Leonardo Raschi, Liberal Sammarinesi. Perché sono contrario all’arrivo dei cinesi della Maxdo a San Marino

Leonardo Raschi, Liberal Sammarinesi. Perché sono contrario all’arrivo dei cinesi della Maxdo a San Marino

Perché sono contrario all’arrivo dei cinesi della Maxdo a San Marino
Sento puzza di bruciato. Francamente sono rimasto sorpreso dalla superficialità e leggerezza con la quale l’attuale governo di Bene Comune ha salutato trionfalisticamente l’arrivo dei cinesi a San Marino. Il fondo sovrano cinese Maxdo vuole investire in Repubblica una cifra attorno ai 100 milioni di euro attraverso la realizzazione di una banca d’affari proiettata sull’europa e sul mondo. Quindi in prospettiva, a mio avviso, i milioni potrebbero essere molti di più. La baggianata più grossa che ho ascoltato in questi giorni è stata quella di dire che i cinesi hanno scoperto l’opportunità San Marino tramite l’Expo di Shanghai del 2010 (magari assistendo allo spettacolo degli sbandieratori… ah ah ah) o tramite i viaggi del Segretario Arzilli a Singapore.
Io penso invece che il dossier San Marino giri da parecchi anni sulle scrivanie dei centri studi strategici di non poche Cancellerie. Ci conoscono benissimo. Siamo piccoli ma strategici. Qui non si tratta, caro Segretario Arzilli (ma anche Marco Gatti e Gerardo Giovagnoli), di internazionalizzare la nostra economia. Non c’entra un fico secco. Anche io sarei favorevole a internazionalizzare la nostra economia tramite scambi commerciali tra piccole e medie imprese, ma qui è un altro paio di maniche.  Qui si parla di un insediamento di un colosso finanziario proiettato sull’europa e sul mondo. Ma perché i cinesi hanno scelto il nostro paese per insediarsi e non invece paesi come il Lussemburgo, il Liechtenstein o la Svizzera?
Io penso che abbiano scelto noi non per motivi fiscali bensì per motivi geo-politici e geo-strategici. Per questo hanno scelto San Marino nonostante la nostra permanenza in black list. L’esperienza rovinosa di banca Delta ci ha insegnato che allargare i confini bancari per San Marino non è affatto scontato. Per non parlare che le nostre istituzioni finanziarie non hanno accordi internazionali per vendere i servizi e i prodotti bancari all’estero. Anche questo è un fatto curioso che rende la scelta cinese alquanto singolare. E’ noto a tutti che finora i cinesi hanno mostrato scarso interesse a investire in europa occidentale. Essi sono più concentrati a investire in europa dell’est e in africa.
Ma c’è un’eccezione: un recente interesse dei cinesi a investire in Italia, vedi la fresca acquisizione della Ferretti, leader mondiale degli yacht di lusso. Ma si dirà: i cinesi sono forti, sono pieni di soldi è inevitabile che tendano ad espandersi e a pestare i piedi a qualcuno. Si va bene ma se devono pestare i piedi a qualcuno meglio che non ci sia di mezzo San Marino. Le guerre oggigiorno non si combattono più con i cannoni bensì con l’economia e con la finanza. Di tutte le tipologie di banche che possono venire a San Marino quelle d’affari sono le più pericolose per il nostro paese.
Ma vi immaginate se quelli della Maxdo acquisissero quote azionarie in Mediobanca o in Generali? Sarebbe un fatto se non increscioso quantomeno imbarazzante. Non dobbiamo dimenticarci che 20 anni fa il nostro paese rifiutò l’ingresso di una grossa banca internazionale per motivi molto più lievi e pregnanti di quelli attuali con il colosso cinese. Allora delle due l’una: o ci siamo sbagliati allora o ci stiamo sbagliando adesso. In definitiva quello che voglio dire è questo: fare diventare il nostro paese il quartier generale di un colosso finanziario come la Maxdo è una cosa troppo grande per i nostri 60 chilometri quadrati. Io penso che se San Marino vuole mantenere la sua sovranità debba rifuggire da disegni e logiche geo-politiche e geo-strategiche da parte di qualsivoglia superpotenza in essere o in divenire.
Leonardo Raschi
Liberal Sammarinesi

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