Manovra straordinaria. Marco Tura, alcune considerazioni e una provocazione

Manovra straordinaria. Marco Tura, alcune considerazioni e una provocazione

SAN MARINO 9 SETTEMBRE 2010 – Manovra straordinaria, deficit di bilancio e Pubblica Amministrazione. Il segretario della Federazione Pubblico impiego della CDLS, Marco Tura, fa alcune considerazioni e una provocazione.

Si è tenuto nei giorni scorsi un incontro tra alcuni membri del nostro Governo e le Confederazioni sindacali. In esso sono state circostanziate le gravi difficoltà economiche in cui versa il Paese e alcune iniziative da porre in essere nell’immediato, per fronteggiare l’ormai raddoppiato deficit di bilancio. Come segretario della federazione del pubblico impiego della CDLS ho prestato maggiore attenzione ai provvedimenti che il Governo intende applicare al settore pubblico e mi sorgono spontanee alcune considerazioni.

Si sostiene che sia importante la riforma della Pubblica Amministrazione, ma non se capisce bene la necessità, visto che il progetto di manovra straordinaria indica la P.A. come una spesa e non come una risorsa. br>

Inoltre ci si pone una domanda: in che modo si intendono reperire le risorse che serviranno? Pochi credono che non sia necessario investire denaro per affrontare i nodi sostanziali di un progetto, che può razionalizzare l’organizzazione della struttura, permettendo così di eliminare gli sprechi, ma che non può fare a meno di risorse umane e professionali. Se lo Stato è nella condizione di non sborsare ma, al contrario, di introitare denaro, non ci sono prospettive per una riforma che soddisfi tutte le parti sociali. br>

D’altronde la crisi della P.A., determinata dalla insufficiente formazione permanente dei pubblici dipendenti e dal blocco delle assunzioni del 1998, che ha contribuito al mancato inserimento di giovani già formati dalle università, non si può risolvere con provvedimenti “tampone” e non può essere ritenuta l’unica causa della crisi strutturale del sistema economico sammarinese.br>

Altro argomento scottante della manovra straordinaria è l’imposto aumento retributivo a “costo zero” per i pubblici dipendenti. br>

Perché solo a loro? Cosa hanno rubato per essere i soli che devono subire tale penalizzazione? Oppure sono stati loro a causare la crisi economica di San Marino, magari senza pagare le tasse?
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Forse, se si parla di equità, sarebbe opportuno prendere in considerazione la seguente provocazione, che, seppur articolata, mi sembra più equa. Visto che alla fine di questo anno scadono tutti i contratti di lavoro, si può supporre che, se il Governo imporrà un “costo zero” per l’aumento retributivo dei pubblici dipendenti, altrettanto proporranno tutti gli altri datori di lavoro, con la differenza che i benefici del “costo zero” nel settore pubblico andranno nelle casse dello Stato, mentre quelli del settore privato andranno nelle tasche dei datori di lavoro privati. br>

Allora si potrebbe emettere un decreto che preveda l’aumento a “costo zero” per i prossimi due anni per tutti i lavoratori dipendenti e che i benefici, calcolati sulla base dell’inflazione dello stesso periodo, vadano tutti nelle casse dello Stato. br>

Allo stesso modo, però, devono contribuire sia i lavoratori autonomi che i datori di lavoro (versando a loro volta una cifra almeno pari alla somma di quella versata dai propri dipendenti), affinché tutti si contribuisca a risollevare il nostro Paese dalla crisi economica che lo attanaglia.br>

E’ chiaro che questa è una provocazione, è altrettanto chiaro che occorre prevedere recuperi basati su movimenti di grandi volumi di denaro in proporzione ai redditi che in conseguenza si configurano, ma intanto si potrebbero incassare alcuni milioni di euro, che in questo momento farebbero comodo alla nostra economia.br>

A buon intenditor poche parole.br>

Marco Tura

Segretario Federazione Pubblico Impiego della CDLS

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