San Marino. Petizione vaccini, reazione Segretario di Stato

San Marino. Petizione vaccini, reazione Segretario di Stato

L’informazione: Vaccini, Segretario di Stato contro i cittadini che firmano petizione”

Teodoro Lonfernini contro la raccolta firme che definisce “truffa”. 

Antonio Fabbri

Persino Boris Jhonson ha chiesto scusa per gli errori nella gestione della pandemia. A San Marino no. Non esiste. Prosopopea e arroganza vincono sull’umiltà. E i cittadini non mancano di rilevarlo. Infatti il Segretario di Stato al Lavoro, Sport e Informazione, reduce dalla partecipazione a Cortina D’Ampezzo all’inaugurazione dei giochi invernali, ieri mattina se ne è uscito con un post su facebook contro la raccolta firme di chi chiede conto dei ritardi sull’arrivo dei vaccini. Così Teodoro Lonfernini da un lato usa il ritornello della “strumentalizzazione politica”, provando così a delegittimare ogni sacrosanta critica, soprattutto a fatti gravi; dall’altro offende i cittadini che hanno firmato la petizione dipingendoli come sprovveduti che “beccano” abboccando all’iniziativa; dall’altro ancora dà dei truffatori, anzi peggio, ai promotori della petizione.

Queste sono peggio delle truffe”, dice infatti senza troppi giri di parole. In questo suo post dove prova a far sentire i cittadini usati – “Non riescono ad usare adeguatamente gli strumenti parlamentari e quindi usano i cittadini!” – viene supportato dai “mi piace” dei consiglieri di Rete Marco Nicolini, Daniela Giannoni, Paolo Rondelli e dal consigliere di Npr Maria Luisa Berti.

I cittadini, però, non si sentono affatto usati e stavolta la gente, che prova sulla propria pelle il peso dell’insicurezza e dell’angoscia causata dall’inettitudine del governo sul caso vaccini, non le manda a dire. “Io ho firmato la petizione e ti assicuro che non becco affatto, non sono idiota e ragiono con la mia testa. Ti prego di non essere offensivo con i cittadini che civilmente vi sollecitano a procurare i vaccini per preservare la nostra vita, la salute pubblica, la nostra economia. Forse nelle stanze dorate del palazzo, non riuscite a sentire e ad ascoltare i sentimenti della popolazione: frustrazione, paura, dolore… Che cosa desiderano i cittadini secondo te? Di continuare così, allo sbando e senza nessuna Prospettiva di arginare la pandemia?”

Così il primo post di risposta al quale seguono molti altri. Prova a replicare il Segretario Lonfernini, ma la domanda che il cittadino fa è secca e severa: “Rispetto il tuo lavoro, il tuo pensiero. Dimmi solo quando arrivano i vaccini e spiega il perché di questo ritardo”. La risposta del Segretario non è però altrettanto affidabile: “Presto! Ed è tutto pronto per partire al meglio, regole, persone formate, strumenti (…) Noi eravamo pronti da gennaio”.

La risposta ovviamente non convince nessuno: “Ho firmato e non mi sento idiota. È da fine dicembre che ci sentiamo dire “presto”. Diverse volte è stato quantificato il presto, ma mai rispettati i tempi. Ci sono stati ritardi enormi. Vogliamo negarlo? In Italia il personale medico paramedico ospedaliero è stato vaccinato. Noi? Vogliamo poi parlare delle priorità inserite per il vaccino? Il personale amministrativo Iss prima dei dentisti? Perdonami Teodoro, ci conosciamo da anni. (…) Ma non puoi difendere l’operato del governo sul discorso vaccini”.

Ma non finisce qui. Perché mentre il Segretario Lonfernini attribuisce le difficoltà ad “accordi che non sono stati rispettati e quindi si è lavorato per le alternative e che colmeranno il ritardo”. E anche qui c’è chi lo riporta alla realtà dei fatti: “Teodoro Lonfernini l’accordo non parla di date. Quindi l’Italia lo sta rispettando fino a prova contraria anche se consegna il 31 dicembre prossimo. Chi ha scritto l’accordo senza date di consegna non dovrebbe neppure essere autorizzato a ordinare il caffè al bar dell’ospedale”.

Poi altri ancora rispondono stando sul concreto: “Incredibile… Segretario. Dovrebbe pensare prima di mettere lei… tutto nel calderone della politica. La gente si ammala e muore, le sembra una cosa politica?”, scrive un altro cittadino.

Quindi interviene un pensionato: “Cosa aspettate per il vaccino di risanare le pensioni? Noi anziani ci ricorderemo al momento del voto”. Un’altra aggiunge: “Anch’io ho firmato la petizione pur non avendo nulla a che spartire col partito promotore. La petizione chiede quando come e dove saremo vaccinati ed è vostro dovere informare la cittadinanza sulle modalità ed i tempi. Non solo, a questo punto, è d’obbligo farci sapere perché si è agito così tardi e chi non si è reso conto che l’accordo siglato con l’Italia era insufficiente. Se ci aveste trattato da cittadini non avremmo avuto bisogno di firmare una petizione e quindi non se la prenda, ma agisca di conseguenza”.

C’è poi chi diventa ancora più esplicito: “Questi 4 incompetenti al governo fanno pure gli spavaldi! Fate qualcosa va la, vi rendete ridicoli”. E un’altra aggiunge: “Anche io ho firmato e vergognoso mi sembra il fatto che ai cittadini non venga data alcuna risposta. Siete stati votati dai cittadini e non per fare gli affari vostri privatamente, ma per il bene dei cittadini stessi. Basta con questa manfrina della strumentalizzazione”.

Un altro aggiunge: “Sono preoccupato! Ancor più dei vaccini che ancora non arrivano… sono preoccupato della prosopopea di chi ha il compito di provvedere, e non lo ha fatto, di chi non si rende conto di non essere in grado di svolgere ruoli di questa portata, sono preoccupato dell’arroganza di chi pensa di essere l’uomo della provvidenza. Un po’ di umiltà… No vero?

Poi una cittadina svela tutta l’incertezza sulla questione anche nelle fila della maggioranza governativa: “Carissimo Teodoro anche io ho firmato e tu sai come la penso. Ma questo ritardo preoccupa tutta la gente di qualsiasi partito e preciso che ho firmato dopo che ho parlato con un politico di Rete che alla mia domanda sui vaccini mi ha risposto: arriveranno, ma quando non si sa!”

E mentre c’è chi comincia a chiedere le dimissioni di chi è il responsabile di questo assurdo ritardo, scatta il 45esimo giorno dall’inizio della campagna vaccinale in Europa con San Marino nell’incertezza più totale che attesta l’assenza dei rapporti che erano stati millantati oltre all’incapacità di siglare accordi che, su una materia così fondamentale per la salute dei cittadini, potessero dare certezze alla Repubblica. Innegabile che la questione stia generando attriti interni alla maggioranza e non è escluso che partano rimpalli di responsabilità a breve. Tanto più che anche diversi simpatizzanti o tesserati alla Democrazia Cristiana hanno firmato la petizione. “...peccato non capire la situazione”, commenta qualcuno. Questo mentre pare che il governo cominci a fare ciò che aveva escluso quando glielo suggerivano le opposizioni in Consiglio e su cui invece avrebbe dovuto muoversi per tempo almeno un paio di mesi fa: cercare più canali di approvvigionamento anche nelle sedi internazionali o di fornitura diretta, soluzioni snobbate in funzione di un “rapporto privilegiato” con l’Italia che, evidentemente e nonostante e la propaganda, il governo nei fatti non ha.

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