Rimini. Turismo. Stagione nuova problemi antichi

Rimini. Turismo. Stagione nuova problemi antichi

RIMINI. Turismo: stagione nuova problemi antichi. Il lavoro stagionale resta precario

[c.s.] Con l’inizio della stagione estiva, anche se i problemi cambiano nome (lavoro in affitto, voucher, esternalizzazioni…) la realtà nella sostanza non cambia con una forbice che si fa sempre più larga tra chi guadagna tanto e chi deve accontentarsi di precarietà e sfruttamento per basse paghe.

Lavoro in affitto.

L’allungamento della filiera del lavoro (appalti ed esternalizzazioni…) è fatta per garantire margini di profitto a più imprese e infatti non esistono imprese che stanno sul mercato per fare beneficenza.
Calando il ragionamento nel piccolo e medio settore ricettivo è del tutto evidente che se tra albergatore e lavoratore si frappongono una o due imprese, queste devono garantirsi margini di profitto che possono realizzarsi principalmente attraverso lo sfruttamento dei lavoratori e l’abbassamento della qualità del lavoro. 
Questo ragionamento vale a maggior ragione in settori dove il contributo del lavoro nella realizzazione del valore aggiunto è alto. Nella gestione delle pulizie delle camere non si creano maggiori margini di profitto utilizzando il pannetto in microfibra piuttosto che quello di cotone.
Tra l’altro questi passaggi di personale fra imprese non sollevano affatto il committente (ad esempio il titolare dell’hotel) da responsabilità verso i lavoratori. Parliamo ad esempio di irregolarità contributive e contrattuali o di crediti nei confronti dei lavoratori.
Pensiamo che la soluzione del “lavoro in affitto” non sia quella che sul lungo periodo possa garantire buona occupazione, sostenibilità e qualità dell’offerta turistica riminese.

L’alloggio dei lavoratori stagionali.

C’è un tema antico che richiede risposte, quello dell’alloggio dei lavoratori stagionali non residenti.
Crediamo che la soluzione a questo problema non debba passare attraverso il modello d’impresa che “fornisce tutto,”, dal collocamento all’alloggio; una persona ha bisogno di una dimensione sociale che nei periodi di riposo la renda libera dall’impresa e perciò dal lavoro.
Va piuttosto aperta una discussione nel dibattito politico locale sull’edilizia residenziale sociale a partire dalla ristrutturazione e riutilizzo dei beni immobili inutilizzati, in risposta a tutte le esigenze abitative del territorio.

Per Filcams Cgil Rimini

Mirco Botteghi – Lora Parmiani

 

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