San Marino. Commissione Finanze

San Marino. Commissione Finanze

COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE FINANZE, BILANCIO E PROGRAMMAZIONE; ARTIGIANATO, INDUSTRIA, COMMERCIO; TURISMO, SERVIZI, TRASPORTI E TELECOMUNICAZIONI, LAVORO E COOPERAZIONE

 – VENERDI’ 4 MAGGIO-

 L’audizione dei due candidati alla presidenza di Banca centrale è al centro della Commissione consiliare odierna: protagonisti quindi l’Avv. Catia Tomasetti e il Prof. Giacomo Neri, i due nomi proposti dal Governo e su cui il Consiglio grande e generale dovrà esprimersi nella prossima settimana. I candidati spiegano quindi a grandi linee la propria visione su Banca centrale, sui suoi rapporti con politica, soggetti vigilati, ma anche con istituzioni estere quali Banca d’Italia, Bce e Fmi.

 Sia Tomassetti che Neri sostengono l’autonomia di via del Voltone ma anche la necessità di dialogo con gli stakeholders del settore finanziario e con la politica. “Banca centrale deve mantenere forte la sua indipendenza quale autorità di vigilanza- sottolinea infatti Tomassetti- però deve essere anche un’autorità dialogante”Neri evidenzia come in Bcsm l’azionista di riferimento sia pubblico: quindi “l’indipendenza di Bcsm è prassi- puntualizza- ma non può non esserci una funzione di raccordo tra l’azionista di ultima istanza- lo Stato- e l’operato di Bcsm”.

Tomassetti si rivolge a tutta la politica quando fa sapere di ritenere fondamentale che la scelta della presidenza di Banca centrale avvenga anche con il voto della minoranza: “Non solo per essere più rappresentativi possibili- spiega- ma anche perché sarà il soggetto che dovrà esercitare un ruolo di dialogo con le istituzioni estere e di vigilanza su un settore problematico”. E ancora: “In un momento economico come questo non esiste maggioranza e opposizione, il Paese si trova ad un bivio, c’è molto più in gioco di un governo”.

Neri dedica larga parte del suo riferimento alla necessità di “un piano strategico di riforma organizzativa e statutaria profonda in Bcsm”. Ritiene quindi “fondamentale la drastica revisione della vigilanza che ha funzionato in modo patologico- chiarisce- sono mancati processi organizzativi, sistemi informativi e soprattutto uomini”. Neri suggerisce una revisione delle competenze e dei carichi di lavoro in Banca centrale. “Certamente non si licenziano 40 persone”, assicura, ma pensa a un progetto di ristrutturazione “perché gli organici sono sovradimensionati”. 

Condivisione tra i candidati sul ricorso al supporto del Fmi: “Nella situazione attuale temo sia una scelta obbligata per San Marino- sostiene Tomasetti- perché aiuta se non altro a ricostruire una immagine indubbiamente molto danneggiata negli ultimi anni, ad avere una corsia preferenziale”. Anche Neri promuove l’avvicinamento del Titano al Fondo monetario “nell’avviare un ragionamento sul programma di supporto” tuttavia “ancora meglio non limitarsi a svilupparsi queste relazioni- aggiunge- ma muoversi anche su una direttrice che contempli altri attori internazionali e anche privati”.

I commissari di minoranza e maggioranza intervengono per fare domande ai candidati, mostrando un atteggiamento positivo nei confronti di entrambi.

Chiude i lavori il Segretario di Stato per le Finanze che esprime la sua soddisfazione per i candidati:E’ motivo di vanto e orgoglio- rimarca- come il governo abbia messo a disposizione del Paese due profili che rappresentano entrambi un valore aggiunto per San Marino”. Infine, nel ringraziare i commissari, spiega come l’audizione odierna sia stata “un tentativo di distensione dei toni e di abbassamento della conflittualità del dibattito politico su temi bancari”.

 Di seguito una sintesi del lavori odierni.

 Comma 1. Audizione candidati alla Presidenza di Banca centrale.

