Libera: “Avanti con le politiche a supporto alle famiglie”
Libera valuta con grande favore l’accoglimento delle due Istanze d’Arengo per attuare misure utili a incrementare l’occupazione femminile e per l’applicazione del principio di non discriminazione di genere nelle offerte di lavoro.
Ci teniamo a rimarcare come l’emergenza Covid-19 abbia aggravato ancor più la situazione già penalizzante per il lavoro femminile. Basti pensare che dei 200 posti di lavoro persi in questo ultimo anno, il 95% sono donne.
La chiusura delle attività produttive si è abbattuta particolarmente sui settori del turismo e dei servizi alla persona in cui vi è una presenza lavorativa femminile maggioritaria, ma anche l’interruzione dei servizi sociali e la chiusura delle scuole si è trasformata per molte donne nella rinuncia forzata al lavoro.
Come Libera pensiamo che per affrontare queste tematiche si debba lavorare soprattutto sulle politiche a supporto della famiglia e non solo incentivare o decontribuire, seppur comunque importante.
In questo senso la nostra forza politica ha depositato proprio qualche giorno fa un progetto di legge che è una prima e sicuramente parziale risposta a questa esigenza:
– congedo di paternità, 20 giorni retribuiti per il papà dopo il parto e anche per i papà adottivi e affidatari;
– aspettativa post partum suddivisibile tra madre e padre 8 mesi ciascuno a periodi alterni;
– permessi retribuiti per visite mediche per donne in gravidanza;
– percentuali retributive più alte per l’aspettativa post-partum anticipate dal datore di lavoro ma recuperabili con detrazione dai contributi.
Speriamo in un accoglimento rapido di questo provvedimento che sarebbe sicuramente un primo passo per garantire pari dignità, parità di genere e sicurezza per le nostre lavoratrici.
Ampie aree dell’Autorità palestinese sono entrate in blocco totale durante il fine settimana nel tentativo di frenare i crescenti tassi di infezione, quando gli ospedali hanno raggiunto la piena capacità a Ramallah e Betlemme.
Sebbene Israele abbia vaccinato oltre 5 milioni di suoi cittadini, l’Autorità palestinese non ha ancora ricevuto una sola importante spedizione di vaccini. Delle dosi che hanno raggiunto Ramallah, un numero considerevole sarebbe stato preso da coloro che avevano legami con l’élite dell’Autorità palestinese.
Libera
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