San Marino. Sciopero generale: piazza stracolma

San Marino. Sciopero generale: piazza stracolma

RSM 30 maggio 2018 – All’appello “Uniti per il Paese”, i cittadini hanno risposto con una grande partecipazione: Piazza della Libertà era stracolma questa mattina per lo sciopero generale promosso dalla CSU. Un serpentone colorato di migliaia di persone ha attraversato le vie del centro storico di Città con bandiere e striscioni, in una grande dimostrazione di unità, libertà e democrazia. Lavoratori di tutti i settori privati e pubblici, pensionati, ma anche studenti, disoccupati e tanti cittadini, hanno dato alla politica una forte lezione di unità per il paese.

Una grande partecipazione, dunque, che i lavoratori hanno assicurato con forte spirito di libertà e dignità, vanificando le pressioni e i tentativi di ostacolare l’adesione allo sciopero in molti uffici della PA con circolari intimidatorie, e in qualche caso anche nel settore privato. Un atteggiamento antisindacale di cui non abbiamo memoria negli ultimi decenni. Avevano paura dello sciopero, ma non sono riusciti a fermare la partecipazione!

Molti i cartelli che recitavano, anche ironicamente, i temi della protesta: tra questi “Confuorti con i deboli, deboli con Confuorti”, “BCSM: Bravi con i soldi miei”. “Dalla spending rewiev alla stipending rewiev”. Dal palco di fronte alle finestre di Palazzo Pubblico i Segretari Generali CSU hanno scandito con forza le tantissime motivazioni che hanno spinto migliaia di lavoratori, pensionati e cittadini ad aderire allo sciopero generale.

Il Segretario CDLS Gianluca Montanari ha messo subito in chiaro che “siamo scesi in piazza non per litigare ma per farci ascoltare. Il nostro mestiere non è sostenere o far cadere governi, ma trovare le soluzioni alle tante emergenze che pesano sul Paese. Da sedici mesi è andato in scena un confronto con il Governo assolutamente generico e di facciata. Un finto confronto, scandito da Decreti che cambiano in maniera sostanziale la vita delle persone, le regole, i diritti e gli stipendi di chi lavora. Sedici mesi di un Governo chiuso in una presuntuosa autosufficienza. Nell’ingannevole illusione di sostituire la fatica e l’impegno del confronto con un indistinto rapporto diretto con il popolo, magari condito con il chiacchiericcio su Facebook”.

“Inascoltati – ha elencato Gianluca Montanari – su una legge per lo sviluppo che fosse capace di valorizzare il lavoro, diminuire la disoccupazione e non creare nuove discriminazioni fra residenti e frontalieri. Inascoltati sulla politica dei tagli che ancora una volta si abbattono in modo lineare sulle buste paga di chi lavora, senza affrontare il tema degli sprechi e delle sacche di inefficienza. Inascoltati sul rinnovo dei contratti, a partire da quello del Pubblico Impiego fermo da quasi dieci anni, ma sottoposto periodicamente a decurtazioni unilaterali. Inascoltati sul tema più importante di tutti, quello dell’equità. Ancora una volta sono i numeri che parlano chiaro e ci dicono che furbi, furbetti e furboni sono tutti da una parte. In questo Paese la metà delle società dichiara redditi pari o meno di zero e il mondo dei liberi professionisti, artigiani, commercianti continua a dichiarare redditi più bassi dei loro dipendenti”.

Il Segretario CDLS ha poi spostato l’attenzione sul tema incandescente dell’inchiesta aperta sulla vendita dei titoli depositati in Banca Centrale: “San Marino sta attraversando un passaggio decisivo lungo un confine segnato da pericoli e incognite. L’apertura dell’indagine sull’acquisto di titoli da parte di ex dirigenti di Banca Centrale svela un’oscura e inquietante regia di una cricca finanziaria e speculativa che addirittura dettava al Governo di turno decreti e politiche economiche. Questo è di una gravità inaudita”.

Il sindacato, ha sottolineato con forza, chiede chiarezza e verità: “Alla Magistratura va il nostro sostegno affinché la verità emerga fino in fondo, al Governo chiediamo la massima chiarezza su un aspetto che ci sta particolarmente a cuore: il deposito in Banca Centrale dei risparmi previdenziali di 17.000 lavoratori che contribuiscono a FONDISS. Pretendiamo quindi che i risparmi di migliaia di lavoratori dal 1° di Luglio escano da Banca Centrale e vengano investiti con oculatezza e prudenza, e possano garantire un dignitoso incremento del fondo”.

E a proposito di banche il Segretario CDLS è stato molto netto: “È indispensabile che partano le azioni di responsabilità verso chi ha causato la crisi e la montagna di crediti inesigibili. Ancora una volta non possono essere chi lavora nelle banche a pagare il conto di guai combinati da altri. A fronte infatti di debiti milionari e dissesti di bilancio, sembra che l’unica soluzione sia azzerare i contratti”.

