Mancato incontro Csu – Governo

Mancato incontro Csu – Governo

Nel prendere atto, da un lato, che è stato finalmente convocato per il 22 settembre un incontro del tavolo tripartito, con l’obiettivo di riprendere il confronto in relazione all’accordo firmato il 9 luglio, dall’altro ci si chiede per quale motivo il Governo non ha tenuto in nessuna considerazione la richiesta avanzata dalla CSU il 1° settembre scorso, di svolgere precedentemente un incontro bilaterale per conoscere e approfondire i contenuti degli accordi in via di definizione con l’Italia. Ciò, alla luce degli importantissimi riflessi che tali accordi possono avere sull’economia, sul mondo del lavoro e in generale sulle prospettive di sviluppo del paese.

Infatti, dagli accordi con la Repubblica italiana dipendono il superamento delle gravi difficoltà nell’attività del sistema bancario sammarinese e nell’operatività delle imprese insediate nel nostro territorio, così come la soluzione delle problematiche dei lavoratori frontalieri. E su questo ultimo aspetto specifico, a quanto si è appreso dalla stampa, risulta che negli accordi in discussione i problemi non verrebbero affatto risolti in termini operativi, ma rimandati a successivi provvedimenti legislativi italiani, senza alcuna garanzia né in ordine ai tempi, né rispetto alle quote di reddito esente dalla “doppia imposizione” fiscale.

Questa richiesta di incontro diretto avanzata dalla CSU al Congresso di Stato è del tutto legittima: infatti, il tavolo tripartito non esclude in alcun modo la possibilità di momenti di confronto bilaterale. Risultano pertanto inspiegabili le ragioni per cui l’Esecutivo ha eluso una precisa richiesta posta unitariamente da CSdL e CDLS.

Al di là del tavolo tripartito e delle fondamentali tematiche da affrontare in questa sede, a partire dalla certezza della conclusione dei rinnovi contrattuali dei lavoratori dell’industria e delle banche, dai temi economico-occupazionali dello sviluppo, e dal progetto complessivo sugli ammortizzatori sociali, vi è un aspetto altrettanto importante sul quale il confronto con l’attuale Governo, incomprensibilmente, non è di fatto mai partito: il sistema pensionistico nel suo complesso.

In tal senso, i cospicui ritardi accumulati rispetto alla necessità da un lato di completare e perfezionare gli elementi di riforma apportati nel 2005 (primo pilastro), e dall’altro di istituire la previdenza complementare (secondo pilastro), creano una situazione di incertezza di prospettiva circa l’equilibrio dei fondi pensionistici e quindi sulle prestazioni previdenziali per le giovani generazioni.


Con l’aggravante, poi, che da oltre un lustro continuano i rilevanti trasferimenti annuali dal Bilancio dello Stato per coprire il “profondo rosso” dei fondi pensionistici di alcune categorie di lavoratori autonomi (il bilancio di assestamento 2009 prevede in tal senso un versamento di 12 milioni di euro), senza che ancora emergano volontà di porre soluzione alla problematica in termini di riforma del sistema. Anche questa situazione è per noi incomprensibile…

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