Simone Celli, Sds Finanze Questa è una sedutasignificativa che ci consentirà la conoscenza di due candidature alla presidenza di Bcsm, i due candidati che saranno ascoltati sono l’avv. Catia Tomassetti e il prof. Giacomo Neri. Il governo fin dall’inizio del percorso per la sostituzione di Grais ha avviato la condivisione con tutte le forze consiliare. La prima a intervenire sarà l’avv. Tomassetti che ringrazio, non è scontato un professionista si metta in gioco. La nomina avverrà nella sessione consiliare che inizierà lunedì, entro le due giornate successive.  Ai gruppi consiliari è già stato inviato il curriculum dell’avvocato. Il nostro Paese sta cercando di uniformarsi in modo progressivo e sostenibile alle migliori pratiche internazionali in materia bancaria e finanziaria ed è un percorso che deve prevedere il ruolo attivo di Banca centrale, quale istituzione che deve accompagnare gli stakeholders. In questa fase quindi il ruolo di Bcsm è ancor più strategico che in un momento di ordinaria amministrazione. La commissione si attente di conoscere quindi la sua visione del ruolo, in una fase di transizione straordinaria, di Banca centrale. E’ stato avviato un processo di riforma, di riorganizzazione della struttura e di revisione dello Statuto di Bcsm per rafforzarla quale presidio di attività di vigilanza per gli operatori del settore bancario e per rafforzarne autonomia e indipendenza, ma nel contempo è necessario ci sia equilibrio nella rendicontazione di Bcsm nei confronti dello Stato, che è proprietario di Bcsm per oltre il 70% del suo capitale sociale. Un ruolo quindi che dovrà portare Bcsm ad esercitare in modo ancora più centrale l’attività di vigilanza orientata alla stabilità del sistema per prevenire, oltre che curare, le crisi bancarie. C’è poi la situazione contingente del settore bancario finanziario che fa i conti con l’esercizio di Asset quality review in fase di conclusione e di un sistema bancario che deve attivare un piano di stabilità per tutte le banche affinché siano tutte profittevoli. Le politiche di indirizzo devono essere promosse dal governo, il supporto di Bcsm è essenziale quale ruolo propulsivo al sistema bancario. Ci piacerebbe capire in quali aree di nicchia di business i nostri operatori possano trovare competitività e quali potrebbero essere le strategie, non solo legate al superamento delle attuali criticità. Il governo sta intensificando il livello di cooperazione con il Fmi. Si è appena conclusa la missione ‘Spring Meetings’, c’è una riflessione politica in atto a livello di governo. Ci piacerebbe conoscere la sua visione di rapporti con questo organismo sovranazionale, quindi anche come sia venuta in rapporti con la Segreteria Finanze e quali rapporti professionali ha con la nostra comunità.

