Antonio Fabbri, L’Informazione di San Marino: La staffetta vola
Quella volta erano arrivati quarti.
Un buon risultato per gli scattisti
del Titano, a un passo dal podio.
Se non fosse che a gareggiare
erano in quattro. Di fatto, quindi,
si erano piazzati ultimi. Ma siccome
evidentemente tutto è relativo,
i titoli furono altisonanti:
“La staffetta vola”, si era arrivati
a dire.
Un po’ di quel modo di fare è rimasto,
quasi a pensare che poiché
il Paese è piccolo i successi non possono essere troppo marcati e bisogna accontentarsi
dei risultati che si raggiungono.
Il problema è che il concetto è stato trasferito
anche sugli scandali. Sembra cioè, siccome
lo stato è piccolo, che anche gli scandali debbano
essere proporzionati alle dimensioni
del territorio. E di questo ci si convince a tal
punto che anche quando le situazioni sono
gravi, si minimizzano. Almeno in prima battuta.
Così viene fuori che la relazione preliminare
del Fondo monetario esprime un giudizio
“tutto sommato positivo”. Al gioco ci stanno
pure le categorie economiche che non “si stupiscono
più di tanto”.
Meno male che poi se ne prende coscienza, la
tabella di marcia viene fissata e in agenda si
mettono ricapitalizzazione di Carisp, bilancio
dello Stato e riforma tributaria. Ammesso
che si riesca a far tutto.
In questo quadro collaudato del “minimalismo
problematico” ci resta impigliata pure la
relazione del Gruppo europeo contro la corruzione.
Anche lì prima di renderla pubblica
ci sono voluti due mesi, mentre dal governo
si andava rassicurando che il contenuto era
“sostanzialmente positivo”. Poi la relazione
del Greco è stata pubblicata e si è notato che
di “sostanzialmente positivo” c’era ben poco.
Nonostante ciò ci si è fatti belli sottolineando
che il Titano aveva comunque totalizzato
meno prescrizioni di altri stati, Italia compresa.
Un vicino non certo da prendere come
termine di paragone dato che da Tangentopoli
ad oggi è cambiato poco o niente oltre
confine.
Però “solo” 16 raccomandazioni sono sufficienti
per minimizzare, senza curarsi troppo
del fatto che siamo anche andati a dire agli
ispettori del Greco che non c’erano prove
delle infiltrazioni malavitose. Questo quando
qualche mese prima era esplosa l’indagine
Vulcano.
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