«Ha favorito la guerra civile». Giulio Lolli rischia la pena di morte
L’articolo del codice contestato già in vigore quando al comando c’era il colonnello Gheddafi
Enrico Chiavegatti. Istigazione alla guerra civile, alla divisione nazionale e a seminare divisione tra i libici. Condanna massima: la pena di morte. E’ un reato già contemplato nel codice penale in vigore quando il paese era governato dal colonnello Muammar Gheddafi, la spada di Damocle che grava sulla testa Giulio Lolli, l’avventuriero ex patron di Rimini Yacht, rinchiuso nel carcere di Mitiga, controllato dalle forze speciali di deterrenza “Rada” dalla fine del 2017. Comprensibile, quindi, che Lolli, a ridosso del vertice per la Libia che si è tenuto a Palermo lo scorso novembre, dove attorno a un tavolo il premier Conte ha fatto sedere i rappresentanti delle due fazioni in lotta, abbia preso carta e scritto alle autorità locali chiedendo di essere estradato in Italia per scontare le condanne già rimediate. (…)
Tratto dal Corriere Romagna