Stefano Elli di IlSole24Ore: Bcsm, porte girevoli a San Marino

Stefano Elli di IlSole24Ore: Bcsm, porte girevoli a San Marino

IlSole24Ore Ottobre 2017Plus

Controllori e controllati

Bcsm, porte girevoli a San Marino

In Banca centrale emorragia non stop di banchieri centrali Una lunga sequenza di insediamenti e addii

Stefano Elli
Più che via del Voltone avrebbero dovuto chiamarla via del Ribaltone. Sì perché la Banca centrale di San Marino (sede in via del Voltone, appunto) non è celebre per la stabilità dei suoi scranni apicali; come i coach del Palermo dell’era Zamparini, presidenti e direttori vanno e vengono come da porte girevoli. A prescindere essi siano di nazionalità italiana o sammarinese: come il commercialista Antonio Valentini, unico sammarinese ad avere guidato la banca al tempo dello scoppio del caso Delta-Cassa di risparmio di San Marino. Valentini si dimise probabilmente anche a causa di un’inchiesta della procura di Forlì, che mise sotto schiaffo la Asset Banca nel caso Re Nero (il processo è ancora in corso) che lo coinvolse anche se solo marginalmente. Passò un lungo periodo di vacatio e Valentini venne sostituito dal palermitano Biagio Bossone, un curriculum internazionale di standing molto elevato: Banca Mondiale e Fondo monetario internazionale. Bossone, che oggi ricopre la carica di presidente dell’Associazione bancaria sammarinese, se ne andò con una durissima lettera datata 9 febbraio 2010 e indirizzata ai Capitani reggenti, nella quale prendendo le difese dell’allora capo della vigilanza Stefano Caringi, rimosso dal Consiglio direttivo della Banca centrale, decise di uscire a sua volta sbattendo la porta. Insieme a lui a prendere cappello fu Luca Papi, ex Banca d’Italia e, all’epoca, direttore generale di Bcsm. Trascorsero pochi giorni e il 9 marzo del 2010 a prendere la guida della Bcsm fu chiamato Ezio Paolo Reggia che dal 1990 al 2006 era stato amministratore delegato di Cattolica Assicurazioni. L’incarico fu a termine: tre mesi. Ma neppure quel trimestre fece a tempo a chiudersi perché anche Reggia se ne andò: con la commendevole decisione di non ritirare gli emolumenti. Dopo Reggia fu la volta dei «romani». Presidenza affidata all’avvocato romano Renato Clarizia e direzione generale a Mario Giannini, fratello dell’allora presidente dell’Isvap Giancarlo. Entrambi molto legati all’avvocato capitolino Andrea Gemma (Clarizia era suo socio di studio a Roma), considerato vicino al ministro degli Esteri Angelino Alfano. Anche Gemma assunse un incarico a San Marino: quello di commissario straordinario della decotta Banca commerciale. Dopo un anno dimissioni anche per lui. Anche il dopo Clarizia fu caratterizzato da una lunga vacatio terminata con la discussa nomina dell’attuale presidente, lo svizzero egiziano Wafik Grais. Accolta male, la nomina di Grais, sia per la forzatura del bando (era necessaria la conoscenza dell’italiano, lingua che lui ignora), sia per la condivisione dell’ indirizzo di una società da lui amministrata in Lussemburgo con due delle fiduciarie che controllano la banca sammarinese Cis. Anche Grais però nei giorni scorsi ha rassegnato le sue dimissioni ( entreranno in vigore alla fine di ottobre). Prima di lui ad andarsene era stato Lorenzo Savorelli, anche lui ex Fmi ed ex Banca Mondiale, protagonista di un burrascoso convegno al meeting di Rimini nel corso del quale venne immortalato dal fotografo esibendo il dito medio. E ancora dimissioni per il membro del direttivo e vicepresidente Silvia Cecchetti. A fine settembre però Cecchetti ha cambiato idea e ha ritirato le dimissioni: ora è di nuovo alla vicepresidenza. Dal 14 settembre il nuovo direttore generale di Bcsm è Raffaele Capuano, ex dirigente di punta dei via XX settembre (il Mef), un luogo in cui il turnover non sanno nemmeno cosa significhi.

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