L’assicurazione sull’acqua. La Tribuna Sammarinese

L’assicurazione sull’acqua. La Tribuna Sammarinese

LA TRIBUNA SAMMARINESE

L’Azienda Autonoma di
Stato per i Servizi Pubblici decide di assicurare gli utenti contro le perdite
di acqua potabile

 Assicurazione obbligatoria (o quasi) per
tutti i cittadini: incongruenze nell’offerta dell’Aass 

I
premi complessivi pagati saranno di gran lunga più elevati di quanto si prevede
possa essere il valore complessivo dei danni e franchigie, massimali e rinnovi
automatici fanno aumentare i dubbi sull’utilità dell’operazione

Giuseppe Maria Morganti

“Gentile cliente, l’Aass ha constatato che negli ultimi anni una significativa percentuale di utenze subisce guasti o rotture ad impianti e tubazioni interne alla rete dell’acqua potabile”, questo l’incipit di un comunicato giunto a tutti i sammarinesi in cui si avverte che sulla prossima bolletta dell’acqua verranno addebitati 12,06 euro, se si tratta di utenze domestiche e 24,00 euro per gli usi diversi, per far fronte alle spese di un’assicurazione che provvederà a risarcire gli utenti nel caso vengano constatate perdite d’acqua a causa di guasti. Siccome, dicono dall’Aass dal 2005 al 2010 ci sono state perdite ‘occulte’ di acqua pari a 720.000 metri cubi, si è pensato di affidare ad una compagnia di assicurazione il compito di ‘tutelare’ le utenze. La formula che viene proposta non è però quella che consente un’adesione spontanea, ma tutti sono di fatto assicurati e di fatto obbligati a pagare il sovrapprezzo, a patto che non si invii il diniego dell’adesione. Una formula non certo in linea con i principi di tutela dei consumatori che prevedono espressamente che le adesioni a servizi che prevedono spese debbano essere decisi in piena autonomia e quindi le utenze per assicurarsi avrebbero dovuto dichiarare la disponibilità a farlo e non il contrario, come invece impone l’Aass. Altra incongruenza quella dei termini di recesso: se un utente volesse disdire l’assicurazione può farlo comunicandolo in forma scritta, ma trenta giorni prima della scadenza di ogni anno, quindi dal 1 gennaio dell’anno successivo il contratto sarà rinnovato automaticamente senza neppure indicare se il prezzo dell’assicurazione potrà aumentare oppure resterà invariato negli anni futuri. Altra incongruenza la franchigia: in caso di perdita d’acqua l’assicurazione coprirà solo i consumi superiori ai 250 euro (500 per le utenze professionali) e quindi fino a tale cifra sarà comunque l’utente a pagare in caso di perdita d’acqua e il massimale è limitato a 10mila euro per contatore. Se abbiamo fatto bene i conti il premio assicurativo complessivo su tutto il territorio che i cittadini e le imprese dovranno pagare è di circa 250/300 mila euro. Se consideriamo che le perdite registrate sono state in media negli ultimi cinque anni di 144mila metri cubi che al costo di 0,9 euro fanno circa 130mila euro di perdite all’anno, accadrà che gli utenti complessivamente ne pagheranno circa il doppio. Se poi da questi si tolgono le franchigie e i massimali, l’esborso per eventuali perdite potrebbe non raggiungere mai i 100 mila euro. Insomma pare ci siano tutti i presupposti per un servizio non troppo conveniente per gli utenti. 

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