Stefano Elli di IlSole24Ore: San Marino al giro di boa

Stefano Elli di IlSole24Ore: San Marino al giro di boa

IlSole24Ore 26 Agosto 2017Plus

Sistemi in crisi

San Marino al giro di boa

Rosso record della Cassa di risparmio (-534 milioni) e i revisori non certificano il bilancio 2016

Stefano Elli 

Un’operazione verità o una resa senza condizioni? Il bilancio della Cassa di risparmio di San Marino, licenziato dal Cda la scorsa settimana e in attesa dell’approvazione dei soci, con i suoi 534 milioni di perdite acclarate, (con un deficit patrimoniale di 433 milioni) può esser letto in modo palindromo. Sul Titano (governo in testa) c’è chi vede l’operazione come un punto e accapo. Una sorta di giro di boa necessario (anche se non sufficiente) per la ripartenza rapida di un’economia in gravi difficoltà. D’altra parte c’è chi la inquadra come una capitolazione nei confronti di scalpitanti entità esterne che, iniettando capitali freschi, avrebbero carta bianca per mettere le mani sul sistema, di fatto – questo è il timore – espropriando buona parte della sovranità della micro Repubblica in terra romagnola. Per la verità a San Marino circola un’altra ipotesi (maliziosa): che il malato sia grave, ma lo si dipinga come gravissimo per poter meglio osannare il medico che lo guarirà. Di sicuro la Repubblica di San Marino Serenissima lo è solo di nome. Nell’ultimo decennio il Titano è stato bersaglio di un cannoneggiamento spietato. Gli scudi fiscali di Giulio Tremonti hanno provocato una fuoriuscita di capitali che ha piegato le ginocchia a un’economia che si reggeva in larga parte sul flusso circolare del «nero di pronto impiego»: ciò che Mario Fantini, scomparso fondatore del gruppo Delta, definiva «riserva di sopravvivenza» della riviera. A ciò si è aggiunta la doppia voluntary disclosure che ha raschiato ciò che ancora restava in fondo al barile. Contestualmente la magistratura italiana ha provocato l’interruzione dei vasi comunicanti che, attraverso ramificati incroci azionari, collegavano il sistema delle banche romagnole (e non solo) a quello delle banche sammarinesi. L’inchiesta su Delta, ma anche quella su CaRimini, sul Credito di Romagna, su CariCesena e quella sulla Smi e sulla fiduciaria romana Amphora del conte Enrico Maria Pasquini, hanno svelato la fitta trama di rapporti che legava l’Italia al sistema locale. Questi gli effetti: nel 2007, un anno prima dello scoppio del caso Delta, le banche a San Marino erano 12 e le finanziarie-fiduciarie 51. Oggi i soggetti autorizzati dalla Banca centrale sono 16 di cui 8 banche e altrettante società finanziarie e assicurative. Uno sfoltimento forse obbligato che ha portato alla chiusura o all’accorpamento di numerose insegne bancarie. Il primo istituto ad abbassare le serrande è stato Banca del Titano seguito dal Credito Sammarinese, l’ultimo la Asset Banca, oggetto di un discusso provvedimento di liquidazione coatta. Controcorrente invece sembra andare Banca di San Marino che nei giorni scorsi ha chiamato dal Canada un economista come Francesco Lombardi (ex Fmi ed ex Banca Mondiale) per affidargli il ruolo di amministratore delegato. È in questo scenario che si gioca la partita più importante: quella sulla Cassa di risparmio di San Marino, appunto, e sul suo bilancio in fortissima perdita, tanto che la società di revisione incaricata di certificarlo la Ab&D (Audit business & development) si è rifiutata di esprimere un parere. Motivazione? «L’assenza di adeguati e sufficienti elementi probativi su cui basare il nostro giudizio nonché l’esistenza di molteplici e pervasive incertezze i cui effetti cumulati non sono, allo stato attuale, oggettivamente determinabili». Questo a fronte delle rassicurazioni del Segretario di Stato alle finanze Simone Celli che non ha nascosto intenzioni bellicose nei confronti degli ex amministratori della Cassa e ha dichiarato di essere pronto a mettere mano al portafoglio per ripianare il deficit di una banca controllata al 46,4712% dalla Camera e al 46,3147 dalla Fondazione. Alle incognite si aggiungono i quasi 2 miliardi di non performing loans del sistema, in larga parte ereditati dalla brutta avventura del gruppo Delta. E il dibattito di ieri al Meeting ciellino di Rimini che ha visto la presenza di Francesco Confuorti, patron di Advantage Financial, da alcuni mesi ospite fisso a San Marino, affiancato dal presidente della Banca Centrale di San Marino, l’egiziano Wafik Grais, e da esponenti del Fondo monetario internazionale, è già un’indicazione su quale sia la loro destinazione possibile.

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