L’informazione di San Marino: Macina e Felici i soldi dei libretti Pippo e Palme andarono al Partito

L’informazione di San Marino: Macina e Felici i soldi dei libretti Pippo e Palme andarono al Partito

L’informazione di San Marino

Negli interrogatori i due esponenti del Psd ribadiscono che si trattava di finanziamenti alla forza politica

Macina e Felici i soldi dei libretti Pippo e Palme andarono al Partito

Roberti mi disse che c’erano imprenditori che volevano finanziare il partito

Dei finanziamenti ne era a conoscenza anche l’allora Segretario Giuseppe Morganti

Antonio Fabbri

SAN MARINO. Nelle turbolenze interne a via Rovellino pesano inevitabilmente le vicissitudini giudiziarie che hanno imposto a Segretario alle finanze, Claudio Felici, e Capogruppo del Psd, Stefano Macina, le dimissioni dal Consiglio e, secondo il codice etico del partito, dagli organismi. Circostanze che hanno creato parecchi malumori interni sia per la personalità politica che è sempre stata riconosciuta ai due, sia perché sono stati difesi fino all’ultimo e anche dopo dallo stesso partito di appartenenza. Entrambi hanno d’altra parte dichiarato che i soldi presi dai famosi libretti movimentati da Mirella Frisoni, erano destinati al partito. Dichiarazioni che sono anche agli atti del maxi processo sulla tangentopoli sammarinese, nelle 70mila pagine del fascicolo,
tra i verbali delle
numerose audizioni di
testimoni e indagati.
Infatti nell’interrogatorio
del 5 novembre 2014
Macina ha detto ai magistrati,
Alberto Buriani e
Antonella Volpinari:
“Da quello che so era stato Roberti a comunicare
di propria iniziativa
che c’erano imprenditori
che volevano finanziare
il partito. In ogni caso
non fui io a tenere rapporti
con Roberti, se ne
occupò, invece, Claudio
Felici”.

Poi Macina parla
dei trasferimenti: “Una
volta ricevuti i libretti
su cui erano presenti
100.000 euro ciascuno,
li consegnai a Mirella
Frisoni che era ed era
stata il tesoriere del
partito. Può darsi che
sia stato io a indicare a
Mirella Frisoni di aprire
un unico libretto per far
confluire la provvista dei libretti Pippo e Palme.
C’era poi un terzo
libretto con la provvista
di 27.000 euro. Non
ricordo la denominazione
del libretto perché era
già nella disponibilità
di Mirella. Anche quei
soldi erano di pertinenza
del partito. Non ricordo
come fossero stati raccolti.
Probabilmente era
avvenuto nel corso di più
anni”.

Nell’interrogatorio
Macina dice anche
chi era al corrente dei
finanziamenti: “Dell’esistenza
dei finanziamenti
in questione era a conoscenza
anche il Segretario
del partito che all’epoca era Giuseppe
Maria Morganti. Non
so se il Morganti fosse
a conoscenza del fatto
che i libretti erano stati
consegnati da Roberti e
della denominazione dei
libretti”.

Anche Felici, nel suo
interrogatorio del 5
novembre 2014, parla di
soldi destinati al partito.
“Nell’estate 2005
Giuseppe Roberti mi
propose un sostegno
economico a favore della
componente democratica
del Psd. Mi disse
che alcuni imprenditori
intendevano fornire un
contributo al partito. All’epoca il Psd era al
Governo in una coalizione
che comprendeva
anche la Dc. Roberti
proveniva dalla Democrazia
cristiana italiana
ed era vicino alla Dc
sammarinese. Mi era
capitato di incontrarlo
anche a riunioni politiche
che coinvolgevano
esponenti anche
degli altri partiti della
coalizione”.

Da dove
venivano i soldi, però,
Felici non lo sa: “Non
mi disse chi fossero gli
imprenditori amici. Non
era anomalo ricevere
contributi da imprenditori
che non dichiaravano la loro identità, neppure
al partito destinatario del
finanziamento. Non mi
stupì il fatto che Roberti
prospettasse questo aiuto,
perché era funzionale
ad un progetto politico
che coinvolgeva oltre
alla Dc, partito al quale
era vicino Roberti, anche
il Psd. All’epoca non mi
parve strano l’importo
prospettato da Roberti,
anche perché non sapevo
quanti imprenditori avessero
contribuito. Dopo
alcune settimane da questo
primo incontro con
Roberti seguì un secondo
incontro nel corso del
quale mi consegnò due
libretti al portatore su
ciascuno dei quali erano
presenti 100.000,00 euro.
Parlai di questi libretti
con Stefano Macina e
decidemmo di affidare i
fondi a Mirella Frisoni
che era stata il tesoriere
del partito dei democratici
e che già disponeva
di fondi destinati ai
Democratici.

I fondi vennero
destinati al partito”,
specifica Felici che ne
descrive anche l’utilizzo:
“Di tanto in tanto venivano
ritirati in contanti.
100.000 euro vennero
utilizzati per la campagna
elettorale del 2006 e
altri fondi vennero usati
per le spese del partito.
Una parte residua rimase
invece in un conto della
Frisoni. Di ciò erano a
conoscenza anche altri
esponenti del partito”.

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