SAN MARINO. Marino Cecchetti, su L’informazione di San Marino mette a confronto l’attivismo di Rimini e l’assenza di ogni progetto per Città.
Da tanto tempo non sta venendo fuori alcun progetto concreto per Città, la nostra capitale.
Rimini, invece, è in piena effervescenza. Preso atto che bisognava rassegnarsi a non far più leva solo sulla balneazione, il sindaco Andrea Gnassi sta trasformando Rimini – come è avvenuto a Santarcangelo – in un luogo in cui si può scegliere di andare a vivere. Non porta solo a compimento la sistemazione delle fogne ed il Trasporto Rapido di Costa. Si mette a competere con realtà italiane ed europee di ben altra fama e rilevanza, fortemente sostenute – quelle realtà – anche da privati. Ancorandosi al nome di Federico Fellini, galleggia sui media, mentre rivitalizza il centro storico: Castel Sigismondo, Ponte di Tiberio, Teatro Galli, Arco. Fa dunque leva sulla cultura per proiettare in Italia e nel mondo un’immagine di città positivamente identitaria.
San Marino? Facile criticare – come fece lo scrittore urbinate Volponi – la ricostruzione di Zani degli anni Trenta: “Vedi quelle torri? Tutto falso come una falsa brocca”. Però, dopo Zani non è venuto fuori nulla. Anzi si è intaccato pesantemente anche il suo progetto, trasformando, negli anni Sessanta, certe zone in un suk arabo.
Per inserire San Marino Città fra i luoghi Unesco patrimonio dell’umanità, di fronte alle difficoltà incontrate per il sito fisico, abbiamo dovuto ripiegare su qualcosa di immateriale: questo luogo conserva la testimonianza viva dell’origine della democrazia in Europa. Lo diceva ai funzionari Ue a Bruxelles Romano Prodi invitandoli ad assistere alla cerimonia di ingresso dei nuovi Capitani Reggenti. Abbiamo dunque una base solida e fortemente identitaria, accettata e riconosciuta, su cui sviluppare il nuovo progetto per Città e per il Paese. Anche a vantaggio di Rimini.