Rimini. Eddy nega ma l’alibi si scioglie

Rimini. Eddy nega ma l’alibi si scioglie

Andrea Rossini – Corriere Romagna: «Era lei a chiamare, niente da ridire sui nuovi amori. Quella sera? Tutto il tempo da solo in giro in auto»

RIMINI. “E’ stato il mio ex fidanzato a gettarmi l’acido, l’ho visto bene in faccia: l’ho riconosciuto anche se non ha detto una parola”. Il giudice, a un certo punto dell’interrogatorio di garanzia, legge e rilegge ad alta voce il passaggio-chiave della testimonianza di Gessica e per un attimo tutti quelli che sono nella stanza pensano che Eddy Edson Tavares Lopes, gigante dai piedi d’argilla, sia sul punto di crollare. Dopo un lungo silenzio, però, non arriva la confessione liberatoria che ci si poteva aspettare. L’uomo, prima di smettere di parlare e chiedere di rientrare in cella, ribadisce: «Guardate che io non c’entroo».

Accusato di aver sfregiato la sua ex fidanzata, e difeso dall’avvocato Andrea Tura, Eddy al mattino si era ripromesso di avvalersi della facoltà di non rispondere, ma una volta davanti al Gip Vinicio Cantarini, lo stesso che a settembre aveva respinto la sua richiesta d’arresto, ha sentito di potersi fidare e, sorprendendo anche il difensore, ha cominciato il racconto della sua versione dei fatti. L’alibi, però, scricchiola come un cancello arrugginito. «Ho girato per Rimini in macchina per due ore, senza fermarmi nei locale né incontrare qualcuno, verso mezzanotte ero già a Cattolica dove sono rimasto fino al mattino dopo». Tecnicamente non è neppure un “alibi”, che in latino significa “altrove”, mentre lui alle 23.20 di martedì scorso si colloca, per sua ammissione, in città. «Ma non avevo ragione di farle del male. Sto con un’altra ragazza che spero di poter incontrare qui in carcere il prima possibile. E non ho niente da ridire nemmeno sulla relazione di Gessica. Ammetto di averne avuto conferma solo a dicembre, lo sospettavo da prima. Lui è un mio ex amico con il quale ho avuto degli screzi, ma è acqua passata. Con lei sono tornato in rapporti cordiali. Era Gessica a chiamarmi».

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