SAN MARINO. Si è svolto in data 9 marzo l’incontro convocato dal Governo con le parti sociali, per illustrare il Progetto di Legge “Modifiche e integrazioni alle norme in materia di sostegno allo sviluppo economico”. Nell’occasione, Stefano Ceccato, presidente dell’Anis, ha manifestato la propria forte contrarietà – in particolare sull’aumento del 7% per le nuove assunzioni di lavoratori frontalieri – ed ha auspicato che il provvedimento venga profondamente rivisto in funzione di veri interventi per lo sviluppo delle imprese. La novità più significativa- si legge in una nota degli industriali- riguarda l’art. 4 che – “modificando l’art. 3 della legge 156/2011 e quindi rendendo più libera l’assunzione dei lavoratori frontalieri – prevedrebbe un maggiore onere contributivo rispetto all’assunzione di un lavoratore sammarinese, portato all’8,9% se il numero dei frontalieri occupati è pari o superiore al 30%. Mentre se si assumesse un sammarinese l’aliquota resterebbe fissa all’1,9%. Una norma che appare discriminatoria e anacronistica, in contrasto con gli accordi con l’Italia – da cui proviene la maggioranza dei lavoratori frontalieri -, e che potrebbe minare il percorso per l’accordo di associazione all’Unione Europea, al quale si sta lavorando”.
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