Luca Lazzari. Lettera aperta a Carlo Romeo, direttore di San Marino Rtv

Luca Lazzari. Lettera aperta a Carlo Romeo, direttore di San Marino Rtv

Gentile direttore,
la sua esibizione di arroganza non mi ha né impressionato né offeso. Potrei anch’io scendere a un così basso livello e riferirmi a lei come a un avventuriere pagato dagli stessi sammarinesi per sottrarli dei loro diritti, come a un mangiapane a tradimento. Ma a che cosa servirebbe? La vita mi ha insegnato a cercare di capire le ragioni di tutti, anche le sue, dunque.
So che prima di poggiare le valigie in Repubblica era impiegato in RAI come Responsabile del Segretariato Sociale: un incarico meritorio, certo, ma riconoscerà che il passo fino alla direzione di una televisione di Stato è stato lungo. Capisco dunque l’affanno per dimostrare l’autorevolezza necessaria finanche al ricorso all’autoritarismo, le difficoltà a farsi accogliere in un ambiente chiuso, quasi isolano. Capisco anche il suo dovere di difesa verso l’azienda che ha la responsabilità di guidare. Capisco tutto questo e altro ancora.
Lei però cerchi ci capire me: dentro ai confini che oggi la ospitano c’è una libertà che non si è mai avuta: la libertà dal governo. Le vite di molti sammarinesi sono da sempre un continuo andirivieni al soglio di chi può concedergli per grazia quel che gli spetterebbe per diritto. Tutto è svilito, mortificato mantenuto in un permanente stato di arretratezza dal ricatto del voto. L’amministrazione pubblica, l’ISS, le aziende autonome, gli enti partecipati sono anch’essi strumenti di consenso (e di indebito arricchimento) nelle mani dei governanti di turno, dei familierati, dei gruppi affaristici: la San Marino RTV non fa eccezione. Badi bene: ciò non dipende da un’inclinazione al servilismo, ma dalla particolarità statuale della Repubblica e dalle sue ridotte dimensioni geografiche. La gabbia dorata del benessere ha fatto sì che i sammarinesi sopportassero a lungo soprusi e ingiustizie. Ora che però il benessere si ritrae la gabbia si mostra per ciò che è: non più paradiso fiscale ma inferno sociale.
Sorvolo sulle varie accuse rivoltemi, dal vagabondaggio consiliare – a cui qualche volta non le nego di abbandonarmi per sconforto e per attitudine caratteriale – alla mia esperienza lavorativa alla San Marino RTV, per me molto formativa anche se lontana nel tempo. Ce n’è una però che ho trovato particolarmente sconveniente: ha affermato che anche i più critici, al momento di andare in video, si fanno docili e condiscendenti. Stia attento a non compiacersi troppo del potere di cui si dispone, un potere (ingigantito dal monopolio) di cui un giorno potrebbe essere chiamato a rendere conto. Per quel che riguarda me le posso dire che in un anno e mezzo di attività consiliare non ho partecipato ad una sola trasmissione televisiva.
Ora più che mai i sammarinesi hanno bisogno di essere aiutati a costruire un linguaggio e un pensiero che li tenga insieme e che permetta loro di preservare il bene più prezioso che custodiscono: la sovranità della Repubblica. Nelle considerazioni che tanto l’hanno infastidita – è vero – sono stato duro: la mia è la rabbia della delusione perché so che la San Marino RTV coi suoi mezzi, le sue professionalità, molto potrebbe. Ho avuto modo di vedere l’inchiesta sul boss Matteo Messina Denaro firmata da Gianmarco Morosini: l’ho trovata bellissima. Ma la Sicilia è lontana. L’abilità, la fermezza, la sensibilità di un giornalista come Gianmarco Morosini vorrei vederle impiegate non solo su Cosa Nostra ma anche sulle tante vergogne di Casa Nostra. Ecco, se potessi essere io per una volta a porgerle una domanda le chiederei come e in che modo la San Marino RTV ha contribuito ad affermare un discorso di verità nel Paese. Le poche inchieste di cui personalmente ho memorie si devono all’iniziativa di qualche squattrinato editore, di qualche piccola forza politica d’opposizione o di qualche gruppo più o meno organizzato di cittadini.
La saluto con la preghiera di riflettere sul senso della missione che è stato chiamato a svolgere a San Marino. Ha da guadagnarci qualcosa che il denaro non può comprare: la stima e la gratitudine di un popolo.
Luca Lazzari

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