”. Lo ha affermato la Cassazione, in una sentenza (n. 4184) depositata nella giornata di ieri.

E’ la prima volta che la Cassazione si trova ad affrontare il caso di una coppia omosessuale che chiede il riconoscimento del proprio matrimonio contratto all’estero. I due uomini si erano sposati nel 2002 a L’Aja (in Olanda) ed avevano poi chiesto la trascrizione del certificato di nozze, come atto pubblico, al Comune di Latina dove sono residenti. Al rifiuto dell’ente pubblico di riconoscere tale certificato e dunque il matrimonio, la coppia ha fatto ricorso sia in Tribunale che alla Corte d’Appello di Roma, entrambi respinti, per poi approdare in Cassazione. Nonostante la Suprema Corte abbia comunque rigettato la richiesta, le sue motivazioni sono state comunque molto chiare.
“E’ stata superata – ha sentenziato la Corte – la concezione secondo cui la diversità di sesso dei nubendi è presupposto indispensabile, per così dire naturalistico della stessa esistenza del matrimonio, l’intrascrivibilità delle unioni omossessuali dipende non più dalla loro inesistenza e neppure dalla loro invalidità ma dalla loro inidoneità a produrre quali atti di matrimonio, appunto, qualsiasi effetto giuridico nell’ordinamento italiano”. Le coppie gay, così come i coniugi, hanno però il diritto ad una “vita familiare” e ad esigere e a far valere per questo il diritto ad un “trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”.
“I gay vincono una battaglia storica”
La Corte di Cassazione ha sancito il diritto alla “vita familiare” e “vivere liberamente una condizione di coppia” per i gay. Le coppie omosessuali, se con l’attuale legislazione “non possono far valere il diritto a contrarre matrimonio nè il diritto alla trascrizione del matrimonio celebrato all’estero”, si legge nella sentenza, tuttavia hanno il “diritto alla vita familiare” ed a “vivere liberamente una condizione di coppia” con la possibilità, in presenza di specifiche situazioni, di un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata.
“Gaylib esprime una grande soddisfazione, potremo chiamarla gioia per questa sentenza che finalmente dischiude le porte alle unioni omoaffettive e una parificazione di diritto che finora è stata negata a tutti gli italiani, anche a coloro che questo diritto non lo vorranno esercitare”. Lo ha affermato Luisella Audero, consigliere nazionale e referente per la Toscana dell’associazione Gaylib.
Luigi Negri: “Una ferita mortale per la Costituzione”
“E’ una ferita mortale alla Costituzione, viene demolito ciò su cui la civiltà poggia da millenni. E’ una contraddizione logica e giuridica. Come può esserci vita familiare senza famiglia?”. Lo ha detto monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino e Montefeltro e commissario Cei per la Dottrina della fede, in un’intervista al quotidiano La Stampa, commentando la sentenza della Cassazione che riconosce agli omosessuali il diritto legale alla vita familiare.
“E’ gravissimo – ha anche aggiunto – che venga creata una figura inesistente nella Costituzione: la famiglia gay. Equiparare le unioni omosessuali al matrimonio va contro valori basilari dell’umanità. La famiglia, cellula fondamentale di ogni società, è un bene troppo prezioso per esporla al rischio di pronunciamenti distruttivi e contrari all’etica”. “Questa sentenza – ha concluso – scardina quanto di più necessario occorra alla società per non precipitare nel caos. E’ una pericolosa minaccia alla dignità umana e al futuro stesso dell’umanità”.

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