Nel Cis di Carim, Pelliccioni la spunta

Nel Cis di Carim, Pelliccioni la spunta

La Banca d’Italia, d’accordo con il Ministero della Economia italiano, ha rinnovato  i
vertici di Credito
Industriale Sammarinese
, di proprietà della – commissariata
– Cassa di Risparmio di Rimini,  ha fatto fuori nel cda  tutti i sammarinesi, mantenendo nel suo posto invece il notaio Fernando Maria Pelliccioni, che ha sempre rifiutato di dimettersi.

Lo si apprende da Il Resto del Carlino. 

Solo il notaio Fernando Maria Pelliccioni, per anni presidente di Carim e poi diventato consigliere d’amministrazione del Cis, è rimasto nei vertici della banca sammarinese. Carollo e Sora hanno accolto la richiesta di Pelliccioni. Per il notaio, come aveva dichiarato nei giorni scorsi, «è importante che qualcuno della vecchia guardia resti nel Cis», per garantire una presenza del territorio. L’unico altro riminese entrato nel Cis è Piero Venturelli, direttore di Rimini Fiera. Una mossa poco gradita sia ad alcuni degli ex consiglieri del Cis, sia a diversi soci della Carim. Venturelli è molto legato infatti a Cl: per alcuni il suo ingresso nel Cis è giudicato come una ‘conquista’ del presidente della Fondazione Carim Massimo Pasquinelli. Insieme a Venturelli e a Pelliccioni, sono stati nominati nel cda il professor Lorenzo Stanghellini, noto docente dell’università di Firenze, esperto in banche, il professor Marco Micocci (università di Cagliari), e due personaggi di spicco della finanza come Alberto Mocchi e Paolo Farano. Stanghellini è stato nominato presidente del Cis, Micocci è il nuovo vice, e Mocchi avrà sia il ruolo di consigliere, sia quello inedito (voluto dai commissari) di amministratore delegato.

Vedi l’articolo di Manuel Spadazzi, Il Resto del Carlino

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