  1. Ho ricevuto la chiamata del segretario di Stato qualche mese fa, credo su introduzione di politici italiani. Personalmente con la politica avuto sempre rapporto particolare. Mio padre faceva politica locale, sono nata a Rimini e mio padre aveva un ruolo in quello che era il partito comunista e le sue declinazioni e me ne sono tenuta sempre lontana. Poi sono entrata in finanza, nel project finance. Ho imparato che i rapporti banche-politica sono particolari, nel rapporto tra stakeholders, quando entrai nel Credito di romagna. Penso che se la banca si è salvata, è perché la politica locale è intervenuta quale mediatore culturale. Sto lavorando su diverse crisi bancarie romagnole, ho assistito il ‘cavaliere bianco’ che ha salvato il Credito di Romagna. É vero siete sammarinesi, ma il territorio è unico con patologie molto comuni a ciascuna banca. Vi ringrazio per questa occasione, perché il ruolo di cui mi permettete di essere candidata è uno dei ruoli più interessanti cui un soggetto può aspirare. E’ vero che Bcsm si troverà nei prossimi 24 mesi ad affrontare questioni complesse, ma è forse una delle poche banche centrali indipendenti dei Paesi europei. Quasi tutti infatti hanno dovuto trasformare il ruolo delle loro banche centrali- la vera banca decisionale è diventata la Bce- e ora svolgono un ruolo di vigilanza con scarsissimo potere di cambiare le cose o di distaccarsi dalle direttive Bce. Qui Bcsm ha un elevato livello di autonomia. Credo poi sia un momento storico particolarissimo, tutte le Banche centrali devono riflettere sulle loro funzioni, sta mutando l’economia e anche il ruolo delle banche centrali. E la stessa Bce deve essere più politica o indipendente? Ci sarà infatti una trasformazione della stessa Bce da cui non si prescinderà da valutazioni politiche delle sue decisioni. Credo Banca centrale deve mantenere forte la sua indipendenza quale autorità di vigilanza, però deve essere anche un’autorità dialogante. Spesso l’assenza di dialogo fa sì che il vigilato non riesca a trarre i benefici della vigilanza. I drivers non devono incidere sulle tutele primarie del risparmiatore, nel fare questo ci sono molti modi per esercitare questa tutela, c’è il modo di arroccarsi, e avere potere di terrore e sanzione, o la via del dialogo che personalmente ritengo la migliore. Banca centrale è prevalentemente autorità di vigilanza, ma anche le banche centrali dovrebbero usare i dati che vengono dalla vigilanza per dare supporto al governo su scelte economiche e prospettive future. Guardando i famosi Npl, i crediti deteriorati della banche italiane e di questo territorio, mi accorgo sono crediti quasi tutti sorti dopo 2007. Dopo la crisi del fallimento Lehmann del 2006, si è presentata una crisi inaspettata per tutti. Poi che ci fosse una crisi di dimensioni straordinaria era più intellegibile. Chi fa del suo mestiere studi economici e ha accesso ai dati, dovrebbe indicare alle banche una allerta. Non è solo la qualità dei crediti su cui investi, ma anche la loro tipologia. Se ci fosse stato dialogo e una segnalazione più efficace forse le nostre banche del territorio non avrebbero continuato a investire così tanto nel settore immobiliare e costruzioni. Una banca centrale deve avere un ufficio studi per raccogliere dati e dare indicazioni al governo e soprattutto ai manager delle banche che non hanno accesso ai dati su larga scala. Un ruolo che una Banca centrale può avere in economia per potenziarla può essere importante. Su Fmi: ogni volta che si parla di Fmi su un Paese, la prima reazione è fredda perché comporta un certo livello di controllo e si deroga a una parte della propria libertà. Ma nella situazione attuale temo sia una scelta obbligata per San Marino, perché aiuta se non altro a ricostruire una immagine indubbiamente molto danneggiata negli ultimi anni, ad avere una corsia preferenziale e garanzia della salute soprattutto nei processi della Pa. Un presidente della Bcsm  deve dialogare con molte forze, se riterrete con Fmi, e deve porsi come tema quello di aprire il paese e il suo mercato bancario all’Europa. Molto importante nei prossimi mesi sarà dialogare con Bankitalia, Mef e con Europa. Il vostro comparto bancario rappresenta il 30% della vostra economia e non può evolversi rimanendo chiuso in una enclave, ma puntando all’apertura e accesso a tutti i prodotti del settore nel territorio – da criptovalute all’operatività on-line per citare cose banali- le banche avranno speranza di costruire piani industriali realistici quando avranno la possibilità di aprirsi al mercato europeo e credo sia una possibilità che il Paese saprà cogliere. Francesco Mussoni, Pdcs Ringrazio maggioranza e governo per questa audizione, significativa nel dialogo nell’interesse del Paese su una figura che deve avere un profilo che riguarda tutto il Paese. Ringrazio anche il candidato per il riferimento. Noi siamo in un sistema ‘euro’, pur non essendo nel sistema ‘europa’, siamo potenzialmente un elemento di distorsione e di ridotta dimensione del sistema. Oggi abbiamo 5 miliardi di raccolta del sistema, la sua vision è quella di un sistema che tenderà con i dovuti passaggi ad una crescita? Negli anni abbiamo vissuto un ridimensionamento e dovremmo guardare alla crescita. La domanda è quindi può dettagliare la sua vision di crescita, rispetto al nostro sistema?

Catia Tomasetti Il sistema sammarinese ha potenzialità e anche limiti, ovvero gli Npl, che andranno gestiti. Il momento storico offre delle opportunità: con la Brexit Londra, che era il principale mercato europeo, dovrà derogare al suo status. Vari Paesi si stanno candidando per questa eredità, in primis l’Irlanda, per poter diventare sede di banche e fondi extraeuropei. A tal fine usano una fiscalità agevolata, ma non agevolata quale quella di San Marino, e la vicinanza territoriale. Tuttavia non escludo che San Marino possa essere una risposta di una parte di domande di nuova ricollocazione territoriale che possono avere realtà extra europee.  Ma prima va concluso l’accordo con Bankitalia, e chiaramente va rafforzato il sistema di vigilanza perché tutto deve passare per garanzie che i soggetti che metteranno sede a San Marino siano vigilati e non possano esserci ipotesi di elusione e quant’altro e affinché la competitività del sistema finanziario si basi non sull’elusione di norme, ma su quanto San Marino può vendere rispetto altri Stati. Grazie alla vostra dimensione potete offrire minore burocrazia. La competitività in termini di tempo e certezza delle regole può porre San Marino come paese appetibile. Ovviamente voi avete banche che possono essere appetibili per investitori terzi, come appetibile è chiedere una licenza bancaria, ma è da chiarire quanto da questo Paese posso operare negli altri.

