Mafie. Governo S.Marino: pane camorra anche a Camst Bologna. Agenzia Dire

Mafie. Governo S.Marino: pane camorra anche a Camst Bologna. Agenzia Dire

 Da Gualdicciolo, nella Repubblica di San Marino, alle mense di Bologna e Reggio Emilia. Il forno del “clan Vallefuoco”, finito nell’occhio del ciclone per aver fornito pane alle mense scolastiche del Titano, contava tra i suoi clienti nomi dei big delle ristorazione emiliana e italiana, tra cui Camst. A dare conto della fama del panificio Vallefuoco Srl, di via Tura dal Fiume di Gualdicciolo, e’ il segretario di Stato per l’Industria e il commercio, Marco Arzilli, nell’incontro settimanale con la stampa a Palazzo Pubblico. “La societa’ Vallefuoco- spiega il segretario di Stato- ha operato a San Marino con commissioni rilevanti soprattutto in Emilia Romagna, nel bolognese e a Reggio Emilia, con i grandi nomi della ristorazione come la Camst per pane e farinacei”.
    Il segretario di Stato per l’Industria e il Commercio fornisce nei dettagli la storia dell’attivita’ in capo ai fratelli Andrea e Giuseppe Vallefuoco, cognome finito nel mirino degli inquirenti bolognesi della Direzione distrettuale antimafia nella recente operazione “Vulcano”. La societa’ del Panificio Vallefuoco si e’ costituita a fine 2005, mentre la licenza e’ rilasciata a fine gennaio 2006, in regime di liberalizzazione. Cio’ significa che “nessun passaggio sul rilascio della licenza e’ stato fatto in congresso di Stato”, e’ stata sufficiente una “semplice richiesta al tribunale”. Il forno ha operato a San Marino quindi da fine gennaio 2006 al 16 novembre 2009, quando ha chiuso i battenti e cessato la sua attivita’.  A fine dicembre 2008, nell’elenco dei dipendenti figuravano due persone: lo stesso Giuseppe Vallefuoco, fornaio, e un’impiegata. Mentre nello storico della mobilita’ dei dipendenti si alternano altri tre nomi, con contratti da due a sei mesi di durata e mansioni da manovale, fornaio e panettiere.
 Arzilli precisa che le commissioni sul Titano erano limitate, mentre l’attivita’ principale era dovuta a “relazioni esterne con grossi gruppi italiani, sopratutto nel bolognese e a Reggio Emilia”. E fa quindi il nome di Camst.
    Sulla chiusura repentina dell’attivita’ aggiunge solo che “era aperta una procedura di esattoria dei debiti”. Sottolinea poi che l’arrivo dei Vallefuoco a San Marino si e’ avuto a seguito della liberalizzazione del settore: “I controlli sulle societa’ invece sono stati effettivi solo grazie alla legge del 2008 che ha istituito l’ufficio di Controllo a cui si e’ aggiunto, con l’attuale governo, il nucleo antifrode”. Arzilli glissa sui possibili collegamenti tra il panificio e Fincapital, la finanziaria messa in liquidazione coatta da Bcsm, che avrebbe garantito linee di credito ai camorristi. Cosi’ come sull’attivita’ dei magistrati sammarinesi sulle infiltrazioni mafiose sul Titano: “Quando c’e’ un’indagine vasta che riguarda San Marino e l’Italia- si limita a dire- bisogna lasciare lavorare la magistratura”. Di certo, il ministro Arzilli ritiene una conquista il fatto che oggi parlare di mafia nella Repubblica piu’ antica del mondo non sia piu’ un tabu’: “Fino al 2008 qualcuno diceva che non esisteva la malavita a San Marino”.
 L’inquilino di Palazzo Begni allontana infine le polemiche sulla fornitura del pane alle scuole sammarinesi: “Rifiuto completamente la battaglia politica su questi temi, se oggi si stanno succedendo molte azioni contro le infiltrazioni a San Marino, non e’ certo un caso”.

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