Mara Monti, Il Sole 24 Ore, San Marino chiede tempo sul segreto bancario

Mara Monti, Il Sole 24 Ore, San Marino chiede tempo sul segreto bancario

Sole 24 Ore

San Marino chiede tempo sul segreto bancario

Mara Monti

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San Marino ha bisogno di due armi per adeguarsi alle richieste dell’Italia sul segreto bancario. Lo ha detto il segretario di Stato alle Finanze, Pasquale Valentini, ieri al Meeting di Rimini.
«Siamo pronti a superare il segreto bancario, ma abbiamo bisogno di tempo per riconvertire le nostre strutture finanziarie». Pasquale Valentini, segretario di stato alle Finanze di San Marino, non nasconde la preoccupazione per le ripercussioni che sta avendo sull’economia della piccola repubblica l’essere ancora annoverata come paradiso fiscale.
Molte aziende stanno pensando di trasferire la sede in altri paesi per non rischiare ispezioni della Guardia di Finanza. «Una situazione pesante, difficile da governare nel lungo periodo», ammette il ministro.
San Marino, per il governo italiano, rientra ancora nella lista nera «nonostante la profonda riforma avviata negli ultimi anni sulle norme di vigilanza e sull’antiriciclaggio, riconosciuta come adeguate dall’Ocse e dal Fondo monetario». Ma non dall’Italia e dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che ha posto come condizione per un ritorno alla normalità il superamento del segreto bancario. Una rivoluzione per il piccolo Stato. «Dal 2004 abbiamo sottoscritto l’accordo Ecofin che consente di mantenere spazi di riservatezza ai sistemi bancari nazionali, così come accade per la Svizzera. Il ministro Tremonti, tuttavia, ci ha chiesto di fare di più , per noi è un cambiamento epocale. Il governo ha approvato un ordine del giorno per trattare la materia. Abbiamo consultato gli operatori i quali ci hanno riferito che per una riconversione totale ci vorranno almeno due anni». Troppi per Tremonti, che chiede tempi più stretti. «Non siamo contrari, ma dobbiamo definire insieme le modalità, stabilire i passaggi».
Valentini ricorda i passi già fatti, come l’adozione degli organismi divigilanza sulle materie finanziarie e sulle attività produttive. Ma soprattutto l’eliminazione a partire dal 30 settembre delle società anonime e la regolamentazione delle fiduciarie, oltre agli accordi firmati con l’Italia in materia di cooperazione economica, bancaria, finanziaria e contro la doppia imposizione fiscale. Su questi provvedimenti «manca per la ratifica dell’Italia – aggiunge Valentini – condizione necessaria per uscire dalla black list». Anche la collaborazione con la Guardia di Finanza per lo scambio di informazioni sta dando risultati positivi: a Pesaro è stato scoperto ieri un evasore (rivenditore di integratori alimentari) che ha occultato 14 milioni in cinque anni grazie all’esterovestizione della sua attività, realizzata con due società fittizie sanmarinesi. E da gennaio la Finanza ha operato 330 verifiche, scoprendo imponibile evaso per 850 milioni:risultati lodati anche da Marco Arzilli, segretario di stato all’industria del Titano.
Questa mattina il ministro dell’Economia sarà al meeting di Rimini: «Vogliamo cogliere fino in fondo l’opportunità di incontrarlo», ha detto Valentini aggiungendo che al momento non c’è alcun incontro in agenda, «Ma il percorso non può essere unilaterale».

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