La Stampa: Mps, la Finanza alla Banca d’Italia Sequestrati 1,8 miliardi a Nomura

La Stampa: Mps, la Finanza alla Banca d’Italia Sequestrati 1,8 miliardi a Nomura

La Stampa:  Mps, la Finanza alla Banca d’Italia
Sequestrati 1,8 miliardi a Nomura

Blitz dei magistrati della procura di Siena e delle Fiamme Gialle. Nessun dirigente di Palazzo Koch è indagato

 L’inchiesta sui derivati, uno dei filoni di quella
principale sul Monte dei Paschi di Siena, ha subito un’improvvisa accelerazione
con un decreto di sequestro preventivo emesso nei confronti di Banca Nomura, ai
fini impeditivi e di confisca, per un totale di 1,8 miliardi: 1,7 mld depositati
da Mps a favore di Nomura a titolo di garanzia sul finanziamento ricevuto
dall’istituto giapponese e 88 mln di commissioni occulte percepite dalla stessa
Nomura. Una lettura che, in una nota, l’istituto giapponese contesta: «nessun
asset di banca Nomura è stato sequestrato» spiegando che si tratta di «un
potenziale sequestro di collaterale in relazione all’operazione con Mps». 

 Circa 14,5 mln, complessivi (tra beni mobili e
immobili), sono poi stati sequestrati agli ex vertici del Monte: Giuseppe
Mussari (2,3 mln) Antonio Vigni (9,9 mln) e Gianluca Baldassarri (2,2 mln). Per
Mussari, secondo quanto spiegato dai suoi legali si tratterebbe di una cifra
pari agli emolumenti da lui conseguiti dal 2009 al 2012. Insieme all’allora
executive manager per Europa e Medio Oriente di Nomura, Sadeq Sayeed, e al
responsabile per l’Italia Raffaele Ricci, sono tutti indagati anche per usura e
truffa aggravata. 

 L’inchiesta riguarda in particolare il contratto,
stipulato nel luglio 2009 da Mps con l’istituto giapponese, per la
ristrutturazione del derivato Alexandria che, in seguito agli sviluppi di oggi è
a sua volta sequestrato: con il finanziamento di Nomura il Monte dei Paschi
acquistò Btp italiani per un importo di 3,05 miliardi di euro. 

Stamani gli uomini del Nucleo di polizia valutaria della
Gdf, guidati dal generale Giuseppe Bottillo, si sono presentati nella sede di
Bankitalia. Con loro c’erano i pm Aldo Natalini e Giuseppe Grosso, che insieme
al collega Antonino Nastasi sono titolari dell’inchiesta sul Monte. Una visita
“obbligata” dalle norme internazionali che per un sequestro presso una banca
straniera hanno necessità dell’ausilio dei funzionari di Palazzo Kock. In realtà
l’esecuzione potrebbe richiedere altro tempo e bisognerà vedere se alla fine la
cifra trovata sarà quella indicata nel comunicato firmato dal procuratore di
Siena Tito Salerno. 

 Ai 5 indagati per usura e truffa aggravata, vengono
contestate anche altre accuse: ostacolo aggravato alle autorità di vigilanza,
infedeltà patrimoniale e false comunicazioni in concorso. I provvedimenti di
sequestro hanno interessato uffici a Siena, Roma, Bologna, Milano e Catanzaro.
In Calabria, secondo quanto si è appreso, sarebbe stato bloccato un conto di
Mussari, originario proprio di Catanzaro, con poche decine di euro. 

Per quanto riguarda l’ex presidente e l’ex dg del Monte,
Mussari e Vigni, quello di oggi è il primo sequestro che li interessa
direttamente, mentre a Baldassarri, l’unico tra gli indagati in carcere, in due
diverse occasioni sono stati sequestrati altri 24 mln di titoli e obbligazioni.
Altri 22 mln vennero sequestrati nell’ambito dell’inchiesta sulla così detta
banda del 5% a 3 broker di una società di Milano. 

Proprio a quest’ultimo filone, tra l’altro, sarebbe
collegata la `visita´ effettuata da Natalini che, dopo aver lasciato Roma, ha
allungato la strada, arrivando a San Marino, uno dei 5 Stati ai quali la procura
di Siena avrebbe chiesto una rogatoria internazionale. Analoga richiesta è stata
già avanzata anche in Svizzera, dove i magistrati toscani sono stati due
settimane fa, in Spagna (dove andranno per sentire il presidente di Banco
Santander, Emilio Botin) e in Inghilterra. Altre rogatorie potrebbero essere già
state richieste anche in altri Paesi.

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