Lettera aperta di Eraldo Giudici all’On. Maurizio Lupi

Lettera aperta di Eraldo Giudici all’On. Maurizio Lupi

Faccio politica attiva da 2 anni e mezzo in Consiglio Comunale a Rimini, sono un geometra dell’Ufficio tecnico comunale di Coriano, un comune qua vicino.

Felicemente coniugato, dei miei cinque figli 2 sono a lavorare a Londra e 2 a Roma; il desiderio che mi ha mosso, e per cui sono sceso in politica, è stato quello di dare un futuro a questa città, ai miei figli, ai miei amici.

Il mio desiderio di una città bella, e ricca di opportunità, si è trovato a fare i conti, ed è stato provocato, dall’ennesima ‘bruttura urbanistica’, un nuovo iper, che nasceva da un progetto di speculazione commerciale ed immobiliare che ha ulteriormente disarticolato la vita riminese e mandato sul lastrico decine e decine di fiorenti attività commerciali.

Partendo dal mio desiderio, e da un certo disgusto per come veniva gestita la mia città, ho cercato di entrare in politica, sono stato messo in lista, quasi per sbaglio, ed i miei amici mi hanno votato raggiungendo un risultato imprevedibile.

Uno di questi amici, che ritengo autorevole per la mia vita mi ha detto: scendi pure in politica ma non restare prigioniero delle logiche di palazzo, puoi fare politica solo se vai dietro al desiderio di felicità tuo e dei tuoi amici.

Ho cominciato a proporre iniziative, che andavano incontro al desiderio ed ai bisogni della gente, delle famiglie e delle imprese, che i miei amici mi segnalavano o che io incontravo nell’attività di ogni giorno.

Ma tutte le iniziative che proponevo si sono scontrate contro un muro di gomma, cadevano nell’indifferenza, sia che fossero respinte a priori in nome di una cieca contrapposizione politica fra maggioranza e minoranza, sia perché una gran parte di politici si occupa principalmente delle proprie ambizioni, degli equilibri di potere, di rapporto con le lobby, per i propri interessi personali o di gruppo, sia perché certa parte dei media seleziona le notizie con evidenti criteri di autoreferenzialità.

Com’ è possibile allora ripartire, nel fare politica, aiutandosi insieme a riscoprire il desiderio di felicità che anche noi politici abbiamo, da qualche parte, in fondo al cuore ?

Ci puoi aiutare a capire, alla luce della tua esperienza e del lavoro che svolgi in Parlamento, con colleghi di tutti i partiti e di tutti gli schieramenti, quali sono le condizioni affinché il nostro lavoro abbia un’utilità effettiva a servizio del bene comune, che è quello che dovrebbe interessare chi fa politica?

Eraldo Giudici

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