Mons. Turazzi in Basilica per la Festa dei Lavoratori

Mons. Turazzi in Basilica per la Festa dei Lavoratori

Comunicato stampa
Domenica 1 Maggio, nella Basilica del Santo, la Diocesi di San Marino-Montefeltro ha onorato con una solenne celebrazione liturgica presieduta dal Vescovo, la Festa dei Lavoratori. Fu Papa Pio XII°,  proprio il 1° Maggio del 1955, ad istituire la festa liturgica di San Giuseppe lavoratore, introducendo una ricorrenza religiosa che da allora sarebbe stata celebrata il 1° maggio di ogni anno. La Chiesa volle illuminare questa festa con l’esemplarità della figura di San Giuseppe, in cui si riconosce la dignità del lavoro umano come dovere e perfezionamento dell’uomo. “Oggi più che mai-affermano i Vescovi-c’è bisogno di educare al lavoro per una riscoperta delle relazioni fondamentali dell’uomo: il lavoro deve tornare a essere luogo umanizzante, uno spazio nel quale comprendiamo il nostro compito di cristiani, entrando in relazione profonda con Dio, con noi stessi, con i fratelli e con il creato”. Molti i fedeli intervenuti, fra i quali gli Ecc.mi Capitani Reggenti della Repubblica e numerosi Segretari di Stato. Nella sua omelia, Mons. Turazzi ha voluto sottolineare alcune significative concordanze fra mondo del lavoro e Chiesa cattolica. “Questa mattina nella nostra splendida Basilica – ha esordito Mons. Turazzi – celebriamo uno scambio di doni. Tanto è quello che la Chiesa riceve dal mondo, dalla cultura e dal progresso sociale e ne è riconoscente. E tanto è quello che la Chiesa offre al mondo in termini di umanesimo e di spiritualità, in modo particolare spiritualità del lavoro. Insieme mondo e Chiesa, non mondo o Chiesa”. Poi il Vescovo ha confidato le sensazioni raccolte in occasione degli incontri e delle celebrazioni delle  S. Messe  in sette aziende che sorgono nel territorio diocesano: “È stata un’esperienza molto bella per me. Ho avuto la possibilità di vedere in concreto questo scambio di doni tra il mondo e la Chiesa” (…). Mons. Turazzi ha continuato “Parlando provocatoriamente, nelle fabbriche, ho detto: la mattina quando vi preparate per andare al lavoro, salite in auto e percorrete i km che vi separano dai luoghi di lavoro, a che cosa pensate? Che risposta date alla domanda “perché vado a lavorare?”».  Non è finalità di questo incontro occuparmi di questioni sindacali o di contrattazione: non è mia competenza; ma posso aiutare a dare risposta a queste domande. C’è chi risponde vado al lavoro perché mi piace, vado perché sono costretto, vado perché ho bisogno di guadagnare… motivazioni lecite e importanti. Il Vangelo ci aiuta a rendere manifesto quello che in fondo al nostro cuore c’è già, cioè si lavora “per”. Vorrei che ci risuonasse in cuore questa domanda, anche a partire da domattina, non solo a chi va in fabbrica, ma a chi lavora per la scuola, nell’Università, per la salute degli altri, nell’agricoltura, nella pubblica amministrazione e in politica, a chi fatica molto per il Vangelo: l’apostolato è un lavoro, un impegno che richiede preparazione e studio”.  
Il Resp. Ufficio Stampa
                                                                                                 Francesco Partisani

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