San Marino. Direttivo CSdL: pieno e unanime sostegno al Segretario Tamagnini

San Marino. Direttivo CSdL: pieno e unanime sostegno al Segretario Tamagnini

Direttivo CSdL: pieno e unanime sostegno al Segretario Tamagnini

RSM 5 luglio 2018 – Il Consiglio Direttivo CSdL, riunitosi nella mattinata di oggi, ha espresso pieno e unanime sostegno al Segretario Generale Giuliano Tamagnini, oggetto nei giorni scorsi di un duro attacco personale da parte del Congresso di Stato. È davvero sconcertante che l’intero Governo si sia mobilitato per attaccare all’unisono il massimo dirigente della CSdL, quando peraltro tutte le azioni sindacali sono state e vengono portate avanti unitariamente dalla CSU. Attaccare personalmente un proprio interlocutore, da parte di un Esecutivo che comunque dovrebbe rappresentare tutto il paese, è un segno di incapacità e un atto che va ad alimentare ancor di più quel clima di divisione e rissa continua a cui le forze politiche da anni ci hanno abituato.

Nel ritenere risibili e ridicole le accuse mosse al nostro Segretario Generale, che rappresenta tutta la CSdL, ribadiamo che la Confederazione del Lavoro ha come unico obiettivo quello di tutelare i diritti dei lavoratori e dei pensionati, senza ovviamente trascurare l’interesse generale del paese. E lo fa come forza sociale, usando gli strumenti, anche di lotta, propri dell’attività sindacale riconosciuti dalle leggi di tutti i paesi civili e democratici.

La CSdL in tutta la sua storia non ha mai fatto distinzioni tra governi amici e nemici; ha sempre contrastato i Governi che aveva davanti quando non era d’accordo, e ha raggiunto delle intese tutte le volte che è stato possibile. Purtroppo, in questa legislatura si è trovata di fronte un Esecutivo che anziché governare si preoccupa solo di comandare: o la pensi allo stesso modo oppure di fatto sei un “nemico” del paese. Prova ne è il fatto che l’unico accordo raggiunto lo scorso anno in merito ai Decreti “salva banche” è stato immediatamente disatteso dal Governo che si autodefinisce “del cambiamento”.

A questo proposito, non spetta al sindacato dare le pagelle a questo Esecutivo in rapporto a quelli precedenti, ma certamente l’attuale Governo si è dimostrato alquanto inaffidabile.

Con questo attacco personale il Governo ha tentato di alzare un polverone mediatico per spostare l’attenzione dai veri problemi del paese e dalle mancate risposte alle nostre richieste, ad iniziare dall’equità. Perché l’Esecutivo non ha mai attivato un’azione di controllo e accertamento dei redditi di tutte le categorie, per realizzare il dettato della riforma fiscale del 2013, rimasta incompiuta? Perché non ha mai pronunciato una parola per dire che i redditi dichiarati dalla gran parte delle imprese sono irreali e a dir poco scandalosi?

Il Governo risponda a queste domande, anziché dedicare tutte queste energie ad attaccare coloro che si preoccupano responsabilmente di dare il proprio contributo per il futuro a questo paese!

Il recesso dei contratti integrativi delle banche è stato un atto che l’Esecutivo ha avvallato con il suo assordante silenzio. Se dovesse passare il principio che i contratti integrativi si possono impunemente revocare, violando la legge, questo potrebbe avere effetti devastanti sull’intero mondo del lavoro, mettendo a rischio i contratti integrativi sottoscritti da aziende e dipendenti in decine e decine di realtà, contratti che coinvolgono migliaia di lavoratori. Se non è il Governo a farsi garante della legalità, come può dare lezioni a chiunque altro?

Da ieri c’è una novità: l’ABS ha comunicato la disponibilità a tornare sui propri passi e ad avviare una trattativa a bocce ferme. In tal senso il recesso è stato tramutato in disdetta, ovvero i contenuti degli accordi integrativi continuano a produrre i loro effetti. Bene!!! Questo è merito delle iniziative dei lavoratori della Banca di San Marino e non certo del Governo, che invece di giocare il proprio ruolo per ridurre la conflittualità non ha fatto altro che alimentarla.

Sull’intera questione delle banche il Governo continua a mettere in mostra tutta la sua autoreferenzialità. Come si può pensare di impostare una strategia efficace e condivisa per superare la crisi bancaria se non viene detta la verità sul reale stato degli Istituti di Credito? Come si fa a sostenere che l’AQR, che è proprio quello strumento che serve a mettere in luce lo stato economico e patrimoniale delle banche, ormai non è più fondamentale, se non addirittura inutile?

La strategia è molto chiara: alle difficoltà del sistema creditizio si fa fronte cominciando dal ridurre le condizioni contrattuali ed economiche dei propri lavoratori. Questo vuol dire che quando in passato tutto “filava liscio”, i banchieri ed i loro rappresentanti nei vari CdA si sono abbondantemente riempiti le tasche, mentre ora a far fronte alla crisi si chiamano i dipendenti!

Noi a questa logica non ci stiamo: chi ha provocato la crisi delle banche con scelte sbagliate ed eventualmente prestando soldi senza garanzie reali provveda con i propri capitali a rimettere in sesto i bilanci, e chi ha commesso illeciti sia chiamato a risponderne, attivando azioni di responsabilità. A fronte di questo, i lavoratori ed il sindacato non si tireranno indietro e faranno la loro parte.

Da parte nostra auspichiamo – con ancora più forza dopo il riuscitissimo sciopero del 30 maggio scorso – che l’Esecutivo cambi subito strada e parta una stagione del tutto nuova, in cui il confronto e la ricerca del contributo progettuale delle parti sociali diventi il metodo di governo.

Se anche questo ennesimo appello non verrà ascoltato, la strada non potrà che essere il proseguo della mobilitazione e della lotta sindacale, per contrastare i provvedimenti che riterremo sbagliati e sostenere le nostre idee.

Consiglio Direttivo CSdL

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy