Monitoraggio Coe, San Marino sotto esame

Monitoraggio Coe, San Marino sotto esame

San Marino finisce sotto esame del Comitato di monitoraggio del Coe

Con votazione sulla base di “ragioni sostanziali” il Comitato per il rispetto degli obblighi e degli impegni degli Stati membri mette il Titano sotto la lente

Antonio Fabbri

San Marino finisce sotto esame del Consiglio d’Europa e, nello specifico, del Comitato di sorveglianza o monitoraggio. La decisione è stata assunta dal Comitato stesso riunitosi lo scorso 3 febbraio.

Dal documento del dettaglio delle decisioni assunte in quella sede, reperibile sul sito del Coe, sotto la voce “Rapports d’examen périodique”, ovvero rapporti di revisione periodici degli Stati membri, viene indicato anche San Marino, che questa specifica Commissione ha deciso di mettere sotto monitoraggio. Ora, nonostante la periodicità, è evidente che non si tratti di un inserimento “automatico” a rotazione dei vari Stati tra quelli membri del Coe. Anche perché, se così fosse, il Comitato non avrebbe sottoposto al voto la scelta su quali stati sottoporre al proprio monitoraggio. Scelta che, tra l’altro, avviene da regolamento sulla base di “ragioni sostanziali”.

Così il Comitato di sorveglianza ha deciso “à la suite d’un vote”, cioè in seguito ad una votazione, di inserire San Marino tra gli Stati che dovranno essere sottoposti all’attenzione del medesimo Comitato per il rispetto degli obblighi e degli impegni degli Stati membri del Consiglio d’Europa, detto anche Comitato di sorveglianza, appunto.

I motivi sostanziali Quali potrebbero essere i “motivi sostanziali” per i quali San Marino è tra gli stati all’esame del Comitato di sorveglianza? E’ noto che ci siano segnalazioni pendenti relative al rispetto dello stato di diritto e della separazione dei poteri, ed è pertanto plausibile che i “motivi sostanziali” per i quali i Titano si troverà sotto esame, siano legati a questi. Si ricorderà, infatti, che nell’agosto dello scorso anno il Segretario Generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić, aveva inviato una lettera all’Esecutivo sammarinese, in prima battuta tenuta nascosta e resa nota in modo non proprio aderente a quanto c’era scritto. Poi quella lettera pubblicata sul sito del Coe, ma fatta passare dalla maggioranza quasi come una missiva di complimenti.

In verità quella lettera diceva alcune cose fondamentali: prima ricordava la separazione dei poteri e il principio di non interferenza della politica sulla magistratura; poi annunciava che, le segnalazioni dei magistrati e pure quelle del governo, sarebbero state trasmesse ai vari competenti organismi dei Coe. Scriveva, tra le altre cose, Buric: “Il principio della separazione dei poteri e dello stato di diritto richiede anche l’astensione da qualsiasi interferenza dell’Esecutivo o del Legislativo nei procedimenti pendenti. Ho portato le informazioni che avete fornito all’attenzione della Commissione di Venezia, del GRECO e del Consiglio consultivo dei giudici europei (CCJE), e continuerò a seguire attentamente la situazione”. Sulla questione si era pronunciata, sempre con lettera, anche il Commissario per i diritti umani, Dunja Mijatović.

Anche questa lettera, tenuta nascosta sul Titano finché non è stata pubblicata dallo stesso Commissario sul sito del Coe, intimava già nel titolo: “San Marino non metta a repentaglio indipendenza magistratura”.

Nonostante la frase sia chiara, ci fu chi in maggioranza ebbe l’ardire di sostenere: “Non si tratta di una reprimenda”. A nulla servì la richiesta dello stesso Commissario per i diritti umani che concludeva la lettera dicendo: “Chiedo alle autorità di San Marino di astenersi dall’adottare ulteriori misure che possano alimentare tali accuse in attesa dell’adozione e della pubblicazione di tale rapporto e prima che eventuali raccomandazioni in esso contenute siano adeguatamente attuate”. Si tirò dritto con il disegno della politica sulla giustizia.

Che cosa comporta l’esame del Comitato di sorveglianza del Coe Lo stesso nome dell’organismo del Consiglio d’Europa spiega quale è la sua funzione: Comitato per il rispetto degli obblighi e degli impegni degli Stati membri del Consiglio d’Europa (Committee on the Honouring of Obligations and Commitments by Member States of the Council of Europe).

Questo Comitato dovrà quindi valutare il rispetto degli impegni presi da San Marino aderendo al Coe, tra questi i principi contenuti nella Convenzione dei diritti dell’uomo e, più in generale, il rispetto dello stato di diritto. E’ evidente che nelle valutazioni sul rispetto di tali principi rientrino anche la separazione dei poteri e l’indipendenza della magistratura, oggetto delle segnalazioni ricevute e prese in carico dagli organismi del Coe. Concretamente, quindi, il Comitato di sorveglianza, oltre a vagliare la documentazione della quale dispone, potrebbe anche decidere di recarsi in visita nel paese sotto esame. Al termine della valutazione dovrà redigere una relazione da sottoporre all’Assemblea parlamentare. Questa può suggerire a quel punto al Comitato di sorveglianza, in caso di una relazione non positiva, delle misure da adottare. La più grave di queste è l’espulsione del Paese, ma va detto che un provvedimento così drastico non è stato mai adottato neppure in casi gravissimi. Resta il fatto che l’esame del Comitato di sorveglianza ha significato per gli stati una procedura di sensibilizzazione notevole per ottemperare al rispetto dei diritti fondamentali.

Oltre a San Marino, finiscono sotto esame del Comitato di monitoraggio, anche la Francia e i Paesi Bassi, oggetto nei mesi scorsi di segnalazioni relative a questioni di diritti umani, legate alla libertà di informazione per la Francia e di manifestazione per i Paesi Bassi. L’elenco dei tre Stati è inviato all’Assemblea del Coe per la ratifica.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy