Rimini. Alla Camera approda la proposta di legge contro l’apologia del fascismo anche sul web

Rimini. Alla Camera approda la proposta di legge contro l’apologia del fascismo anche sul web

RIMINI. L’intervento del sindaco Andrea Gnassi sulla proposta di legge per punire l’apologia del fascismo anche sul web, approdata alla Camera dei deputati.

Comunicato stampa

Dichiarazione del Sindaco di Rimini, Andrea Gnassi
Esattamente due anni fa, nel luglio 2015, decisi di prendere carta e penna e sottoporre ai parlamentari italiani, e agli esponenti riminesi per primi, la necessità di intervenire per ampliare, aggiornare e rendere più stringente la legge Scelba (del 1952) per il contrasto ai reati di propaganda e apologia del fascismo, anche tramite il divieto di realizzare e vendere gadget e immagini. L’episodio che allora innescò l’intervento del Comune di Rimini fu la protesta di due giovani stranieri per le immagini evocanti Mussolini e Hitler, veicolate attraverso gadget e mercanzia varia in alcuni negozi della città. La nostra proposta era stata immediatamente raccolta dagli esponenti riminesi; la Regione Emilia – Romagna ha meritoriamente approvato, un anno fa (nel luglio 2016) una risoluzione proposta dalla consigliera riminese Nadia Rossi per “intervenire nelle sedi opportune affinché il reato di apologia del fascismo sia esteso anche alla vendita e diffusione di gadget e oggetti con immagini del regime fascista”.

Oggi, con grande soddisfazione, approda finalmente alla Camera dei deputati la proposta di legge presentata dal parlamentare Emanuele Fiano, per punire l’apologia del fascismo anche sul web. È una proposta importante perchè permetterebbe, in particolare, di vietare la produzione, la vendita e la diffusione di immagini o contenuti di propaganda al regime fascista e nazifascista, di vietare espressamente il saluto romano e l’ostentazione pubblica di simboli, istituendo inoltre l’aggravante della propaganda via web.

Il primo risultato è gia centrato. Due anni fa dissi che era impossibile continuare a fare finta di niente, arrendersi al fatalismo o, peggio, derubricare anche i fenomeni più gravi a folklore. Ora invece si potrà punire l’apologia con la reclusione da 6 mesi a 2 anni con l’aggravante per il web. Se a livello normativo si tratta di un risultato importantissimo, tanto rimane ancora da fare sul versante educativo. Da Italiano, da Riminese, una città medaglia d’oro al valore civile, mi vergogno a pensare che ancora oggi si debba ricorrere a delle norme per vietare comportamenti che dovrebbero essere naturalmente patrimonio civile di tutti i cittadini. A pensarci bene è triste che una legge come questa arrivi ad essere discussa in parlamento nel 2017, e che ci siano voluti più di 70 anni di storia della Repubblica, ma il momento è quello giusto; mai come oggi viviamo un contesto sociale delicato, dove il disagio sociale figlio della crisi economica rischia di fomentare il terreno di coltura per vecchi e nuovi razzismi. E non sono e non saranno rari, mi auguro di sbagliare ma penso che sarà così, gli interventi di partiti e/o movimenti che vorranno prendere le distanze dalla giusta proposta legislativa di Fiano.

Iter normativo ed educazione civica devono infatti andare di pari passo. Il Comune di Rimini lo sta facendo attraverso a tanti progetti, tra cui quello importante dedicato all’educazione alla memoria insieme alle scuole.

La cosa più importante è che dopo anni di silenzio e fatalismo si sia finalmente invertita la tendenza, guardando in faccia la realtà e non girandosi più dall’altra parte. In due anni, un tempo tutto sommato veloce in un paese strano come l’Italia, siamo così riusciti a passare dal nostro grido d’allarme alla discussione di una nuova legge nazionale, importante e necessaria per rendere ancora più forti e indiscutibili quei valori che sono all’origine stessa della nostra Repubblica e della nostra coscienza civile.

 

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