Iro Belluzzi, Psd Alcune questioni non mi sono chiare dopo il riferimento. Sul rapporto con Bce e Bankitalia per poter agire su un sistema più ampio e per poter accedere al denaro con costo più basso, qual è il plus valore per arrivare al Memorandum con Bankitalia, per avere la possibilità di operare all’interno della Bce? E’ bella l’autonomia ma non è più sufficiente in questo momento storico. Sulla ridotta credibilità del sistema sammarinese, come pacificarsi nella macro-area romagnola in cui è collocato San Marino.

Catia Tomasetti Certamente l’autonomia è una bella cosa, ma non essere dentro alla Bce non consente a San Marino l’accesso alla liquidità a costi competitivi. Sicuramente è un obiettivo cui puntare ma è chiaramente una indicazione politica, il presidente Bcsm può suggerire o confermare. E’ un obiettivo cui puntare ma c’è necessità prima di tanti obiettivi intermedi. E’ comunque un passaggio fondamentale  per aumentare competitività. La Bce dice che banche devono tendere allo 0% dei crediti deteriorati,  se il sistema bancario sammarinese si trovasse domani nei parametri Bce avrebbe un grande shock. Mi spiace non sia stato aperto il canale di dialogo con l’assicurazione, è un settore importante in cui San Marino può svolgere un ruolo primario. San Marino ha infatti una competitività fiscale interessantissima.

Teodoro Lonfernini, Pdcs Lei auspica l’inserimento o l’arrivo di altri partner nel sistema esistente e a San Marino ci si interroga tanto su quando e in che modo potremmo avere strutture internazionali che un tempo ci sono state- per esempio Unicredit- dovremo lavorare per far tornare quei gruppi bancari. Altra circostanza che ha destato un’attenzione positiva è stato quando lei ha parlato di eccessiva burocrazia interna al sistema bancario. Può sembrare strano, ma nel timore di non essere equiparati a parametri internazionali, il nostro Paese ha visto produrre una serie innumerevole di regolamenti e normative che hanno appesantito l’aspetto burocratico. Oggi se vado in una banca sammarinese, per aprire un conto devo produrre una serie di documentazioni per cui mancano solo le analisi del sangue. Mantenere quindi parametri internazionali sì, ma non volere essere a tutti costi i ‘primi della classe’.

Catia Tomassetti, replicaE’ vero che San Marino guarda l’Italia come paese confinante, ma mi stupisce che l’Italia non guardi San Marino, ci sono molti aspetti positivi che la stessa nazione italiana potrebbe utilizzare in un progetto economico più sofisticato. La Francia, per esempio, utilizza molto bene Montecarlo. Credo la prima Banca centrale in cui occorre dialogare sia quella italiana. Banca centrale di San Marino non ha un centro studi oggi e comporta un investimento per i prossimi anni: questa potrebbe essere una prima sinergia con Banca d’Italia, mettendo in condivisione i rispettivi dati è una sinergia imprescindibile. Il Memorandum con Bankitalia è una priorità e va amplificato l’oggetto di quell’accordo che tocca solo due punti, come l’operatività delle carte di credito e poco altro. Dovete porvi un obiettivo più ambizioso perché non c’è tempo, se usato bene il tempo si volge a favore per poter cogliere occasioni, con gli strumenti giusti.

Roberto Ciavatta, Rete Ringrazio l’avvocato per la sua relazione di buon senso. Lei si è chiesta come mai l’Italia non capisca il valore di San Marino. Non credo sia così, l’Italia lo capisce, tanto che nel 2016 Banca d’Italia era pronta a firmare il memorandum con Bcsm. Con l’avvento della precedente vigilanza di Bcsm si è poi creato gelo tra le due istituzioni. Noi siamo per aprire un dialogo con Bankitalia e poi con l’estero, nessuna preclusione ad aprire rapporti nel momento in cui siamo riusciti a dialogare con l’Italia e ad avere controlli effettivi che oggi purtroppo non possono essere considerati tali, e credo che questo sia fonte di preoccupazione per le istituzioni italiane. Aprire una strada di assoluta collaborazione e  trasparenza con Bankitalia è imprescindibile. Nel 2016 l’Italia chiedeva l’attivazione della Centrale rischi, la precedente dirigenza Bcsm ha bloccato la sua attivazione, che era già pronta, è stata attivata solo lo scorso settembre. Su Fmi: lei ha detto che teme sia una strada obbligata, lo temo anche io. Ma un conto è se ci presentiamo senza appoggio dell’Italia, un conto se ci presentiamo con a fianco un collaboratore e un Paese che si è messo a garanzia di questo sistema. Chiariamo poi che Montecarlo è un protettorato e principato, noi siamo una Repubblica indipendente, temo nonostante tutto che le condizioni che si sono affastellate anno dopo anno ci mettano nelle condizioni di mettere sul piatto una parte della nostra sovranità.

