Lorenzo Busignani, Pdcs: servono delle iniziative per aumentare la raccolta bancaria immediata

Lorenzo Busignani, Pdcs: servono delle iniziative per aumentare la raccolta bancaria immediata

E’ di ieri la notizia della crisi quasi irreversibile del nostro bilancio. Quali sono per lei gli interventi prioritari per invertire la rotta?

Innanzitutto bisogna mettere in sicurezza le banche. Servono delle iniziative per aumentare la raccolta anche se sono solide e non dobbiamo avere nessun timore per i nostri risparmi. Visto che il nero non lo vogliamo più, che gli investimenti italiani sono fermi e resteranno tali, l’unica soluzione è la raccolta inshore cioè interna. Ma per fare ciò serve che la popolazione diventi più ricca o aumenti.

In che modo si può fare?

Con le residenze qualificate. Facendo venire persone serie, pulite che in caso di ‘marachelle’ possiamo rimandare a casa. Portare persone benestanti e con idee innovative è fondamentale. Grazie a loro le nostre banche sarebbero più solide. Questo farebbe ripartire i crediti verso gli imprenditori che a loro volta rimetterebbero in moto l’economia. Ma non è tutto.

Dica!

Dobbiamo internazionalizzare totalmente il nostro sistema. Dobbiamo diventare bilingui insegnando ai nostri giovani l’inglese, anzi l’americano. Perché se non lo sai sei fuori dai giochi.

Nessun taglio alla spesa pubblica?

Oggi va di moda l’attacco ai dipendenti pubblici. Anche secondo me ci sono da fare delle modifiche importanti ma non dobbiamo dimenticare che gli statali con il loro stipendio sicuro reggono i consumi.

È indubbio però che siano troppi e per questo serve un programma di incentivi fiscali per spingerli ad andare nel privato.

Dove però la situazione è tutt’altro che rosea.
Certo. Ma anche qui servono interventi importanti. A partire da una modifica della mobilità.

Il sistema attuale infatti comporta delle distorsioni gravi che porta i lavoratori a rifiutare un lavoro perché tanto si percepisce comunque un reddito importante. Secondo me invece l’assegno di mobilità andrebbe ridotto e andrebbe trasformato in incentivo alle imprese per formare il disoccupato. Così da un lato le aziende sarebbero spinte ad assumere personale che hanno formato per qualche mese e andrebbe a ridursi il fenomeno di chi rifiuta il posto di lavoro.

Sul lato del turismo invece cosa farebbe?

Anche questo settore è allo stremo. Sono un sostenitore del casinò col modello di Nova Gorica, dove all’interno della stessa struttura c’è la casa da gioco, la Spa, la discoteca e tante altre iniziative che offrono al cliente l’opportunità di vivere tante esperienze differenti senza uscire dallo stabile. Sono d’accordo con l’idea del segretario di Stato al Turismo Teodoro Lonfernini di costruire due centri benessere nel castello di Città. Ma non basta. Dobbiamo fare un cinema 3D, un polo museale di livello e sfruttare quello che abbiamo. Venire a San Marino deve essere un’esperienza da voler ripetere.

Recentemente ha attaccato la scelta di fare il tavoli di sviluppo. Perché?
Perché una perdita di tempo.

San Marino negli anni scorsi ha commissionato due progetti importanti a McKinsey&Company e Studio Ambrosetti. Li abbiamo pagati un mucchio di quattrini e li abbiamo lasciati in un cassetto. Io dico che potremmo riprenderli, rivalutarli per bene e prenderne il meglio per ottenere delle proposte concrete. Mentre qui si continuano a fare i tavoli che poi portano a poco o nulla.

A cosa si riferisce?
Le leggi approvate dopo il tavolo dello sviluppo contengono principalmente degli incentivi alle imprese. Ma l’iniziativa più cospicua come quella di ridurre le tasse sugli utili reinvestiti nell’azienda è solo fumo.

In tanti paesi avanzati la legge già prevede zero tasse per i capitali che vengono reintrodotti nell’impresa. Partiamo già in svantaggio.
I nostri governanti credono che basti questo per avere la fila di investitori fuori dalla porta ma non si rendono conto che non è così. Ma chi viene ad investire con la nomea che abbiamo, senza le infrastrutture e con l’incognita sull’introduzione dell’Iva o di nuove imposte. Gli imprenditori vogliono certezze.

Quale imposta usare quindi?
Servono tutte e due. L’Iva è utile per i traffici con l’esterno perché toglie l’enorme problema dei rimborsi e incentiva l’ingresso di nuove aziende mentre la monofase è necessaria all’interno per mantenere i prezzi dei beni ad un livello competitivo. Dobbiamo abbassare le imposte non aumentarle come vuole fare il governo.

È favorevole o contrario all’Ifp?
In linea di massima sono favorevole ma come è stato fatto contiene un errore di fondo. Una banca, una finanziaria o un fondo sovrano che presta dei soldi a San Marino avrebbe in garanzia dei terreni statali gestiti da questo ente. Ma per legge ogni permuta ai privati di suolo pubblico deve essere approvata dal Consiglio Grande e Generale con 40 voti su 58. Quindi nel caso di un prestito non onorato il Titano potrebbe rifiutare di cedere la garanzia.

Qual è l’investitore che porta i suoi milioni a queste condizioni?

Quale altro aspetto prioritario cambierebbe?
La sicurezza. Dobbiamo aumentare il numero dei poliziotti sulle strade. Oggi la maggior parte del personale dei corpi è negli uffici ad occuparsi di burocrazia. Dobbiamo invertire questo rapporto. Poi dobbiamo potenziare il controllo del territorio attraverso le telecamere e droni.

Questi piccoli aerei telelecomandati sono già usati da tanti comuni italiani e sono davvero utilissimi.

 

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