Michelangelo Fedele: la Cassazione conferma confisca immobili

Michelangelo Fedele: la Cassazione conferma confisca immobili

L’informazione di San Marino

La cassazione conferma la confisca degli immobili di Mike Fedele

Antonio Fabbri

Alla fine la Corte di Cassazione ha confermato la confisca di 29 immobili tra appartamenti e terreni a carico di Michelangelo Fedele ritenuto collegato in passato al clan della ‘ndrangheta dei Piromalli e noto a San Marino per il processo che lo ha riguardato e che ha avuto diverse peripezie fino al proscioglimento per l’incostituzionalità della norma incriminatrice a lui contestata sul possesso ingiustificato di valore.

E’ di questi giorni la notizia, rilanciata dai giornali toscani che la Corte di Cassazione si è pronunciata confermando e rendendo definitivi i provvedimenti di confisca dei beni immobili già sequestrati dalle Fiamme Gialle nel maggio 2016 nei confronti dell’uomo, originario di Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria, radicato dagli anni ‘70 nel comune di Castagneto Carducci. Mai eseguita a Livorno confisca così rilevante. Con questa sentenza si è conclusa l’indagine coordinata dal procuratore capo di Livorno, Ettore Squillace Greco, dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria dal Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Livorno. Le verifiche hanno percorso la storia di Fedele, che aveva riportato condanne definitive a partire dagli anni ‘60 per porto abusivo e detenzione illegale di armi, sequestro di persona, estorsione, ricettazione e lesioni personali. Più volte arrestato e indagato in numerosi procedimenti, sia in Italia che nella Repubblica di San Marino (per associazione a delinquere, usura, truffa, ricettazione, riciclaggio, violazione di domicilio, minaccia, lesioni personali, molestia e disturbo alle persone), è stato da ultimo condannato dal Tribunale di Livorno, il 12 aprile 2018, a 12 anni di reclusione per usura (vedi l’informazione del 14 aprile 2018).

Gli accertamenti economicofinanziari hanno riguardato, oltre a Michelangelo Fedele, anche la posizione della moglie e dei tre figli. Dagli accertamenti svolti, infatti, è stato riscontrato che gli immobili sottoposte a sequestro e a confisca sono state formalmente intestate anche alla moglie e, in quote, anche a uno o più figli. Nella primavera del 2016, accogliendo la proposta di applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali presentata dal Pm, erano state sequestrate 29 immobili, il cui valore complessivo si aggirava intorno ai 4 milioni di euro. Le proprietà sono costituite da 13 appartamenti, 6 terreni, 5 autorimesse e 5 fabbricati di vario tipo, ubicate 14 a Castagneto Carducci, 4 a San Vincenzo, 6 a Cecina e 5 a Campiglia Marittima.

Va detto che, seppure sul Titano la vicenda processuale penale si sia conclusa con un nulla di fatto, l’apporto di San Marino alle indagini italiane fu determinante e, anzi, contribuì a riaprire un caso che sembrava chiuso oltre confine. Infatti proprio dopo che a San Marino erano stati accesi i riflettori sul caso e sono venuti alla luce i milioni che il Fedele aveva portato sul Monte con conseguenti rogatorie oltre confine, anche in Italia le indagini su Fedele avevano avuto nuovo impulso nell’ambito dell’inchiesta denominata “Real Estate – Mike” della procura di Livorno.

Sebbene sul Titano fosse intervenuto il proscioglimento in sede penale per la dichiarata incostituzionalità dell’articolo 199 ter, il Congresso di Stato diede mandato all’Avvocatura di intentare causa civile in modo da evitare che denaro ritenuto frutto di illeciti potesse tornare in circolazione. Così 303mila euro che erano stati sequestrati sono rimasti congelati in attesa dell’esito della causa civile intentata dall’Avvocatura. Di certo, comunque, l’effetto del procedimento sammarinese anche sull’attività degli inquirenti italiani ha avuto un effetto determinante.

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