L’oligarchia politica non vuole più fastidi dai franchi tiratori

L’oligarchia politica non vuole più fastidi dai franchi tiratori

La oligarchia politica che attraverso l’apparato dei partiti sta di fatto soffocando la democrazia nel paese, vuol compiere un ulteriore passo per affermare il suo potere discrezionale: togliere il voto segreto.
Il fatto che esistano nel Consiglio

dei franchi tiratori
deve aver fatto perdere la testa

ai membri del governo

o comunque a chi è uso decidere tutto nelle ristrette camarille dei partiti.

Dopo la
cervellotica riforma istituzionale

(per la quale hanno votato ben 40 consiglieri del governo straordinario) e la non meno discutibile legge elettorale (che di fatto ad una lista di coalizione risultata maggioritaria garantisce di portare in Consiglio 45 dei sessanta consiglieri candidati), adesso è la volta dell’abolizione del voto segreto cui la maggioranza può ricorrere tutte le volte che lo ritiene opportuno.
Non si può certo dire che il livello della cultura politica dei politici sammarinesi in questo momento storico si stia esprimendo al meglio. Ne stanno andando di mezzo non solo l’immagine del paese nel suo complesso verso l’esterno, i rapporti – fondamentali – con lo Stato di cui siamo enclave, ma anche l’impalcatura delle istituzioni democratiche, vanto da sempre di questo luogo e che sta alla base della sua longevità.

Si sta occupando di questa ulteriore trasformazione il capogruppo del Partito dei Socialisti dei Democratici Claudio Felici, attraverso la elaborazione di un nuovo regolamento consiliare.
La rivelazione viene da San Marino Oggi.
Dunque ancora una volta siamo davanti al caso di una trasformazione semplicistica di regole antiche basilari della democrazia sammarinese, operata per motivi contingenti e poco nobili, scimmiottando non al meglio altre realtà frutto di altre esigenze e di un’altra storia

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