Marino Cecchetti su L’Informazione di San Marino: sul carcere lager
La lettera dell’ex direttore del carcere, Domenico Cavuoto, con cui pare che siano state denunciate le condizioni ‘disumane’ dei detenuti, citata in un’aula di tribunale dai difensori di un imputato, è stata prontamente rilanciata sui media.
Dispiace che ancora da parte dello Stato non ci sia stata alcuna reazione. Né a livello politico né istituzionale.
La denuncia è fondata?
Di certo la lettera, a detta dell’apparato difensivo, verrà utilizzata a Strasburgo presso la Corte dei diritti dell’Uomo in un nuovo reclamo o a rinforzo di precedenti reclami.
I cittadini sammarinesi finora sapevano che, ai Cappuccini, ogni detenuto ha la sua cella; ha diritto a un certo numero di ore d’aria o, se vuole, per il giardinaggio; pranza e cena, per così dire, ‘alla carta’, servito da un Ristorante molto noto e apprezzato dai sammarinesi; costa al giorno euro 685.
Si sa, tutto è relativo e va rapportato al sistema di vita precedente di chi subisce la restrizione.
Da qualche parte, nell’ex convento cinquecentesco, qualcuno si è attrezzato per la tortura?
A breve ne vedremo le foto su internet?
Ci sono riscontri medici dei maltrattamenti?
Forse a chi ha rilanciato la notizia con tanto vigore dovrebbe essere concesso un permesso speciale per verificare le condizioni -disumane- del carcere sammarinese, in modo da rapportarle a quelle ad esempio dei Casetti della vicina Rimini. Anzi sarebbe opportuno che potesse rivolgersi a qualche persona che, dalle amare circostanze della vita, è stata costretta, a sperimentare le condizioni carcerarie sia qui che fuori di qui.