“Ci hanno accusato di aver proclamato uno sciopero politico – ha esordito il Segretario Generale CSdL Giuliano Tamagnini – ma ciò che chiediamo è di governare i processi politici insieme al paese, su temi quali lo sviluppo, l’occupazione, le banche, le pensioni, ecc. Sulla tassa patrimoniale nessuna richiesta è stata accolta; hanno rifiutato la progressività delle aliquote, il cumulo tra beni mobili e immobili, la caduta del segreto bancario interno, la non tassazione del patrimonio netto delle imprese.” L’approvazione del Decreto è stata sospesa durante la seduta serale di ieri, per essere rimandata ad oggi. “Siete ancora in tempo per ritirarla e aprire un vero confronto!” ha esclamato con forza il Segretario CSdL rivolgendosi alla maggioranza.

“Il piano di stabilità non dice nulla sulla necessità di rafforzare l’industria produttiva, il settore che rappresenta il perno dell’economia sammarinese, limitandosi a parlare di alberghi, aeroporto, monorotaie, ecc.; interventi secondari che non rappresentano certo il futuro di San Marino! La legge di sviluppo va cambiata, perché mentre aumentano i posti di lavoro non cala la disoccupazione. Dovete prendere atto che non funziona – ha affermato Tamagnini appellandosi di nuovo alla maggioranza. “Rimettiamoci al tavolo e modifichiamola insieme!”

“Le banche sono necessarie al rilancio paese; vi sono le risorse dei cittadini e devono finanziare lo sviluppo. Questa piazza, così come tutti i cittadini, vogliono sapere la verità sul loro stato attuale. Si porti rapidamente a termine l’AQR e si rendano immediatamente pubblici gli esiti! Abbiano il diritto di sapere qual è il reale stato di salute di tutte le banche, per verificare se sono in grado da sole di ricapitalizzarsi o se servono altre risorse.

Vogliamo tutta la verità sui 534 milioni di debito – che andrebbero a sommarsi ai 330 milioni di debito consolidato dello Stato – derivati dal caso Delta; vogliamo sapere come e da chi è stato causato, e se è stato fatto tutto il possibile per recuperarlo. Alcuni del CdA di Carisp, che si è dimesso pochi giorni dopo aver votato il bilancio di Cassa di risparmio con questo enorme debito, a quanto emerge dalle indagini sulla vicenda titoli, avevano contatti con la cricca che tramava contro il paese! La vicenda è ancor più grave perché sembra abbiano usato le risorse di Fondiss! In tal senso i decreti del luglio 2017, in particolare il n. 79, sembra fossero fatti appositamente, anche dal punto di vista della tempistica, per consentire questa operazione. Il Governo dice che non sapeva. Ma come è possibile per chi governa non sapere che alti funzionari di Banca Centrale tramavano contro lo Stato per i loro loschi affari? “

“Inaccettabile la disdetta dei contratti integrativi delle banche. Nessun datore di lavoro, di nessun settore pubblico o privato che sia, può decidere di disdire un contratto, senza al contempo aprire la trattativa per il suo rinnovo. Senza contratto si aprono le porte alla barbarie e all’assenza di diritto. Colgo anche l’occasione per sollecitare l’avvio del confronto con le controparti per la definizione dei contratti di lavoro scaduti da tempo; non solo quello della PA, fermo da oltre otto anni, ma anche di alcuni settori privati.”

“Diciamo un forte no ai tagli lineari nella pubblica Amministrazione – ha proseguito Tamagnini – e anche alla proposta di passare alle 35 ore si lavoro settimanale, che andrebbe anche a scapito dei servizi. Si taglino gli sprechi e le consulenze milionarie! La riforma fiscale del 2013 ha fallito: in un certo senso i ricchi pagano meno dei poveracci, perché per loro nulla è cambiato. Si facciano subito i controlli senza dover aspettare la Polizia Tributaria. Se si devono fare altri sacrifici, siano proporzionati ai redditi reali di tutti i contribuenti! Sulla riforma pensioni, di cui non si sa nulla da mesi, il Governo dica cosa vuole fare, e non si limiti solo a sollevare il problema. Non siamo d’accordo sul passaggio al contributivo e vogliamo la conferma del contributo dello Stato.”

Il Segretario CSdL ha fatto un riferimento alla Magistratura. “Abbiamo avuto l’impressione che la politica abbia cercato di condizionare la Magistratura, ma questo è inaccettabile. La politica resti fuori dalla Magistratura, che è il terzo potere dello Stato e deve rimanere autonoma! A tutta la Magistratura, e non solo a una parte, esprimiamo il nostro sostegno e solidarietà.” Ha concluso dicendo: “Il Governo unisca il paese, invece di continuare a dividerlo! Si faccia promotore di una seria stagione di confronto!”

Al termine della mattinata, prima le forze di opposizione, e di seguito anche quelle di maggioranza, hanno chiesto di incontrare una delegazione della CSU, guidata dai Segretari Generali, i quali hanno ribadito le ragioni dello sciopero. La manifestazione sul Pianello è proseguita anche nel pomeriggio.

CSU

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