Rimini. Gli avvocati di Butungu: «Non ha confessato tutto»

Rimini. Gli avvocati di Butungu: «Non ha confessato tutto»

Il Resto del Carlino: Gli avvocati di Butungu: «Non ha confessato tutto» 

RIMINI. Una giornata al calor bianco, quella che si prospetta questa mattina davanti al Tribunale di Rimini. Da una parte il pubblico ministero, Stefano Celli, che ha chiesto per il maggiorenne del branco di stupratori, Guerlin Butungu, il rito direttissimo. Dall’altra i suoi difensori, Mario Scarpa e Francesco Zacheo, che sembrano decisi a chiedere l’inammissibilità di un rito che per reati così gravi è più unico che raro. LA direttissima è prevista dal Codice, a patto che esistono alcune condizioni. La prima è che avvenga entro i 30 giorni dall’iscrizione della notizia di reato, e che l’imputato sia reo confesso o che venga arrestato in flagranza di reato. La pubblica accusa ha di fatto chiuso le indagini, e Butungu ha confessato qualche giorno fa nel carcere di Pesaro, chiedendo lui stesso di essere sentito per mettere una pezza a tutte le bugie che aveva raccontato agli investigatori, ormai consapevole che si trovava con le spalle al muro. Le contestazioni che gli vengono fatte sono una marea. Per alcune, come le violenze sessuali della notte del 26 e un paio di rapine, ha ammesso di aver partecipato anche lui, seppur con qualche aggiustamento. Altri episodi invece, come quello di avere cercato di violentare anche la ragazzo di Legnano, l’ha negato a oltranza, ammettendo soltanto la rapina. ED È probabilmente su questo che potrebbero puntare gli avvocati difensori del congolese, per chiedere l’inammissibilità del rito direttissimo. (…)

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