Rimini. Messa dei popoli in Cattedrale per l’Epifania

Rimini. Messa dei popoli in Cattedrale per l’Epifania

Rimini, 6 gennaio 2018

 Messa dei popoli in Cattedrale per l’Epifania

La festa dell’adorazione di Gesù: la figura dei Magi

Gli immigrati cattolici animano la liturgia con canti, danze e preghiere in varie lingue

Sabato 6 gennaio, Solennità dell’Epifania, il Vescovo mons. Francesco Lambiasi ha presieduto alle ore 17.30 in Basilica Cattedrale la Messa dei Popoli, animata dalle comunità di immigrati cattolici di ogni nazione presenti sul territorio riminese. La festa dell’Epifania è particolarmente indicata per la celebrazione della Messa dei Popoli: la festa ricorda, infatti, l’adorazione di Gesù Cristo da parte dei Magi, sapienti stranieri, venuti dall’oriente lontano per conoscere e onorare il Bambino Gesù. I Magi sono la primizia degli uomini di tutti i popoli che incontrano Cristo e lo seguono come Dio e Signore. La Messa dei Popoli è una tradizione iniziata nel 1996coro multietnico, diretto da Simonetta Guidi, con la partecipazione di immigrati di varie nazionalità, che hanno eseguito canti e intenzioni di preghiere di vari Paesi: in cinese, rumeno, ucraino e filippino. Una famiglia venezuelana durante la processione offertoriale ha portato all’altare pane vino e acqua, mentre altri alimenti e oggetti tipici dei vari Paesi sono stati consegnati da rappresentanti del Perù, Cina, Filippine, Ucraina. Le ragazze di nazionalità filippina hanno eseguito una danza, sempre al momento dell’offertorio, accompagnando all’altare Gesù Bambino. La Confraternita peruviana preente a Rimini ha consegnato l’immagine de Nuestro Signor de Los Milagros. Al termine della celebrazione, dopo il tradizionale bacio alla statua di Gesù Bambino, è seguita una cena nei locali della Diocesi con specialità tipiche preparate dalle stesse comunità di immigrati e dalla Caritas. Durante la festa sono stati resi noti i premiati del Concorso “Presepi dal Mondo”.La stessa iniziativa è stata protagonista dello speciale Rai di “A sua immagine”, con Lorena Bianchetti, andato in onda su Rai1 Nel pomeriggio. La stessa Bianchetti e la troupe della Rai sono stati a Rimini durante le festività natalizie per riprendere i “Presepi dal Mondo” e intervistare l’ex direttore don Renzo Gradara, il neo direttore Migrantes Cesare Giorgetti, fedeli argentini e filippini residenti a Rimini. “La Messa dei Popoli e i Presepi dal Mondo – commenta Mario Galasso, direttore Caritas diocesana – sono due occasioni che camminano di pari passo per esprimere la festa e la fede, ciascuno nella propria cultura. Ma questi nostri fratelli arrivati da lontano ci ricordano anche il dramma di tanti immigrati, costretti a fuggire dal loro paese in cerca  di pace, di lavoro e di una vita dignitosa”. Lo “straniero” è il messaggero di Dio, che sorprende e rompe la regolarità e la logica della vita quotidiana, portando vicino chi è lontano. Negli “stranieri” la Chiesa vede Cristo che “mette la sua tenda in mezzo a noi” (Gv 1,14) e che “bussa alla nostra porta” (Ap 3,20). Questo incontro fatto di attenzione, accoglienza, condivisione e solidarietà, di tutela dei diritti dei migranti e di impegno evangelizzatore, rivela la costante sollecitudine della Chiesa che scopre in loro autentici valori e li considera una grande risorsa umana. “Le famiglie dei migranti… devono poter trovare dappertutto, nella Chiesa la loro patria. è questo un compito connaturale alla Chiesa, essendo segno di unità nella diversità” (Gv. Paolo II) L’amore verso lo straniero e verso il povero non è solo una esigenza sociale o etica o morale, ma è la riproduzione del modo di agire di Dio: “Ti ricorderai che sei stato schiavo in Egitto e che di là ti ha liberato il Signore tuo Dio: perciò ti comando di fare questa cosa. (Dt 17,18) Il Vescovo di Rimini in merito cita un racconto. “Un vecchio rabbino domandò una volta ai suoi discepoli da che cosa si potesse riconoscere il momento preciso in cui finiva la notte e cominciava il giorno: “Forse quando si può distinguere con facilità un cane da una pecora”. “No”, disse il rabbino. “Quando si distingue un albero di datteri da un albero di fichi”. “No”, disse il rabbino. “Ma quando allora?” domandarono i discepoli. Il rabbino rispose: “Quando guardando il volto di una persona qualunque, tu riconosci un fratello o una sorella. Altrimenti è ancora notte nel tuo cuore”.

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