Catia Tomassetti Credo il Paese sia ormai maturo per il cambiamento. Non ho particolare esperienza politica, ma credo sia fondamentale, se sarò votata io- ma anche per chiunque sarà scelto- che lo sia anche con il voto della minoranza. Non solo per essere più rappresentativi possibili, ma anche perché sarà il soggetto che dovrà esercitare un ruolo di dialogo con le istituzioni estere e di vigilanza su un settore problematico. In un momento economico come questo non esiste maggioranza e opposizione, il Paese si trova ad un bivio, c’è molto più in gioco di un governo, un Paese che è la più antica repubblica d’Europa. Mi sono trovata in difficoltà molto più ‘piccole’, quali quelle di una piccola banca che stava per fallire, e non ci dormivo la notte. Io, che avevo una vecchia idea della politica, mi sono trovata con un leghista e uno del Pd seduti allo stesso tavolo che cercavano di collaborare. Da questo colloquio con voi capisco la vostra profonda consapevolezza, e quindi saprete svolgere al meglio il vostro ruolo di intermediari culturali. Il  tema della sovranità del Paese è il più delicato in assoluto. Nel momento in cui accetterete una deroga di sovranità come mettervi nel cappello del Fondo o trovare un accordo con Bankitalia, qualcuno potrebbe vederla come deroga dei diritti primari e quindi ci vuole una mediazione culturale.

Alessandro Mancini, Ps Molte volte dietro al confine legittimo dell’autonomia di Banca centrale si è alzato un muro sempre più alto su cui la politica purtroppo ha avviato anche uno scontro non piacevole. C’è un elemento molto importante emerso in questo dibattito che voglio mettere in positivo, ovvero il rapporto con Bankitalia. Come partito di opposizione da mesi abbiamo sostenuto centrale il rapporto di Banca centrale e Bankitalia, fondamentale è ripristinare i rapporti. Io non so se l’Italia non ci guarda o peggio ci guarda con un occhio aperto e uno chiuso, spero si riprenda il dialogo. 

Catia Tomassetti Non si può stare a capo di un organismo vitale con uno scollamento con il Paese e le sue istituzioni.

Luca Santolini, C10 Per riuscire a costruire un dialogo bisogna essere in due, ritengo positiva questa sua predisposizione e approccio all’interno di questa audizione. Sappiamo che il nostro Paese ha tantissime possibilità di sviluppo, in particolare anche nel settore finanziario e anche nelle nicchie. Ritiene che l’attuale struttura, anche dopo la revisione dello statuto, sia capace di compiere questa sfida? D’altra parte abbiamo un rapporto con l’Italia che risente di una crisi reputazionale. Lei diceva che il rapporto Fmi in questa fase è importante per dare credibilità al percorso.

  Catia Tomassetti, replica

Il rapporto con Fmi credo sia necessario, la deroga di sovranità e i controlli quindi cui sarete assoggettati darà più credibilità alla nuova San Marino. Se sia sufficiente, non credo lo sia, sono interventi sulla trasparenza amministrativa e di aggiornamento dati che non hanno impatto economico adeguato al fabbisogno, ma è un primo passaggio per coprirlo. È più un dotarsi di ‘un bollino blu’ che permette agli investitori di dire ‘sto arrivando in un Paese che non sono le Cayman’, è l’inizio di un percorso che però non è esaustivo.

Simone Celli, Sds Finanze Ringrazio l’avvocato Tomassetti per la sua disponibilità al confronto con la commissione Finanze e per aver dato la sua disponibilità a candidarsi al ruolo di presidente di Bcsm. Mi pare un approccio positivo e una impostazione coerente a quello che il Paese dovrà portare avanti nei prossimi anni.

