Luca Lazzari, consigliere indipendente, sulla ventilata adesione al gruppo Rete

Luca Lazzari, consigliere indipendente, sulla ventilata adesione al gruppo Rete

I falsi pudori e il perbenismo li lascio ad altri: difendere i propri spazi di azione così come attuare manovre d’interesse sono azioni legittime in politica. Del resto, non è forse vero che quando Francesca Michelotti nel 2005 uscì dal PSD tenne per sé la dote delle nomine consiliari? O ancora: non è forse vero che nel 2001 l’allora comunista Ivan Foschi costituì insieme al nazional-alleato Glauco Sansovini lo strano gruppo consiliare delle camicie rosse e delle camicie nere?
Chi ha diritto?
La questione della rappresentanza si pone su due piani. Il primo è quello giuridico, ovvero: chi ha diritto? La legge è contraddittoria: a decidere – dunque – è il buon senso, oppure la forza. Agli ex di Sinistra Unita avevo proposto di incontrarci a metà strada. Non sono stati disposti a muovere un passo nella mia direzione. È iniziato il piagnisteo alla Reggenza: “Lazzari non vuole lasciarci il posto, Lazzari non vuole lasciarci il posto”. È passato un anno. A nessuno importava granché. Poi Paride Andreoli s’è trovato anche lui a doversi sbarazzare di un indipendente: Federico Pedini Amati. Paride Andreoli ha le idee un po’ più chiare su che cosa sia la forza in politica: prima ha impegnato un giurista a scrivere l’ordine del giorno per l’alterazione interpretativa della legge; dopodiché ha aperto con la maggioranza il mercato del voto. Dai banchi di Sinistra Unita si sono alzate le grida di osanna: salutiamo il matusalemme della politica sammarinese nostro salvatore! salutiamo il riformista bianco nostro futuro alleato. Di fronte a una mossa così spregiudicata, la buona creanza avrebbe richiesto il silenzio. Invece, chissà com’è, Foschi, esaltato come non mai, s’è lanciato nell’accusa di «vecchia politica» contro l’opposizione superstite.
La politica è una sola
Nelle fiabe, protagonisti e antagonisti, sono entrambi parte dello stesso racconto, gli uni sono funzionali agli altri. Allo stesso modo la relazione tra protagonisti e antagonisti del neo Ventennio sammarinese è molto ambigua, sono entrambi parte degli stessi governi. Gli antagonisti però rifiutano ogni ammissione di responsabilità. I loro nomi non compaiono nelle carte della magistratura: tanto basta perché si auto-assolvano, o meglio ancora, perché si auto-eleggano a rappresentanti della nuova politica. Il fatto è che non esiste nessuna nuova politica. Da Machiavelli ai nostri giorni la politica è una sola. Per quanto costoro si sforzino di mostrarsi candidi e ignari, le loro azioni, come quelle di chiunque partecipi al gioco della politica, sono dettate dal calcolo, dall’interesse, dalla strategia, dalla tattica. La politica è sempre indecorosa e meschina. L’ho imparato tardi. Ma l’ho imparato. Ciò che la nobilita sono i propositi. Ecco perché l’argomento della vecchia politica è un argomento vuoto. Io ne avrei di più consistenti da presentare ai feudatari di Sinistra Unita. Ma ne scaturirebbe una triste contesa. Preferisco invitarli al ragionamento.
Che cos’è la destra? Cos’è la sinistra?
Arriviamo così all’altro piano della questione, quello politico. Gli ex di Sinistra Unita muovono contro di me per rivalsa e per preoccupazione elettoralistica. Per loro sono il vile traditore da schiacciare. Li capisco. Bisogna però che loro cerchino di capire me. Ho appena affermato che la vecchia politica come «modo di operare» non esiste. Esiste però la vecchia politica come «forma mentale». La geografia politica dell’Europa sta cambiando. Le categorie «destra» e «sinistra» sono ormai prive di ogni significato tanto quanto «guelfi» e «ghibellini». E allora: che cosa ci può essere di più banale e inutile della riproposizione del centro-sinistra? Un progetto, tra l’altro, del tutto inattuabile: i soggetti predominanti che partecipano al «polo riformista» hanno come obbiettivo il grande agglomerato dei partiti storici. Altroché il soave centro-sinistra. Anche gli ex di Sinistra Unita partecipano al «polo riformista». Probabilmente si illudono di poter mettere confusione tra i fogli del direttore d’orchestra. Non ci riusciranno. O accetteranno di suonare la parte loro assegnata, oppure saranno costretti ad andarsene. Ma a quel punto sarà troppo tardi.
Una carezza
Agli ex di Sinistra Unita voglio fare sapere che se dovessero decidere di schierarsi apertamente contro l’avanzare della restaurazione, mi troveranno lì, da qualche parte, al loro fianco, pronto a dargli la mia pace. E voglio anche fargli sapere che qualsiasi progetto d’alternativa – a mio parere – non può prescindere da RETE. E da Civico10. Insieme i due movimenti hanno ricevuto il mandato per cambiare la Repubblica. Insieme devono e possono cambiarla. Quel che manca per vincere lo si può trovare qua e là nel Palazzo, ma soprattutto nel Paese, in mezzo alle preoccupazione e alle aspettative, alla rassegnazione e al desiderio di riscatto dei sammarinesi.
Luca Lazzari

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