SAN MARINO. Maurizio Gobbi è stata il relatore, giovedì 11 maggio, del primo appuntamento del “Mese Dantesco 2017”, giunto all’undicesima edizione. Il professore ha presentato un’impeccabile analisi del terzo canto dell’Inferno: dopo aver contestualizzato la situazione politica di Firenze e dell’Italia di fine Duecento-inizio Trecento, ha commentato e chiosato verso per verso il canto, facendone quasi una stratigrafia storico-letteraria. Ne ha infatti sottolineato e puntualizzato gli aspetti retorici, ideologici e autobiografici, segnalando inoltre le fonti teologiche e poetiche che sottostanno alla tessitura del dettato dantesco.
Gli ignavi
Particolare attenzione è stata posta alla raffigurazione degli ignavi, spiriti indolenti puniti nell’Antinferno da mosconi e vespe e costretti a seguire senza tregua uno stendardo privo di significato: invisi al Cielo e all’Averno, questi peccatori, condussero una vita senza infamia e senza lode e, al pari dei fiorentini che, senza schierarsi, assistettero passivamente alla rovina della loro gloriosa madrepatria, non meritano alcuna menzione.
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