Entra il secondo candidato

Simone Celli, Sds Finanze Anche al prof. Neri rivolgo un ringraziamento per la disponibilità a candidarsi nel ruolo di presidente di Bcsm, disponibilità non scontata. Nel favorire il suo riferimento sulle sfide da cogliere quale presidente di Banca centrale, chiedo di avere una sua visione e un quadro di riferimento rispetto alle sfide di Banca centrale in un momento particolare per il sistema economico e finanziario della Repubblica di San Marino, punto centrale di questa audizione. Sono tre le aree su cui ci piacerebbe avere un suo punto di vista: le funzioni di Bcsm in qualità di istituzione che deve garantire stabilità del settore finanziario, curare e prevenire crisi bancarie, la capacità di relazionarsi con gli operatori bancari, la politica, la comunità del nostro Paese.

  1. I miei rapporti con San Marino sono stati come accademico, da studioso, sullo sviluppo delle capacità competitive dei micro-Stati e occupandomi di intermediari finanziari nella macro-area regionale che circonda la vostra Repubblica. Quindi da studioso vi seguo da tempo, sempre interessato e ammirato dalla velocità di reazione che hanno sempre avuto le vostre strutture nella ripartizione di poteri. Il secondo filone di interazione con San Marino è quello professionale, 8-10 anni fa attraverso uno dei miei partner di una società consulenza che venne in contatto con Cassa di Risparmio. Non furono progetti che seguii io direttamente, non ho cose particolari da segnalarvi in merito. Unica cosa che mi viene in mente è un progetto che sto seguendo per degli azionisti è la costruzione di un polo del divertimento che vede tra gli azionisti il gruppo Costa presente in riviera con un acquario ma non credo si possa configurare come conflitto di interesse.

Nel merito delle domande del Segretario: la mia visione su Bcsm. Veniamo dalla peggiore crisi economico-finanziaria del dopoguerra che ha creato instabilità sul settore bancario al servizio dei territori. La situazione della patologia Npl a San Marino: la parte più grave ha origine domestica dal punto di vista delle banche che l’ hanno sostenuta, ma larga parte sono crediti esteri. Quindi: scarsa capacità di formulare piani strategici attendibili basati su fatti e non opinioni, carenze dal punto di vista delle competenze diffuse nel sistema, nell’ambito di Cda o del management. Tutto ciò ha portato un livello evidente di problematiche del credito, patologico, con sofferenze vicine alla metà della ricchezza complessiva generata dalla nazione. Riuscire a recuperarli è una mission non facilissima. C’è qualche cosa di significativo che non è andato bene relativo alle competenze e all’ottimismo che ha permeato le politiche di sviluppo dei manager del sistema. La domanda successiva del professionista fu: come è possibile che pur di fronte a una managerialità inadeguata, non ci sia stata adeguato intervento preventivo e correttivo dell’autorità di vigilanza? Di qui l’idea dello sviluppo futuro che mi sono fatto dell’autorità di vigilanza. Ho pensato che il problema potesse essere nel sottodimensionamento di Banca centrale, ma il dubbio è durato 5 minuti: l’organico è 5 volte economie e banche centrali più grandi, secondo una scala dimensionale più piccola. Punto positivo è che l’attenzione e gli investimenti su Bcsm ci sono stati, ma forse è mancato qualcosa sulla governance della stessa. Premesso che condivido larga parte di quanto scritto dal Fondo monetario sulla Repubblica, c’è una cosa su cui non sono completamente d’accordo. La vostra Bcsm ha una tipicità per cui l’azionista di riferimento è pubblico, l’indipendenza di Bcsm è prassi, ma ci sono anche i diritti degli azionisti. Non può non esserci quindi una funzione di raccordo tra l’azionista di ultima istanza e l’operato di Bcsm. E’ da questa sorta di acefalità di Bcsm che si è generata una problematica di controllo. Non si può copiare Banca d’Italia che ha dimensioni diverse. Se c’è un azionista di maggioranza e c’è un piano strategico di Bcsm deve essere fatto in raccordo con gli stakeholders del territorio e con quello più importante, ciò non significa non si possa esprimere un parere tecnico, ma abiurare il raccordo con l’azionista di maggioranza sarebbe sbagliato. Ho poi una formazione personale che mi porta a vedere non solo la dimensione di tutela e stabilità del sistema, ma ho sempre creduto molto nello sviluppo del settore industriale che serve e nell’occupazione del territorio. Quindi anche una maggiore attenzione sulla tutela di reddito e piena occupazione è un’attività fondamentale di focalizzazione di Bcsm. Se avrò l’onore di assumere la presidenza di Bcsm si partirà con un piano strategico per definire il raccordo con l’azionista e le funzioni sul territorio. Mancano poi aspetti fondamentali in Bcsm come la cyber security e la necessità di entrare nel business model dei soggetti vigilati. Se dovessi guardare al numero di banche, sportelli e dipendenti del territorio non sono tanto diversi da un sistema che era due volte quello attuale, c’è bisogno di persone competenti che sappiano entrare nel merito.

