Milano e Finanza On line sugli accordi Italia e San Marino, Arianna Ferrari

Milano e Finanza On line sugli accordi Italia e San Marino, Arianna Ferrari

Si dovrebbe raggiungere nel giro di un mese, tra la fine di settembre o al più tardi per la metà di ottobre la firma degli accordi tra il Governo italiano e quello di San Marino sullo scambio di informazioni fiscali. E’ quanto ha affermato oggi il segretario di Stato alle Finanze di San Marino, Gabriele Gatti.

Si tratta di due distinti accordi. Il primo riguarda la collaborazione finanziaria e la lotta al riciclaggio, mentre il secondo concerne la questione della doppia imposizione fiscale e lo scambio di informazioni secondo il modello Ocse. San Marino punta a raggiungere formalmente le intese ”entro settembre con dodici Paesi, così usciremo dalla cosiddetta grey list”, la lista grigia dell’Ocse che comprende i Paesi che hanno manifestato la volontà di maggiore collaborazione sul fronte della lotta all’evasione fiscale ma che ancora non hanno effettivamente raggiunto queste intese.

“Tra questa dozzina di Paesi potrebbe esserci appunto l’Italia con la quale l’accordo al più tardi dovrebbe essere raggiunto alla metà del prossimo mese”, ha aggiunto Gatti, precisando che le intese con l’Italia di fatto sono state raggiunte e che gli accordi sono stati parafati da un punto di vista tecnico.

Ora i ministri degli Affari esteri dei due Paesi dovranno incontrarsi e successivamente ci sarà il momento della firma. Poi le intese passeranno all’attenzione dei rispettivi Parlamenti per la ratifica e dunque gli accordi potrebbero diventare operativi già dall’inizio del 2010: tardi, in ogni caso, per consentire agli italiani che hanno illegalmente capitali a San Marino di regolarizzare in loco attraverso lo scudo fiscale.

La ‘bozza di Circolare dell’Agenzia delle Entrate sullo scudo cita infatti esplicitamente San Marino tra i Paesi dai quali si può solo ”rimpatriare” il capitale e non anche ”regolarizzare” in loco. ”Proprio perchè ad oggi”, ha confermato Gatti, “purtroppo non c’è ancora quell’accordo di cooperazione fiscale sul modello Ocse. Ma ci avviamo ad un cambiamento per il futuro della nostra economia importante, normalizzando la nostra situazione a livello internazionale”.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy