Leopoldo Gargano, Il giornale di Sicilia: mafia a San Marino, Lo Piccolo

Leopoldo Gargano, Il giornale di Sicilia: mafia a San Marino, Lo Piccolo

Quotidiano Data 20-03-2009
GIORNALE DI SICILIA
GLI AFFARI DEI BOSS
LE RIVELAZIONI DEL«CONSIGLORI» MARCELLO TRAPANI SVELANO ILTESORO NASCOSTO DEI LO PICCOLO
Ville e soldi a Chioggia e a San Marino
Un fiume di denaro da pulire e investire
L’avvocato parla di un business da 8 milioni per abitazioni turistiche in Veneto. E di un pizzo da 300 mila euro
Non c’era soltanto la palazzina di Tommaso Natale fra i tesori nascosti della famiglia. Contatti con le banche della piccola repubblica per riciclare denaro e acquistare immobili.
Leopoldo Gargano
PALERMO
Le ville realizzate dal costruttore Toffanello a due passi dal mare, i rapporti con la famigliaGambino di New York, gli investimenti a San Marino, le tangenti imposte agli imprenditori che lavoravano per conto del Palermo. Questo il piatto forte che offre l’avvocato Marcello Trapani, un colletto bianco che ha deciso di vuotare il sacco. Un po’ avvocato – un po’consigliori, curava per conto del clan Lo Piccolo affari piccoli e grandi.
Dalla macelleria di via Tommaso Natale all’acquisto di decine di appartamenti. Le sue rivelazioni stanno alzando il livello delle indagini sul tesoro nascosto del capi del mandamento di San Lorenzo. Fino ad oggi la Procura ha potuto contare sulla collaborazione di una mezza dozzina di picciotti, personaggi anche di un certo livello come Francesco Franzese, ex reggente di Partanna, cresciuti comunque in un ambiente criminale e con il diploma di scuola media. Trapani è di un’altra pasta, a lui sarebbero stati delegati gli investimenti dei Lo Picco1o, soprattutto dopo la loro cattura avvenuta il 5 novembre del 2007. Sapevano di avere gli occhi addosso, il legale era l’uomo giusto per gli investimenti.
L’avvocato parla dell’affare da 8 milioni di euro che la cosca stava realizzando a Chioggia. Un fiume di denaro sporco da investire in una zona ad alta densità turistica. Le palazzine in questione, realizzate dall’imprenditore Toffanello, si trovano nei pressi del porto canale, a poca distanza da Venezia e soprattutto lontano, così almeno credevano i boss, dalle pressanti attenzioni della Procura di Palermo. Un affare sicuro dice il legale, bisognava comprare le case e poi rivenderle subito, gli acquirenti erano già stati trovati.
Il legale ha fornito chiarimenti sul materiale scoperto dalla Guardia di Finanza durante le indagini che portarono proprio al suo arresto. Appunti, scritti su dei post-it gialli, che l’avvocato Trapani pensando di essere intercettato, si scambiava quando nel suo studio veniva Calogero Lo Piccolo, il più grande dei figli del capomafia I due bisbigliavano qualcosa, poi scrivevano, infine tutto il materiale veniva stracciato e cestinato. I militari però sono riusciti comunque a entrarne in possesso, setacciando i sacchi della spazzatura davanti allo studio di Trapani, in via Emerico Amari.
I testi dei bigliettini ritenuti più importanti sono stati inseriti dai magistrati nell’ordinanza di custodia a carico di Pietro Mansueto, il presunto prestanome arrestato mercoledì per fittizia intestazione di beni. È stata disposta anche una perizia grafologica, alcuni di questi sono stati attribuiti con certezza a Calogero Lo Piccolo. Parlano proprio della speculazione immobiliare. «Padova come è finita fammi sapere il tipo di investimento e quanto occor», autore CalogeroLo Piccolo. Risposta: «vado venerdi’ a padova l’investimento non so ma lui parlava di 8m…… – ni di euro». Il testo prosegue con lo stesso argomento. «Come inizio quanti soldi e il tipo di lavoro», autore Calogero Lo Piccolo. Risposta: «Si faranno 8° appartamenti a chioggi.. con guadagno ad appartamenti finiti immediato perché ci sono già i compratori». «Fammi sapere quali garanzie e informati tu come garantirci nell’operazione», aggiunge Lo Piccolo junior.
Ma gli investimenti non erano previsti solo in Veneto, anche a San Marino, dove le agevolazioni fiscali hanno attirato negli ultimi anni capitali non proprio trasparenti. Trapani si sarebbe occupato anche di questo, non a caso i finanzieri hanno trovato tra la spazzatura proveniente dal suo studio un altro appunto, anche questo riportato nell’ordine di custodia a carico di Mansueto. «San Marino società finanziaria investimento edilizio commercialista fa tutte cose». A gestire l’affare immobiliare di Chioggia secondo l’accusa era la società «Pe.Tra, con sede guarda caso a San Marino di cui Trapani faceva parte assieme a Giovanni Pecoraro, ex dirigente del settore giovanile del Palermo, in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. È stata sequestrata dalla Finanza perché formata apposta per realizzare l’investimento immobiliare da 8 milioni di euro per conto dei Lo Piccolo. Trapani, l’1 ottobre scorso nel suo primo interrogatorio da dichiarante, ha detto che Pecoraro (difeso dall’avvocato Giovanni Castronovo) con l’investimento a Chioggia non c’entrava nulla.
Ma il penalista si sarebbe occupato anche di altro. Trapani parla di una tangente chiesta a un imprenditore che si era occupato di svolgere alcuni lavori per conto del Palermo nell’impianto sportivo di Boccadifalco. Un «pizzo» da 300 mila euro, captato dalle microspie della Guardia di Finanza, sul quale ci sono indagini in corso. E dei contatti, ripetuti, trai Lo Piccolo e il clan Gambino di New York. Dietro ci sarebbe una maxi importazione di droga. Insomma di tutto e di più, tanto che i magistrati hanno descritto così 1° collaborazione del professionista. «Da subito, 1’avvocato Trapani – scrivono – oltre ad ammettere la propria responsabilità, delineava non solo le attività delittuose della famiglia mafiosa dei Lo Piccolo e dei suoi collegamenti con le famiglie mafiose americane, ma soprattutto riferiva della disponibilità, da parte della famiglia Lo Piccolo, di un ingente patrimonio economico-finanziario».

Data 20-03-2009

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy