Leonardo Raschi (Liberal) sulla questione del ‘reddito di cittadinanza’

Leonardo Raschi (Liberal) sulla questione del ‘reddito di cittadinanza’

A proposito di reddito di cittadinanza

Occorre una riforma generale di tutti gli ammortizzatori sociali

Non è che gli ammortizzatori sociali li abbia scoperti Civico 10 con la proposta di istituzione di un salario di cittadinanza. Già nel lontano 1947 le forze politiche e sindacali si posero il problema di come garantire un minimo di reddito ai lavoratori che avessero perso il posto di lavoro a seguito di ristrutturazioni aziendali. E inventarono la Cassa Integrazione Guadagni. Perché le forze politiche e sindacali (soprattutto sindacali) abbiano scelto quella strada, ovvero quella di garantire un reddito legato al possesso di un posto di lavoro, non è dato sapere.

O meglio si sa benissimo ma sarebbe troppo lungo spiegarne le ragioni storiche in un breve articolo. Tuttavia qualcosa si può dire lo stesso: le ragioni vanno ricercate nella concezione sindacale (e marxista) che vedeva nella fabbrica il motore dell’economia, fulcro dell’emancipazione dell’operaio-massa. Senza dimenticare che quegli anni rappresentavano la vigilia del boom economico dove la disoccupazione era un fatto trascurabile. E non importa se la Cassa Integrazione Guadagni lasciava scoperti e senza tutela tante fasce della popolazione come i giovani in cerca di un primo impiego, avranno pensato gli inventori.

Da allora risale la critica ai sindacati di tutelare solo chi un lavoro c’è l’ha e al contempo di disinteressarsi degli altri. Forse qualcosa di vero c’è. Fatto sta che un ammortizzatore sociale come la CIG esiste solo in Italia e a San Marino. La proposta di reddito di cittadinanza avanzata da Civico 10 è semplicistica e incompleta. Essa potrebbe essere valutata solo in un quadro di riforma complessiva degli ammortizzatori sociali. Personalmente sarei favorevole all’abolizione della Cassa Integrazione Guadagni e all’introduzione del reddito di cittadinanza per tutti anche per le casalinghe e per i giovani in cerca di un primo impiego.

Ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Tra l’altro il reddito di cittadinanza così come concepito da Civico 10 è praticamente inapplicabile. Hanno alzato talmente l’asticella per accedervi che risulta praticamente impossibile accostarsi. Dice infatti la proposta di legge di iniziativa popolare di Civico 10: a) non possono accedervi chi abbia rifiutato proposte di lavoro negli ultimi 2 anni; b) chi chiede il reddito di cittadinanza deve impegnarsi a svolgere tutte le attività formative e lavorative che vengano proposte, ad iscriversi a tutte le liste di avviamento al lavoro e a non rifiutare occupazioni, se lo farà perderà il sostegno al reddito. La domanda a questo punto sorge spontanea: quale disoccupato in 2 anni non riceverà almeno un’offerta di lavoro (con 6 mila frontalieri che abbiamo a San Marino)? Nessuno.

Quello che voglio dire in definitiva che a San Marino quanto ad ammortizzatori sociali non siamo all’anno zero. Ripeto che sarei favorevole al reddito di cittadinanza solo nell’ambito di una riforma generale di tutti gli ammortizzatori sociali. Del resto l’idea di istituire un reddito di cittadinanza non è nuovissima: ci aveva già pensato quattro anni fa l’allora Segretario alla Sanità, Claudio Podeschi, ma non se ne fece nulla. Penso che anche questa volta, visto l’impostazione data da Civico 10, rimarrà un sogno irrealizzabile. 

 

Leonardo Raschi

Liberal Sammarinesi

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