Mics: le lobby di governo

Mics: le lobby di governo

Mentre il governo preme sull’approvazione della Riforma fiscale, che tutto sembra fuorché equa, il Paese affonda. Ci sorprende il comportamento ambiguo ed equivoco del Segretario alle Finanze Valentini che prima dipinge la riforma in un modo, poi, successivamente, la modifica unilateralmente, senza dare ascolto alle critiche di molte categorie, tra i quali quelle dei lavoratori autonomi, che si vedono aumentare le tasse in un periodo di forte crisi del settore.

Si chiede ai Sammarinesi, ormai con le tasche vuote, un ulteriore sforzo economico per arginare una situazione disastrosa per loro e per lo Stato. Le cause di questa grave condizione socio-economica non vanno sicuramente ricercate nelle inadempienze dei cittadini verso le istituzioni pubbliche. Se analizzassimo le scelte, le decisioni e le azioni della classe dirigente e del sistema politico degli ultimi trent’anni, scopriremmo che San Marino non ha saputo investire nel proprio futuro, non ha valorizzato le capacità e le competenze dei suoi giovani e non ha mai ideato un progetto economico e sociale capace di creare una vera, solida e trasparente economia. Di converso, ha avuto l’infausto merito di lasciar proliferare un’economia fittizia basata su speculazioni finanziarie ed  edilizia selvaggia, permettendo alla malavita organizzata di farsi strada espandendosi a macchia d’olio nel nostro territorio. Ora che la morsa della crisi economica mondiale sta mettendo alla prova la tenuta economica dell’Europa, noi sammarinesi non possiamo contare su di una base economica certa e strutturalmente forte, oltretutto, gravati da una P.A. irresponsabilmente gonfiata negli anni delle “vacche grasse” e della ricerca spasmodica del consenso elettorale. Ora, tutto questo peso artatamente creato ci ricade addosso come un macigno,conducendoci al fallimento dello Stato.
Il Segretario del PDCS Gatti afferma che: “si vuole arrivare ad approvare la riforma in un clima di pace sociale, ma se così non fosse io sono per andare avanti, anche senza l’accordo coi sindacati”, adducendo che in questo Paese si debba trovare “un senso di responsabilità che tenga conto di un interesse generale, ma che non ci siano dietro dei giochi politici”. A qualunque politico che condivida tale esternazione, noi rispondiamo che quei giochi politici non si sono mai attenuati ed ora più che mai, in previsione delle prossime elezioni elettorali, continuano a provenire proprio da chi sta già progettando nuove alleanze politiche, nella consapevolezza di una prematura rottura del Patto. Con quale coraggio etico è possibile pretendere di richiamare la società civile ad un clima di pace sociale quando la stessa maggioranza che governa questo Paese attraversa un momento di forte instabilità, causata da gravi dissidi interni? Com’è pensabile alludere a un senso di responsabilità, quando per trent’anni nella politica ha regnato l’irresponsabilità, l’incapacità di prevedere scenari futuri, l’assoggettamento a qualsivoglia lobby di potere e l’ interesse privato in atti d’ufficio? Con quale coraggio e sfrontatezza il governo ci chiede di fare dei sacrifici per risolvere una situazione che la stessa classe politica ha prodotto? La sfiducia nelle istituzioni non crea nessun clima di pace sociale, ma porta inesorabilmente a forti tensioni e possibili scontri sociali. Per buona pace dei sogni… di Gatti Jr.
Per chiedere alla cittadinanza di frenare il deficit pubblico sacrificando anche una sola parte del loro stipendio bisogna essere autorevoli non autoritari, bisogna essere stimati non raccomandati, bisogna dimostrare non far dimostrare. La popolazione potrà essere pronta a farlo solo nel momento in cui anche questa vera antipolitica diverrà politica con la P maiuscola, ammettendo le proprie colpe, emarginando i colpevoli, eliminando gli sperperi delle entrate dello Stato e, soprattutto, tenendosi lontano dalla ricerca di presunti filantropici benefattori capaci di elargire quei milioni di euro mancanti che assicurerebbero di proseguire l’indisturbato cammino dell’antipolitica attuale in cambio della nostra secolare sovranità e autodeterminazione.
I cittadini non possono pagare ulteriori tasse quando non esiste un vero progetto-Paese che sappia valorizzare innanzitutto le proprie forze interne ed il proprio apparato. Non possono continuare a foraggiare chi deve accontentare gli amici degli amici con appalti ad hoc chiamandole esternalizzazioni o avvalersi di consulenze esterne senza considerare minimamente le valide professionalità della P.A.. In questa situazione equivale a gettare nella cloaca ogni singolo euro versato dal contribuente. La politica del clientelismo e delle lobby di potere ha fatto ormai il suo tempo e dobbiamo fermarla con ogni forza. I cittadini pretendono una politica sana, che premi il merito, punisca chi infrange le leggi, investa nell’istruzione e nella formazione dei giovani e della società e abbia come slogan attivo un solo motto:“Uno Stato di Diritti e di Doveri” Il limite di sopportazione della popolazione sammarinese è superato. Se la politica non è consapevole o fa finta di non vedere, alle prossime elezioni, pur studiando la miglior coalizione possibile, potrebbe incappare in fastidiosissime sorprese.
 

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