L’Informazione di San Marino, editoriale di Marino Cecchetti: “Dal memorandum all’addendum”
MARINO CECCHETTI. A febbraio un ministro di Andorra disse che l’iter dell’Accordo di Associazione alla Unione Europea (Ue) di Andorra e San Marino si era inceppato per problematiche sollevate da Roma verso il Titano in ambito finanziario.
È noto che – quanto ai rapporti con Roma nel finanziario – i governi sammarinesi sono usi a trattarne attraverso Banca Centrale (Bcsm). Una lunga storia. “Il 26 novembre 2009 il direttore di Bcsm Luca Papi al momento della firma dell’Accordo italo-sammarinese di Collaborazione Finanziaria imposto da Tremonti affermò – sentito Tremonti? – che al più entro i successivi quindici giorni sarebbe stato firmato un ‘memorandum’ d’intesa con Banca d’Italia. Prima della ratifica dei parlamenti, disse!”.
Ebbene, ancora quel memorandum non c’è. Nonostante che i vertici di Bcsm da allora abbiano avuto in continuazione incontri a Roma, ufficiali e non ufficiali. Una storia travagliata.
Il Consiglio Grande e Generale l’altra settimana ha affrontato di petto la questione dell’inciampo nella trattativa con l’Ue. Il Segretario di Stato agli Esteri, Luca Beccari, ha informato l’Aula che si sta lavorando attorno a un “clarifying addendum” al testo dell’Accordo di Associazione. Per chiarire (clarify) “la portata dell’articolo 88 dell’Accordo, che prevede la collaborazione tra le nostre autorità di vigilanza e quelle europee. L’obiettivo è che, nell’implementazione della acquis e nella valutazione per l’accesso ai servizi finanziari, si tenga conto delle intese tra San Marino e Italia”.
L’espressione “intese fra San Marino e Italia” nel finanziario vuol dire “memorandum”.
Dunque l’addendum con l’Europa abbisogna di quel memorandum che i vertici di Bcsm – quasi sempre italiani! – mai a Roma hanno conseguito.
Articolo tratto da L’informazione di San Marino e pubblicato per intero dopo le ore 21:30