L’area internazionale è fondamentale: su Fmi avete fatto un lavoro importante nell’avvicinare di più la Repubblica al Fondo e nell’avviare un ragionamento sul programma di supporto, tuttavia ancora meglio non limitarsi a svilupparsi queste relazioni, ma muoversi anche su una direttrice che contempli altri attori internazionali e anche privati, la World Bank, Bce, Banca d’Italia.. So che il Memorandum è gestito con attenzione da parte vostra, Banca d’Italia mi ha detto ad alti livelli quali sono le difficoltà riscontrate.  Credo ci siano possibilità se ben gestita di addivenire a qualche passo avanti.

Nel settore privato, rispetto programmi di assistenza per rilanciare l’economia della Repubblica, non dimentichiamoci che ci sono grandi istituti privati che fanno i banchieri dei banchieri.  Fuori quindi massimizzare il lavoro eccellente con Fmi, Banca d’Italia e attori privati, dentro invece partire da un piano strategico di riforma organizzativa e statutaria profonda in Bcsm. Ci sia in questo grande attenzione a far sì che la riforma statutaria sia coerente con la funzione di Bcsm, che non sia svilito il consiglio direttivo che deve essere da collegamento tra azionista e management. Da quello che ho visto nel progetto di riforma statutaria benissimo: ho letto di un ufficio studi, perfetto, difficilmente altrimenti prendere decisioni adeguate. Il tema fondamentale è la drastica revisione della vigilanza che ha funzionato in modo patologico. Sono mancati processi organizzativi, sistemi informativi e soprattutto uomini. Sono sempre stato uomo di merito e non di relazioni: se non abbiamo un processo adeguato per scegliere le persone giuste in Bcsm, rischiamo di ingenerare processi distorsivi che non portano le persone migliori in Repubblica e allora il problema diventa gigantesco. Per questi errori si rischia di passare da una Repubblica invidiata per la situazione delle finanze, a una situazione in cui il debito non viene indirizzato per òo sviluppo, ma per mettere pezze agli errori del passato. Quindi revisione delle competenze e carichi di lavoro. Certamente non si licenziano 40 persone,  ma un progetto di ristrutturazione che porti a un sostengo attraverso una revisione di livelli retributivi, compensata alla riduzione di orari di lavoro- perchè gli organici sono sovradimensionati- quindi la formazione e aree di competenza che sono invece sottodimensionate su Bcsm. Aree di studi, capacità gestire ex ante e la gestione delle crisi, sono obiettivi che bisogna portare a casa. 

Iro Belluzzi, Psd Banca centrale ha debordato fino ad assumere atti non in linea alle norme vigenti. Responsabilità ci sono anche per le scelte mancate della politica. Interessante quello che ha detto sulla struttura di Banca centrale, mentre mi preoccupa che, per tamponare difficoltà, sembra si vada verso un ulteriore accorpamento delle banche del territorio per arrivare a un numero inferiore di soggetti e sulla qualità management presente all’interno della banche stesse. E questo comporterebbe impatto sociale sull’occupazione interna. Siamo l’unico piccolo Stato con un debito pubblico così consistente ed è cosa difficile da gestire. Lei mi sembra abbastanza in linea con quanto deciso dal governo, anche su Fmi. Nel caso si potesse afferire a fondi internazionali e al fondo monetario, quale incidenza può avere sul costo del denaro erogato sul nostro sistema bancario e quali costi sul conto dello Stato? L’indebitamento al 50% è molto alto, quando sarà finito l’Aqr si arriverà probabilmente al 70%, con riflessi sulla fiscalità, i tempi di recupero avranno tempi biblici..

  1. Mi manca avviare un tavolo di interazione multilaterale che sono certo migliorerà le condizioni di mercato che sono ‘ancora’ straordinariamente favorevoli. Il target inflattivo di Bce è lontano, non mi aspetto stravolgimenti, un ritocco potrebbe ingenerare un piccolo problema sugli interessi ma sarebbe a favore del ceto bancario. Sarei presuntuoso se le dicessi un numero, ma sono certo che le condizioni siano tra le migliori generali che ho potuto vedere negli ultimi 10 anni. La disponibilità dal punto di vista dei finanziatori c’è, le condizioni di tasso sono straordinarie, meglio farlo con Fmi quale interlocutore privilegiato, ma in modo che nel tempo non rimanga interlocutore unico. Su l’Aqr il rischio c’è che possa vedere un aggravamento dei requisiti di capitale.

