La Tribuna Sammarinese intervista ad Alessandro Corbelli

La Tribuna Sammarinese intervista ad Alessandro Corbelli

Come è nata la decisione di candidarsi come indipendente nella lista del Partito dei Socialisti e dei Democratici?

La decisione è il coronamento di un progetto politico, in senso riformista, iniziato già da prima delle elezioni del 2006. Progetto che mi avrebbe già visto candidato in quelle stesse elezioni e sempre da indipendente per la stessa lista del PSD, se non fosse stato per la grave malattia che mi bloccò per oltre due anni. Ho ora l’opportunità di contribuire direttamente alla realizzazione delle forze riformiste che il PSD sta già meritevolmente portando avanti da tempo.

Quale contributo pensa di dare alla sua lista e alla sua coalizione?

Cosciente del mio ruolo democratico e riformista, mi impegno a costruire una società fondata su nuovi valori, forti e positivi, che spingono a guardare lontano, a guardare oltre quel presente senza speranza da altri proposto. Solo così, infatti, la via riformista può lavorare mantenendo intatte le peculiarità che rendono “San Marino una Repubblica fiore all’occhiello del mondo”.

Quali saranno secondo lei le radici che daranno alla coalizione la possibilità di crescere?

Democrazia, modernità e riformismo. Queste sono le radici che forniranno alla coalizione la possibilità di crescere, rinnovare la fiducia in se stessa e dare una guida politica al paese capace di rispondere con efficienza alle nuove sfide che San Marino dovrà affrontare nei prossimi anni.

Lei ultimamente ha stretto diversi contatti con le forze politiche italiane ed in particolare il PD. Quale contributo può arrivare da queste collaborazioni?

Da quanto in Italia l’ex sindaco di Roma Walter Veltroni ha voluto portare a termine una rivoluzione chiamata Partito Democratico, ho voluto proporre altrettanto qui sul monte Titano. Il PD ha prodotto a Roma una rivoluzione smontando un parlamento fatto di sottobosco senza fine di partiti e partitini. Qui a San Marino ho lo stesso obiettivo: fare del riformismo una bandiera da contrapporre alle differenze e alle ambiguità. In questo senso mi sostengono i miei amici riformisti in Italia e a Roma. Per questo ho scelto di candidarmi per una grande coalizione che garantisce al Paese un ruolo internazionale sempre maggiore.

Che reazione si aspetta dai sammarinesi in queste elezioni?

A noi sammarinesi spetta ora decidere. Come al solito, ad ogni elezione, il nostro futuro viene messo alla prova. Tra slogan altisonanti e frasi fatte, ci mettiamo tutti a confronto. Tanto i sammarinesi sanno perfettamente chi merita la fiducia e chi no. Sono candidato come indipendente nella lista del PSD nel mio attuale ruolo di presidente del Partito Democratico sammarinese, partito che ha un grande progetto riformista e che, in questo senso, è ancora aperto. Questa mia prima candidatura rappresenta un naturale approdo per tutti coloro che guardano positivamente alla realizzazione di uno Stato moderno e competitivo. A buon intenditor, poche parole….

Secondo lei i sammarinesi sono pronti a guardare nella direzione da Lei indicata?

Sì, secondo me questo Stato è composto da giovani, donne e uomini capaci di guardare lontano. E’ giunta l’ora di affrontare con responsabilità e amore per lo Stato, il cambiamento ed il rinnovamento del sistema politico sammarinese in senso riformista. Serve un Governo in grado di dare una guida politica e morale al Paese, di farlo crescere, di rinnovare la fiducia in se stesso, di costruire l’identità di una Nazione moderna. Solo così è possibile lavorare e rendere San Marino una Repubblica fiore all’occhiello del mondo. Possiamo farlo, insieme.

Il Paese sta vivendo un momento particolare dal punto di vista bancario e finanziario. Qual è il suo giudizio e secondo lei come si esce da questa situazione?

Il recente crack finanziario che ha coinvolto e coinvolge tuttora i più importanti Paesi del mondo non è altro che il frutto del liberismo economico applicato in quest’ultimo ventennio nel sistema finanziario e bancario. E cioè: poche regole e molta libertà di movimento. Quello che oggi, invece, i leaders politici mondali si sono accorti di dover fare è restringere e guidare il mercato istituendo commissioni ed organi di massima vigilanza e controllo, oltre che regole che possano rendere il mercato stesso e i soldi dei risparmiatori garantiti. Anche nel nostro Stato, quindi, è necessario uniformarsi e continuare il lavoro fin qui già svolto, inerente la regolarizzazione delle banche e della finanza, completando la realizzazione degli organi di controllo e vigilanza, di un fondo nazionale rischi e adottando la normativa finanziaria internazionale che ci renda affidabile nei riguardi dei Paesi esteri che intendono sviluppare con noi rapporti di cooperazione economica.

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