SAN MARINO. La sentenza della Corte Europea per i Diritti Umani conferma la posizione del PDCS contro la maternità surrogata. “Tenuto conto dell’assenza di qualsiasi legame biologico tra il bambino e i ricorrenti – dichiara la Grande Camera – e la breve durata della loro (i ricorrenti alla maternità surrogata) relazione con il bambino, e l’incertezza dei legami tra loro dal punto di vista giuridico, e nonostante l’esistenza di un progetto parentale e la qualità dei vincoli emotivi, la Corte ha ritenuto che non esisteva una vita familiare tra i ricorrenti e il bambino”.
“Limite al turismo procreativo”
Un pronunciamento di notevole rilievo- scrive il Pdc- che, “innanzitutto, stabilisce un limite al turismo procreativo, secondo il quale una coppia che ha avuto un bambino all’estero mediante la maternità surrogata tornava in patria con la quasi automatica certezza del riconoscimento del bambino nato come proprio figlio”. La sentenza riconosce- proseguono- “la necessità di condizioni minime per stabilire quando sussista un legame familiare, identificate nella presenza di un legame biologico e nella conformità alla legislazione internazionale sull’adozione”.
Leggi il comunicato