Enrico Carattoni, Ssd Come vede lei il futuro di Banca centrale nel sistema economico e finanziario sammarinese e come può definire la sua trasformazione iniziata un decennio fa ma che purtroppo non vede ancora termine, forse perché manca identità del nostro sistema bancario e finanziario?

 Prof. Giacomo Neri Un elemento di raccordo anche informale eventualmente tra funzione politica e quella di Bcsm è indispensabile, vuol dire che metto insieme talenti, informazioni, competenze di due istituzioni, una politica e una tecnica. Lo posso fare anche facendo due riunioni al mese in cui si allineano al piano strategico le linee della politica e si trova sempre una via. Vedo un ruolo di Banca centrale sotto-ordinato, è un tecnico al servizio. Sulla politica industriale: se mi metto nelle scarpe grandi investitori, capisco che cercano stabilità nel sistema politico, finanziario e giudiziario. Se riuscite a dare il quadro di un sentiero che non è episodico, ma di lungo periodo, con possibilità e fiscalità buone e certe, qualunque investitori vi guarderà. È sufficiente? Chiaro che in una battaglia competitiva nei mercati del mondo non lo è. Ma San Marino ha fiscalità e velocità di indirizzo industriali che altri paesi non hanno. Capacità di attrarre progetti di investimento c’è, si tratta di metterli a fattore comune. 

Roberto Ciavatta, Rete Lei nel suo intervento ha evidenziato alcune criticità nel progetto di riforma di Bcsm che condivido. Non è un segreto che alcune banche del nostro sistema siano state ispezionate meno di altre, qualcuna anche mai, questa la nostra storia. Oltre alla capacità tecnica e alla volontà di adeguare Bcsm agli standard internazionali che sono obiettivi necessari per chi si appresta a presiedere Bcsm, vi è necessità di essere liberi da vincoli che potrebbero limitare l’attività di vigilanza. Lei ha insistito su questo, concordo su vigilanza preventiva e soluzioni di crisi. Noi come opposizione riscontriamo scarsa volontà di avere una Bcsm equidistante dai soggetti da vigilare, la sollecitiamo quindi a un confronto costante con tutti i soggetti interessati all’attività di Bcsm, stakeholders bancari, ma anche sindacati visto che parlava di riduzione di orari in Bcsm. Come vede lei la possibilità di rendere Bcsm, in un contesto così piccolo, indipendente, autonoma e non influenzabili da chi  è portatore di interessi all’interno del sistema bancario?

  1. Indipendenti sempre, isolati mai: Banca centrale deve sempre essere indipendente. Se dovessi ragionare come potenziale presidente di Bcsm, la mia responsabilità è nel termine di audit del processo, devo garantire che il processo di vigilanza sia corretto, ma non entrerò mai in una virgola di un dossier. Se vedo che qualcosa invece che non va, come tante ispezioni su un soggetto vigilato e zero in altri, devo intervenire. Altro conto è invece dell’indipendenza rispetto l’azionista, quindi la politica. Caso atipico quello di San Marino. Tu, nell’esercizio delle tue responsabilità devi acquisire le linee guida strategiche dei portatori di interessi, il primo è l’azionista, poi il tessuto economico, poi devi parlare eccome con direttori di banche, sindacati, vari portatori di interessi. Ma ascoltare non vuol dire che dici di sì. Però il tuo giudizio indipendente deve essere alimentato da tutti.

Simone Celli, Sds Finanze Ringrazio tutti i commissari e consiglieri presenti, auspico le audizioni abbiano messo in evidenza due candidature assolutamente adeguate a ricoprire il ruolo di presidenza Bcsm, è motivo di vanto e orgoglio, come il governo abbia messo a disposizione del Paese due profili che rappresentano entrambi un valore aggiunto per San Marino, al netto della scelta che farà l’Aula la prossima settimana. Questa audizione vuole essere un tentativo, non dico di pacificazione, ma di distensione dei toni e abbassamento della conflittualità del dibattito politico su temi bancari. Ringrazio sentitamente la Commissione Finanze e tutti i commissari per come si sono approcciati a questo momento di confronto e ringrazio nuovamente il prof. Neri.

Nicola Selva, Rf Ringrazio il Prof. Neri e anche io, tutti i membri e commissari che hanno dimostrato grande disponibilità e approccio costruttivo.

 

San Marino, 4 maggio 2018

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