Lorenzo Lonfernini, Upr: sulla trasparenza. Di fatto se ne parla solo

Lorenzo Lonfernini, Upr: sulla trasparenza. Di fatto se ne parla solo

La trasparenza incompiuta
Le cronache politiche della legislatura che sta volgendo al termine saranno ricordate per un termine, senza dubbio abusato; un filo conduttore; quasi una ossessione per tutta la classe politica. La trasparenza.
Con oltre vent’anni di ritardo rispetto all’Unione Sovietica del Presidente Gorbaciov anche la Repubblica di San Marino sta conoscendo la sua piccola glasnost.
Trasparenza nelle attività finanziarie, nelle attività economiche, nella gestione della Cosa Pubblica, nell’agire politico.
Tutti invocano la trasparenza, tutti la ostentano attraverso i mezzi di informazione e nei consessi internazionali. Anche nei cittadini sta, giustamente, maturando la convinzione che essa sia un valore irrinunciabile e che sia indispensabile proseguire un processo che a San Marino è faticosamente cominciato grazie soprattutto ai “garbati suggerimenti” – per usare un eufemismo – provenienti dall’Italia e dalla Comunità Internazionale.
Se da un lato sarebbe ingiusto sottacere gli sforzi che in tanti – Governo in primis – stanno profondendo nell’accelerare questo percorso virtuoso e per salvare quel minimo di reputazione positiva che ancora ci rimane nelle sedi internazionali, dopo gli sputtanamenti planetari degli ultimi anni e degli ultimi mesi, non ci si può esimere d’altro canto dall’affrontare due importanti riflessioni.
1) La classe politica non è ancora stata in grado di rigenerarsi affrontando seriamente il grande problema delle cosiddette “mele marce” presenti nei vari schieramenti  e delle relative responsabilità politiche. Ci si è dotati degli strumenti Consigliari per farlo ma al momento non ci è dato sapere se li si sta usando con la dovuta accortezza e risolutezza. L’impressione è che, ancora una volta, si stia dimostrando una deleteria propensione all’insabbiamento. Le elezioni si avvicinano e tutti, a parte qualche rara ed apprezzabile eccezione, sono concentrati sul modo migliore per perpetuare se stessi. Dopo le roboanti dichiarazioni di qualche leader in erba che avevano agitato non poco le acque nello stagno della politica nostrana l’encefalogramma è tornato piatto. La ricerca della verità sulle presunte responsabilità di politici sammarinesi che avrebbero spalancato le porte del nostro Paese al malaffare e ai suoi loschi faccendieri con conseguente massacro della nostra reputazione e inquinamento della nostra economia pare essersi fermata. Spero di sbagliare ma la sensazione è questa!
2) La trasparenza è un obiettivo fondamentale ma ha un costo economico altissimo per una realtà come la nostra. Un costo che stiamo già pagando e che esige uno sforzo di onestà intellettuale da parte di chi ci governa. Occorre dire chiaramente che non possiamo più permetterci un apparato statale con le dimensioni attuali. Urge una vigorosa e rapida cura dimagrante. Su questa, che è una prospettiva ineluttabile per chiunque conservi ancora un minimo di senso dello Stato, non si sono udite da nessun partito e men che meno dal Governo posizioni chiare e proposte concrete.
La spesa corrente enorme e ingiustificata per la nostra realtà ci tarpa le ali e ci fa perdere ogni possibile occasione di rilancio. Ce lo ripete da anni il Fondo Monetario Internazionale quasi mendicando dai governanti di turno dei provvedimenti seri e lungimiranti. Con la perdita di economia reale che stiamo subendo quotidianamente questa è la necessità più impellente, una vera e propria emergenza nazionale. Non possiamo indebitare oltre lo Stato anche perché in prospettiva ciò equivale ad azzerare la nostra sovranità e non possiamo neanche aumentare a dismisura la pressione fiscale.
Tutti siamo disposti a fare sacrifici, anzi mi pare li stiamo già facendo, purché siano finalizzati a darci una prospettiva per risollevare il Paese, non certo per mantenere in piedi una struttura sovradimensionata o per consentire a qualche politico si serie B di tirare a campare.
La politica farebbe bene ad interrogarsi e ad agire in fretta su questo versante. Penso di non sbagliare di molto affermando che in uno strato consistente di cittadinanza, quella che si è trovata improvvisamente senza tutele e che alla fine del mese non è più sicura di avere uno stipendio non si respiri un clima molto simpatico. Siamo a grosso rischio di conflitto sociale, un rischio che dobbiamo scongiurare facendo capire, con i fatti, che lo Stato è veramente trasparente ed equanime con tutti i suoi cittadini.
La vera domanda è però: chi sarà in grado di fare tutto questo?
Non certo le “vecchie glorie” che si annidano nel palazzo che questo sistema drogato hanno messo in piedi e foraggiato.
Non certo le terze o quarte linee di un sistema arrivato al crepuscolo che una volta giunte al potere hanno dimostrato o stanno dimostrando la loro inadeguatezza e la loro mancanza di coraggio.
Io penso ci siano nel Paese persone credibili preparate e libere a sufficienza per farci fare questo salto di qualità. Spero solo abbiano voglia di impegnarsi per regalarci l’altra metà di quell’idea di trasparenza che è altrimenti destinata a rimanere un chimera.
Lorenzo Lonfernini
(Coordinatore UPR)

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