Le banche di San Marino alle prese con la riserva obbligatoria

Le banche di San Marino alle prese con la riserva obbligatoria

La dolosa irresponsabilità dei governi della Repubblica di San Marino che nel giro di una decina di anni (auri sacra fames) hanno creato un sistema finanziario con la mentalità e la cultura dei mediatori di pecore sul campo della fiera di Borgo (quando c’era), deve essere esplosa ieri nella riunione del Consiglio di Amministrazione dell’Associazione Bancaria Sammarinese, presenti una delegazione governativa ed i vertici di Banca Centrale che dei suddetti politici è stata correa.
Riferisce della riunione La Voce di Romagna – San Marino.

Motivo della riunione: la promulgazione del decreto che ex abrupto impone la creazione di un fondo di riserva obbligatorio.
Questo l’incipit dell’articolo-trafiletto: ‘A Palazzo Begni ieri pomeriggio, l’aria si tagliava con il coltello… Nell’incontro sono volate parole grosse … L’affronto più duro sarebbe avvenuto fra il presidente della Cassa di Risparmio e Pier Paolo Fabbri della Bac che nei giorni scorsi
aveva stigmatizzato il provvedimento governativo per tempi e modalità. Fra i due sono volate parole pesanti. Al punto che Sibani avrebbe abbandonato la riunione.
Ma non è stato l’unico episodio.

Il clima nella stanza era di tutti contro tutti. La maggiore preoccupazione delle banche è stata quella di avere precise assicurazioni sull’uso del danaro che confluirà nel fondo di garanzia del sistema e che la partecipazione sia di tutti.
Nell’atto governativo infatti la Vigilanza poteva dispensare gli istituti dal prelievo in caso di comprovate difficoltà di liquidità.
Dal duro confronto non si sono salvati né il Governo, che ha dato prova di non aver saputo gestire l’emergenza, né Banca Centrale intervenuta in ritardo.

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