L’Informazione di San Marino, 8 novembre 2010. Fincapital e malavita

L’Informazione di San Marino, 8 novembre 2010. Fincapital e malavita

L’Informazione di San Marino.

Un sammarinese ha sporto denuncia alla gendarmeria per le intimidazioni subite. Interessati della vicenda anche i Ros / gravi accuse alla fincapital: “Modi camorristi”

David Oddone

San Marino sempre più in odore di mafia. O meglio di atteggiamenti, modi di fare e di agire, che ricordano lo stile utilizzato dalla criminalità organizzata. E’ un sammarinese, a raccontare una vicenda sulla quale ci sarebbe non solo l’interesse della gendarmeria, ma anche quello dei Ros italiani. Il nostro interlocutore, insieme col fratello, erano titolari della società Lg Racing, ora Motorcompany. Le quote della società sono state cedute nel luglio 2009 a Raianini Egle e Tabarini Marco come persone di fiducia della società di Leasing Fincapital, maggiore creditrice nei confronti della Lg Racing. I fratelli hanno stipulato sempre con Fincapital due contratti di leasing per due automezzi. Inoltre uno dei fratelli è locatario di 2 appartamenti siti a Fiorentino sempre con contratto di Leasing con Fincapital s.a. Ad un certo punto uno dei fratelli in questione, non è stato più in grado di onorare i vari contratti di leasing ed ha così restituito a Fincapital sia gli automezzi, che le chiavi dei due appartamenti, con perizia sugli automezzi e verbale di ritiro firmato dal direttore Orazio Zonzini. Avendo tuttavia delle necessità lavorative, tramite la licenza individuale, l’uomo, ha richiesto gli automezzi proponendo a Fincapital, con proposta scritta inviata via fax, un nuovo contratto con rata più bassa ed accessibile. E qui, secondo il racconto del nostro interlocutore, sarebbero cominciati i guai. “In data 07/10/2010, intorno alle 18 – racconta il sammarinese – presso la sede della Lg Competition si sono presentate due persone di sesso maschile, adulte, intorno ai 35/40 anni. All’interno dell’attività c’era mio padre. Queste persone non si sono qualificate con nome e cognome o presentando un regolare documento di identità ma solo come un generico  recupero  crediti di una ditta di Rimini che aveva acquistato i crediti della Fincapital s.a. e volevano parlare con me e mio fratello. Mio padre ha risposto loro che non eravamo in sede e che comunque, non avendo presentato documenti che attestavano quanto detto, ne avremmo discusso solo ed esclusivamente in presenza di un nostro legale di fiducia, presso le sedi apposite. A questo punto i due personaggi si sono allontanati velocemente”. Si arriva così al giorno 11/10/2010. “Verso le 17.30 dopo aver ricevuto una telefonata molto insistente, io e mio fratello siamo stati costretti a recarci presso la sede di Fincapital s.a. in Via 3 Settembre 134 a Dogana. Siamo così stati fatti entrare in una saletta sita al piano terreno. Poi ci è stato richiesto di accomodarci e di attendere per l’inizio della discussione l’avvocato Livio Baciocchi, con il quale nel corso degli anni avevano sempre trattato per la stipula di ogni contratto di leasing relativo a Fincapital s.a. Dopo circa 15 minuti si presentava l’avvocato Livio Baciocchi accompagnato da tre personaggi di sesso maschile con un’età presumibile tra i 35 e i 40 anni. La conversazione si è spostata su vantati crediti di Fincapital senza naturalmente, da parte loro, tenere in alcuna considerazione né i beni restituiti e già in possesso di Fincapital e nemmeno la proposta scritta fatta da mio fratello. A parlare, invece dei nostri soliti interlocutori, erano questi tre tizi che noi fino a quel momento e quel giorno non avevamo mai visto. Poiché non si era arrivati ad un accordo uno dei tre personaggi ha letteralmente ordinato all’avvocato Baciocchi e ad Oriano Zonzini di lasciare la stanza. A questo punto – prosegue il nostro interlocutore nel suo racconto – il clima è decisamente cambiato. I tre sono diventati minacciosi, aggressivi, ed hanno cominciato ad inveire verso di noi con titoli ed espressioni di ogni genere. Io sono stato preso di forza e di prepotenza rimesso a sedere da tale Francesco, quando ho tentato di uscire dalla stanza. Il personaggio che teneva banco ci ha minacciato, dicendoci che se entro le 12 del giorno 12/10/2010 non trovavano pronti 100.000 euro sarebbero stati guai e che loro un modo per farci ‘sputare quanto ci dovete’, queste