Lombardi (PDL): “Regole sulla sanità da rivedere”

Lombardi (PDL): “Regole sulla sanità da rivedere”

“La distribuzione diretta dei farmaci da parte delle farmacie ospedaliere sembra essere una scorciatoia iniqua per ridurre i costi della sanità a scapito dei cittadini più deboli e indifesi”. È quanto afferma Marco Lombardi (pdl) in un’interrogazione in cui punta il dito contro “questa pratica evidentemente utile alla Regione, ma gravosa per i cittadini”, sui quali si scaricherebbero gli “oneri” in termini di tempo perso e spese vive sostenute per gli spostamenti fino all’ospedale. Cosa che, secondo Lombardi, costituirebbe “a pieno titolo un ticket occulto imposto dalla Regione”.

“La propaganda diffusa dalla Regione per difendere questa scelta – continua il consigliere del pdl – illustra solo le minori spese per l’acquisto dei farmaci senza tenere conto di tutta una serie di costi scaricati sul bilancio generale delle varie Asl”, come ad esempio il personale interno assunto appositamente per gestire le farmacie ospedaliere, le spese per l’utilizzo di locali idonei e quelle per le scorte, le rimanenze e le confezioni scadute. Inoltre – segnala ancora Lombardi – “i cittadini non verrebbero adeguatamente informati sul fatto che resta comunque una loro scelta approvvigionarsi presso la farmacia sotto casa o recarsi a quella dell’ospedale”. 

L’esponente del pdl chiede pertanto alla Giunta regionale se non ritenga che il sistema di distribuzione diretta dei farmaci sia un metodo che produce risparmi per la Regione , ma maggiori costi e disagi per i cittadini e la sollecita ad indicare i costi reali richiesti da questo tipo di servizio, conteggiando le voci del personale e delle altre componenti economiche.

Considerando che “per ridurre i costi vi sono altre possibilità”,  come ad esempio “la distribuzione per conto”, Lombardi chiede poi all’esecutivo regionale di valutare questo tipo di soluzione affidata alla rete di farmacie, la quale – sottolinea – “garantirebbe risparmi alla Regione e un servizio adeguato ai cittadini”. Il consigliere chiede infine alla Giunta regionale “quanto meno di limitare il ricorso alla distribuzione diretta in quelle province, come quella di Rimini, dove tale pratica appare obiettivamente forzata”,  e se non ritenga che “una distribuzione diretta esasperata metta in grave difficoltà quelle farmacie marginali o rurali che viceversa costituiscono un importante presidio del territorio”

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