le parole usate, loro lo avrebbero trovato. A questo punto siamo riusciti non senza fatica a scappare dalla stanza. All’esterno, nell’atrio di Fincapital, c’erano ancora Oriano Zonzini e l’avvocato Livio Baciocchi che parlottavano. Abbiamo così fatto loro presente che quello non era il modo giusto di comportarsi e che a San Marino non si è mai visto un tono e un modo di fare mafioso-camorristico come accaduto in quel caso, tanto più che noi non dovevamo loro un bel niente. Per tutta risposta ci è stato nuovamente ribadito, con fare minaccioso, che avevamo tempo sino le 12 del giorno successivo per fare avere a un loro emissario, che si sarebbe ripresentato presso la sede della Lg Competition, una proposta a loro gradevole e qualcosa di ‘tangibile’ subito, pena ‘l’incazzatura grave dei due’. L’avvocato Livio Baciocchi ci ha proposto così di firmare una delibera, dove lo si autorizzava a vendere i due appartamenti che sono ancora sulle carta di mio fratello, quale locatario, ad un prezzo sensibilmente minore di quello di mercato, per poter girare tale cifra ai personaggi richiedenti”. A questo punto ai due fratelli non resta altro da fare che rivolgersi alle forze dell’ordine, alle quali hanno raccontato l’intera faccenda. “Il giorno di martedì 12/10/2010 alle 11 della mattina –spiega il nostro interlocutore – nonostante gravi  problemi familiari io, mio fratello e mio padre ci siamo recati, data la gravità della situazione, presso il comando centrale della gendarmeria per sporgere denuncia contro: l’avvocato Livio Baciocchi; Oriano Zonzini per averci attirato con inganno ed esposto a pericolo; e per aggressione e minacce i tre personaggi”. Questa allucinante vicenda è tutt’altro che finita: “Il giorno di martedì 12/10/2010 alle 18 – prosegue la vittima – sul cellulare personale di mio fratello che si trovava presso l’ospedale di stato di San Marino, è arrivata una chiamata da parte del nostro idraulico di fiducia che si trovava presso la sede della Lg Competition per effettuare alcuni lavori all’impianto di riscaldamento. Quest’ultimo ha spiegato che tre persone, qualificatesi come recupero crediti Fincapital lo cercavano. Ad un certo punto mentre l’idraulico stava al telefono, uno dei tre ha afferrato l’apparecchio e si è messo a parlare con mio fratello, qualificandosi come ‘Francesco di Fincapital’ e dicendo che avevano un appuntamento per i 100.000 euro richiesti il giorno prima. Mio fratello gli ha ovviamente risposto che l’unico appuntamento che avrebbero avuto sarebbe stato in tribunale, dato che aveva sporto regolare denuncia. Nel frattempo  l’officina si trovava per caso un gendarme, che capendo che qualcosa non andava ha provato a carpire informazioni sui soggetti che erano arrivati con una Volkswagen Golf IV, colore argento, targa italiana. Contemporaneamente mio fratello ha avvertito una pattuglia della gendarmeria che si è recata sul posto ma non è riuscita ad intercettare i soggetti”. La storia, per il momento si conclude con una minaccia per la quale la famiglia ora teme per la propria vita. “In data 21/10/2010 si sono presentati presso la sede della Lg Competition due persone e si sono qualificate come funzionari Fincapital. Al momento era presente solo mio padre. A lui i soggetti hanno chiesto di riferirci che dovevano obbligatoriamente presentarci in Fincapital in tempi brevi. Mio padre dal canto suo ha fatto presente che noi non saremmo mai più andati in Fincapital, in quanto lo ritenevamo un posto pericoloso e che avremmo parlato di tutta la questione davanti a un giudice. A questo punto il personaggio, con fare sibillino, minaccioso, e supponente ha replicato a mio padre: ‘Stia tranquillo i suoi figli li vedrò prima del tribunale e dove dico io’”. C’è poco da aggiungere, se non testimoniare la preoccupazione per la propria vita del nostro interlocutore, quando è venuto presso la redazione de L’Informazione. Starà ora alla magistratura fare chiarezza su una situazione che, se confermata, metterebbe ancora un volta in luce come a San Marino certi fenomeni ormai stiano trovando terreno fertile, con un modo di fare, per utilizzare i termini del nostro interlocutore, “mafioso-camorristico”. Bisogna constatare ancora una volta, come al centro di affari poco chiari ci siano ancora una volta le finanziarie del Titano. 

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